Geologia, sismica e suoli

Depositi glaciali di S. Anna Pelago

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Geosito di rilevanza locale

Dossi morenici sotto il M. Spicchio e depositi morenici lungo la valle del T. Perticara originatisi dalle lingue glaciali che scendevano dal Monte Giovo, Monte Romecchio e Cime di Romecchio, coinvolti successivamente in processi gravitativi.

Geografia
  • Superficie totale: 362.07 ettari.
  • Quota altimetrica minima 1014.8m. s.l.m., quota altimetrica massima 1320.7m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

La conca di S. Anna Pelago racchiude l'alta valle del T. Perticara, affluente di sinistra dello Scoltenna, e dei suoi affluenti Valdarno e Fontanacce. I depositi glaciali, che qui si rinvengono, sono la testimonianza dell'estensione dei ghiacciai di questa zona durante l'ultima grande fase glaciale del Pleistocene. In particolare, le lingue glaciali provenienti dai circhi del M. Spicchio (1657 m) e del M. Albano (1693 m) si spingevano almeno fino a circa 1280 m s.l.m.; quelle provenienti da M. Romecchio (1702 m) e Cime Romecchio hanno lasciato tracce fino a circa 1400 m s.l.m. Il ghiacciaio che scendeva dal M. Giovo (1991 m) occupava tutta la valle delle Fontanacce, e si arrestava a circa 950 m s.l.m., come testimonia il deposito glaciale ai piedi del M. Uccelliera.

Per quanto riguarda la geologia, nelle parti basse della conca affiorano terreni poco resistenti, riferibili a varie formazioni prevalentemente argillose delle unità Cervarola (Marne di Marmoreto e di Civago, Oligocene sup. - Miocene inf.) e di Sestola- Vidiciatico; nelle zone più rilevate affiorano la formazione del Macigno (Oligocene sup. - Miocene inf., Falda Toscana) e le Arenarie del Monte Modino (Miocene inf.).

Per il ghiacciaio proveniente dai circhi di M. Spicchio e M. Albano, la massima espansione raggiunta sarebbe rappresentata da alcune collinette alte una quarantina di metri, ricoperte completamente di conifere, costituite da depositi glaciali, ubicate ad una quota di 1320-1390 m ed interpretate come archi morenici. La limitata espansione glaciale può essere imputata all'esiguità del bacino in oggetto. Il ghiacciaio del M. Romecchio ha lasciato tracce fino a circa 1400 m; si tratta di depositi glaciali sparsi.

I depositi morenici, attribuibili al ghiacciaio del M. Giovo e della Cima dell'Omo (1858 m), si rinvengono su entrambe le sponde e lungo tutta la valle del Rio delle Fontanacce, anche in corrispondenza della confluenza col Rio Valdarno. Dal punto di vista litologico sono costituiti esclusivamente da elementi provenienti dalla formazione del Macigno (torbiditi arenaceo-pelitiche oligoceniche sup.), hanno dimensioni che variano dai blocchi e massi con diametro mediamente di una trentina di cm, fino ad una matrice limo-argillosa; si presentano generalmente abbastanza spigolosi, eccetto i blocchi più grossi, su cui ha agito un processo di alterazione chimica.

Un ritrovamento interessante è costituito dalla già citata morena ai piedi del M. Uccelliera.

Si tratta di un accumulo morenico prevalentemente costituito da arenarie del Macigno, formazione che non è presente nella zona. La costituzione litologica e la struttura del deposito, appaiono legate ad un ghiacciaio del versante opposto; il ghiacciaio in questo caso avrebbe trasferito il materiale detritico da un versante all'altro.

Questi ghiacciai e i loro materiali morenici hanno provocato lo sbarramento della valle del T. Perticara, con conseguente formazione di un lago. Una testimonianza indiretta di questo è fornita da una superficie di glacis debolmente inclinata verso l'area dell'antico specchio lacustre, con alcuni lembi di depositi ad esso raccordantisi.

L'erosione torrentizia post-glaciale sollecita numerosi fenomeni franosi, che modificano la morfologia della valle. Da ricordare la frana del 21 dicembre 1896 che ha duramente colpito S. Anna Pelago.

Il sito è stato selezionato per la geomorfologia, in quanto può essere considerato un modello di evoluzione geomorfologica complessa ed un esempio paleogeomorfologico, con gradi di interesse regionale. È in discreto stato di conservazione.

Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Geomorfologico;
Geotipi presenti: Depositi morenici;
Interessi contestuali: Paesaggistico;
Valenze: Scientifico;
Tutela: già in atto;
Accessibilità: facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Geositi vicini
Bibliografia
"Gli antichi ghiacciai dell'Appennino settentrionale. Studio morfologico e paleogeografico" - Losacco U. [1982] Atti Soc.Nat.Mat. di Modena, Vol 113, Modena.
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