Geologia, sismica e suoli

Poggio di Montebaranzone

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Gli affioramenti della Formazione del Termina presso il Poggio di Montebaranzone

Geosito di rilevanza locale

Affioramenti calanchivi della Formazione del Termina interessante per il passaggio Serravaliano Tortoniano, la presenza di depositi di colate sottomarine (Melange di Montebaranzone-Montardone) e comunità chemiosintetiche e livelli ricchi in fossili.

Geografia
  • Superficie totale: 19.76 ettari.
  • Quota altimetrica minima 250m. s.l.m., quota altimetrica massima 366m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

Lungo la strada provinciale n° 20 che conduce da Montegibbio all'abitato di Montebaranzone, all'altezza del bivio per Cervarola Bianca, sono visibili in direzione ovest morfologie calanchive, dove affiorano unità della Formazione del Termina (Successione epiligure). Il sito riveste importanza dal punto di vista geologico (stratigrafia del passaggio Serravalliano - Tortoniano e visione dei rapporti fra le principali unità), sedimentologico (presenza di depositi da colate sottomarine), ed anche paleontologico (comunità chemiosintetiche e località fossilifere). L'affioramento è raggiungibile seguendo la carrareccia che si diparte sul lato destro della strada per Cervarola Bianca, in direzione nord. Dalla base dell'affioramento verso l'alto sono distinguibili:

1) Peliti marnose, talvolta sabbiose a stratificazione non sempre ben definita, di colore grigio chiaro se alterate, spesso ricche in macrofossili. Le peliti contengono al loro interno lenti di marne calcaree ricche di modelli interni di lucinidi, e di altri bivalvi e gasteropodi. Il passaggio fra le lenti calcaree e le peliti marnose avviene in maniera molto graduale con varie interdigitazioni. I lucinidi sono disposti a nidi, con le valve riunite e spesso in posizione di vita. Nella parte alta delle marne, compaiono livelli discontinui di arenarie alternate a marne sabbiose fossilifere. La base delle arenarie è costituita da clasti argillosi e da tritume conchigliare, con fossili rimaneggiati, ma spesso in buono stato di conservazione, tanto da essere stati studiati fin dalla seconda metà del sec. XIX. Sono state riconosciute complessivamente oltre un centinaio di specie (gasteropodi, bivalvi, scafopodi, ostracodi, briozoi, coralli). Tali livelli risedimentati (si tratta forse di depositi legati ad onde di tempesta) marcano il limite Serravalliano - Tortoniano e probabilmente separano i sedimenti deposti in ambiente di piattaforma esterna - scarpata delle chemioerme a lucinidi, da quelli di ambiente di paleodelta - scarpata, della soprastante successione arenacea (Membro di Montebaranzone - età Tortoniano) .

2) Arenarie giallastre più grossolane (Membro di Montebaranzone), in strati in genere poco cementati, da medio-sottili a spessi, con alla base talvolta livelli di tritume conchigliare e più raramente brecce argillose. Tali arenarie, nell'area di Montebaranzone, sono incluse come corpi lentiformi (depositi canalizzati) nelle citate marne.

3) Brecce a matrice argillosa (Membro di Montardone) contenenti clasti da pochi millimetri a decametrici a prevalente provenienza dai Complessi di base liguri cretacei dei Flysch ad Elmintoidi: si tratta di frane sottomarine (olistostromi) messe in posto con meccanismi tipo colate di fango e detrito. Nell'area di Montebaranzone compaiono in due caratteristici orizzonti, uno sottostante e l'altro successivo al corpo arenaceo di Montebaranzone, interrompendo temporaneamente la sedimentazione pelitica ed arenacea.

Localmente sono anticipate da colate di detrito e brecce poligeniche con bivalvi.

Il geosito è compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).
Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Stratigrafico - Paleontologico;
Geotipi presenti: Calcari a Lucina - Chemioerma - Passaggio stratigrafico - Successione stratigrafica;
Interessi contestuali: Paesaggistico;
Valenze: Scientifico;
Tutela: superflua;
Accessibilità: facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Geositi vicini
Bibliografia
"Il Calcare a Lucina pomum della Successione Epiligure dell'Appennino modenese: stratigrafia, sedimentologia e dati geochimici." - CONTI S., GELMINI R., PONZANA L. & SIGHINOLFI G.P. [1996] Accad. Naz. Sci. Lett. Arti di Modena, Collana di Studi, 15 (1996) - Miscellanea Geologica, 105-139.
"Osservazioni preliminari sui calcari a Lucine dell'Appennino Settentrionale." - CONTI S., GELMINI R. & PONZANA L. [1994] Atti Soc. Nat. Mat. Modena, 124 (1993), 35-56.
"Schema introduttivo alla geologia delle Epiliguridi dell'Appennino modenese e delle aree limitrofe." - BETTELLI G., BONAZZI U., FAZZINI P. & PANINI F. [1989] Mem. Soc. Geol. It., 39, 215-244.
"Documentazione biostratigrafica sul Miocene delle sinclinali del Pigneto e di Montebaranzone (Appennino modenese)." - FIORONI C. & PANINI F. [1987] Mem. Soc. Geol. It., 39 (1987), 297-318.
"Ostracodi tortoniani di Montebaranzone (Appennino settentrionale modenese)." - RUSSO A. [1968] Boll. Soc. Pal. It., 7(1), 6-56.
"Appunti paleontologici e geologici sulle marne tortoniane di Montebaranzone." - MALAGOLI M. [1886] Atti Soc. Sc. Nat. Modena Rend. Ad., 2, 124-126.
"Note geologiche intorno agli strati miocenici di Montebaranzone e dintorni." - PANTANELLI D. [1886] Atti Soc. Sc. Nat. Modena, Rend. Ad.(1884-85), ser. 3, 2, 1-4.
Avvertenze

I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.

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