Geologia, sismica e suoli

Rio delle Bagole

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Località fossilifere tortoniane nelle marne della Formazione del Termina lungo la Valle Urbana

Geosito di rilevanza locale

Affioramenti calanchivi della F. del Termina, a tratti molto fossiliferi, con livelli di brecce originate da colate sottomarine, interesanti per la stratigrafia della successione epiligure di età tortoniana e visione dei rapporti fra le principali unità.

Geografia
  • Superficie totale: 40.67 ettari.
  • Quota altimetrica minima 192.5m. s.l.m., quota altimetrica massima 375.8m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

La Formazione del Termina (Successione epiligure) nell'area di Montegibbio e Montebaranzone si presenta fortemente eterogenea; negli affioramenti del versante destro del Rio delle Bagole, dal basso verso l'alto, risalendo la valle, sono distinguibili per un'estensione di circa 1 km:

1) Arenarie giallastre risedimentate medio-grossolane (Membro di Montebaranzone), in strati in genere poco cementati, da medio-sottili a spessi, con alla base talvolta livelli di tritume conchigliare e più raramente brecce argillose a provenienza ligure. Tali arenarie, nell'area di Montebaranzone, sono generalmente incluse come corpi lentiformi entro le marne della Formazione del Termina; in Vallurbana il contatto è probabilmente tettonico, come indicato dagli strati arenacei raddrizzati fino alla verticale e intensamente fratturati. L'età è genericamente tortoniana.

2) Peliti marnose, talvolta sabbiose a stratificazione non sempre ben definita, di colore grigio chiaro se alterate, spesso macrofossilifere. Intercalate alle peliti, nella parte basale e con contatti netti, vi sono strati lentiformi (spessore da decimetrico a metrico) d'estensione ettometrica costituiti da arenarie risedimentate, da fini a medie, alternate a marne sabbiose fossilifere. La base delle arenarie è costituita da clasti argillosi e tritume conchigliare, con fossili rimaneggiati ma spesso in buono stato di conservazione.

3) Peliti marnose, con rare intercalazioni arenacee, molto fossilifere, tanto da essere state studiate fin dalla seconda metà del secolo XIX. Complessivamente sono state riconosciute oltre duecento specie (gasteropodi, bivalvi, scafopodi, ostracodi, briozoi, coralli, echinidi, brachiopodi, foraminiferi), tutti indicanti un'età tortoniana. L'importanza fossilifera di questa località è notevole, tanto da essere considerata come tipica del Tortoniano. I fossili - non è chiaro se si tratti di faune rimaneggiate - darebbero indicazioni paleobatimetriche e di paleotemperature: l'ambiente di provenienza varierebbe da litorale a piattaforma esterna con acque calde e ben agitate.

4) Nella parte medio alta delle peliti marnose compaiono due intercalazioni di brecce poligeniche a matrice argillosa, contenenti clasti da pochi millimetri a decametrici a prevalente provenienza ligure (generalmente dai Complessi di base cretacei dei Flysch ad Elmintoidi): si tratta di frane sottomarine (olistostromi) messesi in posto con meccanismi tipo debris e mud flow.

5) Sabbie grossolane e ciottoli subarrotondati, a luoghi arenarie e conglomerati risedimentati in massa con clasti pelitici angolosi di dimensioni da centimetriche a metriche e bioclasti in tasche, lenti o dispersi nel sedimento; stratificazione indistinta o mal definita; più rare alternanze arenaceo-marnose risedimentate. Tale orizzonte è discordante sui precedenti sedimenti, e marca probabilmente l'inizio di un nuovo ciclo sedimentario, di età Tortoniano superiore - Messiniano inferiore.

Il sito riveste importanza sia dal punto di vista geologico (stratigrafia della Successione epiligure di età tortoniana e visione dei rapporti fra le principali unità), sia sedimentologico (presenza di depositi da colate sottomarine).

Il geosito è compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).
Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Stratigrafico - Paleontologico;
Geotipi presenti: Successione stratigrafica;
Valenze: Scientifico;
Tutela: superflua;
Accessibilità: difficile;
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Geositi vicini
Bibliografia
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"I foraminiferi Tortoniani di Montegibbio e Castelvetro (Appennino modenese)." - DIECI G. [1959] Paleont. Italica, 54, 1-113.
"Studi monografici sulla malacologia miocenica modenese. Parte I: I Molluschi tortoniani di Montegibbio." - MONTANARO E. [1939] Palaeont. Ital., 39, 220 pp.
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"Brachiopodi di Montegibbio (Modena)." - MORESCHI A. [1930] Atti Soc. Nat. Mat. Modena, 61(2), 173-186.
"I Coralli fossili e le condizioni di ambiente di Montegibbio e Montebaranzone durante il Miocene medio. 177." - MONTANARO E. [1929] Atti Soc. Nat. Mat. Modena, ser. 6, 8(2), 1-14.
"Note sul calcare a Lucina pomum Dod." - COPPI F. [1877] Boll. R. Comit. Geol. It., 8, 69-71.
Avvertenze

I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.

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