Geologia, sismica e suoli

Paleofalesia di Misano Adriatico

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Geosito di rilevanza locale

Scarpata con sviluppo lineare e direzione NW-SE, accanto alla SS Adriatica, la cui altezza raggiunge i 13 m, digradante verso il mare, testimonianza morfologica della fase di stazionamento del livello marino durante l'ultimo optimum climatico postglaciale.

La scarpata della paleofalesia presso il Parco della Greppa, Misano Adriatico
La scarpata della paleofalesia presso il Parco della Greppa, Misano Adriatico
La scarpata della paleofalesia presso il Parco della Greppa, Misano Adriatico
La scarpata della paleofalesia presso il Parco della Greppa, Misano Adriatico
La scarpata della paleofalesia presso il Parco della Greppa, Misano Adriatico
La scarpata della paleofalesia presso il Parco della Greppa, Misano Adriatico
Geografia
  • Superficie totale: 37.38 ettari.
  • Quota altimetrica minima 2.4m. s.l.m., quota altimetrica massima 18.6m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

Tratto della scarpata di erosione marina nota come "paleofalesia" o falesia morta, compreso tra Misano Adriatico e Riccione. La scarpata è la tangibile testimonianza della fase di stazionamento del livello marino durante l'ultimo optimum climatico postglaciale, quando il livello del mare era 2-3 metri sopra l'attuale; localmente viene chiamata "greppe del mare". La paleofalesia è digradante verso il mare e ha sviluppo lineare e direzione NW-SE, accanto alla SS Adriatica, l'altezza raggiunge i 13 m in località Casacce e i 10 m in località Fontanelle, in quest'ultima localita si osservano alcune sorgenti temporanee.

Si tratta di un elemento morfologico di notevole interesse dal punto di vista geomorfologico e paleogeografico. Soggetta a forti pressioni antropiche, questa forma ha perso in parte della sua continuità ed evidenza, per questo andrebbe adeguatamente tutelata dagli strumenti di pianificazione.

Riguardo alla fisionomia generale del microrilievo è innegabile che le curve di livello descrivano una scarpata che, anche se con deboli e quasi impercettibili dislivelli (si sta parlando a volte di 20-30 cm su distanze di qualche metro) mantiene nell'area una sua continuità e quindi una chiara identità morfologica da cui deriva la percezione sul campo della scarpata.

Si tratta di una forma il cui modellamento risale a diverse migliaia di anni fa, sui cui la mano dell'uomo è intervenuta, ma la sua persistenza come elemento morfologico (è ancora ben percepibile) nel paesaggio odierno, ne fa una importante testimonianza.

Rispetto alle attuali condizioni della paleofalesia si ritiene che possa essa essere meritevole di interventi di tutela, atti a limitare ulteriori alterazioni morfologiche e a ricomporre quelle già avvenute, che peraltro risultano essere di modesta entità.

Va osservato come relativamente al tratto in esame nelle carte storiche esaminate (IGM primo impianto e successivo, scala 1:25000) la paleofalesia risulta avere la stessa posizione e lo stesso andamento di quello attuale, mentre i tratti che proseguono a settentrione risultano aver subito delle modificazioni che hanno condotto alla cancellazione di questo elemento morfologico.

La naturalità della forma è ovviamente perduta. Acquistano così un particolare significato i tratti di paleofalesia relitti.

Come scrisse Lucio Gambi "?i quadri paesaggistici naturali sono oggi, nelle regioni di lunghissima storia come la nostra , una larva o un'astrazione. L'opera umana ? di un uomo che però è anch'egli natura ? nel corso di almeno una cinquantina di secoli, con i suoi insediamenti, le sue coltivazioni, le sue vie e gli effetti delle sue istituzioni, delle sue arti e delle sue politiche, ha a poco a poco alterato, frantumato o degradato, riplasmato, e anche non di rado annientato, quei quadri naturali. In questo contesto, il tratto di paleofalesia esaminato va considerato come un vero e proprio geotopo, ossia un luogo di interesse geologico che rappresenta un pezzetto di un quadro ambientale di più ampio respiro di cui rappresenta una testimonianze di un determinato quadro che consente una ricostruzione soddisfacente delle evoluzioni che ebbe l'ambiente costiero nel corso del Pleistocene.

La prassi conservativa mira a permettere la sussistenza di questi oggetti e di avere funzioni motivate anche al di fuori della loro atmosfera originale, non sono da appiattire su un unico orizzonte, e quindi neanche da mescolare in un solo piatto, perché recano la testimonianza di situazioni fra loro lontane e governate da processi di dinamica uniquazionabile.

Si tratta di un elemento decifrabile nel palinsesto di questo quadro ambientale e va protetto, che permette di capire come si è generato l'ambiente odierno, sfogliando le pagine della storia sino ad epoche remote, alle soglie dell'incontro tra realtà naturale e occupazione umana, da cui sono nati i caratteri dell'ambiente odierno."

Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Geomorfologico;
Geotipi presenti: Scarpata;
Interessi contestuali: Paesaggistico;
Valenze: Scientifico - Divulgativo;
Tutela: necessaria;
Accessibilità: molto facile (accesso per diversamente abili);
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Geositi vicini
Bibliografia
"Carta geomorfologica della Pianura Padana, Carta altimetrica e dei movimenti verticali del suolo della Pianura Padana. Scala 1:250.000." - AA VV. [1997] S.EL.CA., Firenze.
"I beni geomorfologici nel riminese" - Zaghini M. [1994] Studi Romagnoli, XLV.
"Le greppe del mare" - Veggiani A. [1982] Parametro, 110.
Avvertenze

I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.

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