Geologia, sismica e suoli

Morfologie glaciali tra Monte Giovo e Monte Rondinaio

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Geosito di rilevanza regionale

Circhi glaciali modellati nelle arenarie del Macigno, segnati verso valle da estese coltri moreniche che ospitano diversi bacini lacustri di origine glaciale. Importanti esempi di rock glacier segnano in diversi punti i versanti di questi rilievi.

Monte Giovo
Monte Giovo
Monte Giovo
Lago Baccio
Lago Baccio
Lago Baccio
Geografia
  • Superficie totale: 475.16 ettari.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione


Monte Rondinaio

Lungo tutto il crinale compreso tra il Monte Rondinaio ed il Monte Giovo affiorano le potenti bancate arenacee della formazione del Macigno, di età Oligocene sup. - Miocene inf. (30 - 25 milioni di anni fa), che in questo settore di catena è caratterizzato dalla presenza di strati torbiditici arenacei amalgamati, con granulometria basale da grossolana, fino a microconglomeratica, a media, e spessore che può raggiungere alcune decine di metri. Con la loro geometria tabulare questi strati si possono seguire lateralmente anche per grandi distanze. Da una osservazione più ravvicinata si nota come le arenarie del Macigno siano di colore grigio acciaio al taglio fresco ed ocra all'alterazione.

Sul versante settentrionale del M. Rondinaio (1964 m) si aprono due ampi circhi glaciali, ben conservati e modellati in queste potenti bancate arenacee. Quello sulla parte orientale ha il fianco sinistro costituito dalla cresta che dalla cima del monte si dirige verso nord, e presenta ripide pareti mascherate da potenti falde detritiche, mentre il fianco destro è formato dal dorso degradante che da quota 1806 scende verso la Foce a Giovo (1674 m). Nella parte più elevata della conca è situato il Lago Torbido (1675 m), mentre più a valle è localizzato il Lago Turchino (1613 m). Il fondo del circo è caratterizzato dall'abbondante presenza di detriti di origine glaciale. Il Lago Torbido occupa una depressione poco profonda, sostenuta da una soglia in roccia. L'idrografia è appena accennata e non esiste un vero e proprio immissario. La scarsa profondità e la limitata alimentazione condizionano il regime del lago che, durante la stagione estiva, è spesso completamente prosciugato. Questa situazione permette di osservare il fondale del bacino, costituito nella parte centrale da depositi lacustri fini di colore nerastro per l'alto contenuto organico. Nella parte periferica è visibile lo sbarramento della soglia in roccia, con una coltre d'alterazione in posto.

Il Lago Turchino occupa una depressione di forma tondeggiante, profonda circa 1,5 m ed è sbarrato da un archetto morenico, a valle del quale una soglia rocciosa montonata isola un ripiano, anch'esso roccioso. È alimentato da piccole sorgenti sotterranee che gli conferiscono carattere di bacino permanente.

Fra il M. Giovo (1991 m) ed il M. Rondinaio si apre il circo più ampio. La testata è costituita dalla cresta rocciosa e seghettata che congiunge il Giovo al Rondinaio e nella quale si aprono gli stretti valichi della Porticciola e del Passetto. Il fianco sinistro del circo è rappresentato dalla cresta nord est del Giovo, mentre una seconda cresta, che dal Rondinaio si dirige verso nord-nord est forma il fianco destro. Il fondo della conca è diviso in due docce parallele da un lungo dorso longitudinale mediano, che termina un poco oltre quota 1650. La doccia occidentale, dominata dalla massa della Grotta Rosa, ultimo contrafforte del M. Giovo, ospita un primo gradino detritico a circa 1650 m, nel quale si trova la piccolissima conca del Lago della Porticciola. Questo è delimitato a valle da potenti falde detritiche dovute all'efficacia dei fenomeni crioclastici, e sormontato da una massa rocciosa franata. A valle si rinviene un gradino di un centinaio di metri, ai piedi del quale si apre una seconda conca spaziosa e in gran parte alluvionata, che ospita il Lago Baccio; la conca è sbarrata a valle da una morena poggiante sopra una soglia di roccia in posto. La doccia orientale a 1600 m circa ospita un vasto piano dominato da un piccolo ripiano superiore, posto a quota 1625-1630 m circa, e disseminato di detriti isolati. Il ripiano inferiore, sbarrato a valle da una serie di collinette moreniche, era occupato da un bacino lacustre oramai colmato e trasformato in prato. L'origine del laghetto era da imputarsi ad una dorsalina di roccia in posto, sepolta dai prodotti d'alterazione crioclastica della dorsale stessa. Poco più in basso, subito prima del gradino roccioso che limita a valle la doccia, si trova il laghetto perenne di Lagadello, completamente circondato da depositi glaciali accumulati in piatte collinette. Da rilevare la presenza di un rock glacier nella parte più orientale di questa doccia. A valle delle due docce che formano il fondo del circo si trova un gradino alto un centinaio di metri.


Lago Baccio

Il Lago Baccio è posto a 1554 m s.l.m., vicino al Lago Santo, separato da questo da una dorsale rocciosa. Il lago è poco profondo e di piccole dimensioni, ha un perimetro di circa 520 m ed è di origine glaciale. Si trova, infatti, nella parte occidentale dell'ampio circo, posto tra il M. Giovo ed il M. Rondinaio. Le sue rive sono occupate da vegetazione palustre; il perimetro ha forma sub-circolare e presenta un emissario con direzione nord-sud. Nel settore più a monte è presente una piana acquitrinosa percorsa da numerosi ruscelli che alimentano il lago, e che un tempo doveva essere occupata dalle acque: la sua emersione è stata determinata sia dal riempimento alluvionale e sia dalla progressiva erosione della soglia detritica che sbarra il lago, con conseguente abbassamento del livello delle acque. Alla fine degli anni ottanta è stato costruito uno sbarramento, in calcestruzzo, per evitare lo svuotamento del bacino da parte dell'emissario. Il lago è sbarrato a valle da un arco morenico, coevo ai depositi glaciali del lago Santo, costituito da grossi blocchi sub-arrotondati immersi in matrice fine; l'arco morenico è situato su di una soglia di roccia in posto modellata dall'azione d'esarazione glaciale.

A monte del Lago Baccio si può osservare un esempio di rock glacier, costituito da detriti di gelivazione, disposti in lingue, alcune delle quali sono soggette a movimenti ad opera dei processi di gelo - disgelo e delle acque di fusione nivale. La panoramica sulla zona del L. Baccio si chiude ad occidente di questo, oltre i depositi palustri ed il rock glacier, con estese falde detritiche prodotte da fenomeni crioclastici. Quest'evidenza naturale è stata considerata, dal punto di vista geomorfologico, come modello d'evoluzione geomorfologica, esempio paleogeomorfologico, esemplarità didattica e supporto ecologico.


Monte Giovo

Due ampi e caratteristici circhi si aprono nel versante settentrionale del M. Giovo (1991 m), costituito anch'esso dalla formazione del Macigno, flysch arenaceo di età oligocenica sup. - miocenica inf.

La testata del circo che si apre nel versante nord est del M. Giovo e che confluisce nella Valle delle Tagliole, è formata dalla grandiosa parete del Giovo, che s'innalza dalla conca del Lago Santo (1501 m) sino alla vetta del monte, interrotta solo da un ripiano posto fra i 1625 m e i 1675 m. Le pareti del circo sono ripide e solcate da canaloni, circondate al piede da estese falde detritiche, attualmente ammantate da vegetazione, che si spingono sino alle acque stesse del lago. Il ripiano superiore del circo, che rompe l'uniformità della parete, è ampio ed erboso, coperto in parte da colate detritiche e percorso da un torrentello affluente del Lago Santo. Il piano ha una larghezza di 150 m ed è lungo circa 600 m; su di esso, data la quota, soggiorna lungamente la neve, talora sino all'inizio di agosto. Il fondo del circo è rappresentato da un secondo ripiano, lungo circa 600 m e largo poco meno di 200, occupato in gran parte dalla conca del L. Santo.

Nel versante nord nord-ovest del M. Giovo è modellato l'altro grande circo, appartenente al bacino del Rio Fontanacce. Le pareti ed i fianchi non sono molto alti, ma molto ripidi e ricoperti da materiale detritico. Il fondo del circo ospita una spessa coltre di depositi glaciali, in parte modellati come archi morenici, testimonianti l'ultima fase di ritiro del ghiacciaio, e in parte rielaborati da forme periglaciali, tipo rock glacier; nella parte terminale si osserva un ripiano in roccia limitato da un gradino. Ai piedi dei depositi morenici, lungo il sentiero 529 (Campi di Annibale) scaturiscono le acque della Sorgente del Fontanone, che drena la falda immagazzinata nei sovrastanti detriti dell'ampio cerchio morenico; per l'elevata permeabilità di questi, essa è caratterizzata da un rapido esaurimento delle portate, che nel periodo estivo si annullano.


Lago Santo

Il Lago Santo (1501 m s.l.m.) dalla caratteristica forma a "fagiolo", è il bacino lacustre glaciale con le dimensioni maggiori in tutto l'Appennino modenese. Allungato in direzione NNO-SSE, ed impostato su una discontinuità tettonica che ha interessato le potenti bancate del Macigno, ha una superficie di 58.100 m2, un perimetro di 1259 m, una lunghezza di 550 m. La sua profondità è stata valutata attorno ai 15-20 m. Rappresenta un tipico esempio di piccolo lago appenninico, la cui formazione è controllata, oltre che da condizioni strutturali, anche dallo sbarramento di un cordone morenico, riferibile all'ultima glaciazione quaternaria. Il lago, sbarrato sulla sponda orientale da una soglia rocciosa e da un potente accumulo di pietrame grossolano di origine glaciale, è coronato sulla sponda occidentale da coni e falde di detrito scaricato dal ripido versante del M. Giovo, e prodotte da fenomeni crioclastici. Il paesaggio glaciale è reso particolarmente tipico e didatticamente interessante dalla presenza di massi erratici e da rocce montonate e striate. Depositi morenici sono presenti anche lungo la sponda sud, mentre tipici depositi lacustri caratterizzano la sponda nord. Gli immissari principali sono tre, provenienti dalle pareti verticali del M. Giovo. L'emissario esce dalla parte meridionale del lago incidendo la soglia rocciosa.

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Il geosito è compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).

Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Geomorfologico - Stratigrafico - Sedimentologico;
Geotipi presenti: Circo glaciale - Depositi morenici - Successione stratigrafica - Strutture sedimentarie;
Interessi contestuali: Paesaggistico - Botanico - Faunistico;
Valenze: Scientifico - Divulgativo - Escursionistico - Geoturistico;
Tutela: già in atto;
Accessibilità: facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Opportunità di fruizione
Il Lago Torbido ed il Lago Turchino possono essere raggiunti abbastanza agevolmente percorrendo i sentieri CAI 519 e 517 (partenza dal parcheggio del Lago Santo), che consentono inoltre di salire il crinale fino al Monte Rondinaio (1964 m). Data la quota e la distanza dai centri abitati importanti, si consiglia l'escursione in periodi caldi e con giornate con molte ore di luce.
Geositi vicini
Bibliografia
"Il paesaggio fisico dell'Alto Appennino emiliano" - AA. VV. [1988] Grafis Edizioni.
"Evoluzione geomorfologica dei dintorni di S. Anna Pelago (Appennino modenese)." - PANIZZA M., CARTON A. & TASSI C. [1983] Atti Soc. Nat. Mat. di Modena, 114, 41-50.
"Gli antichi ghiacciai dell'Appennino settentrionale. Studio morfologico e paleogeografico" - Losacco U. [1982] Atti Soc.Nat.Mat. di Modena, Vol 113, Modena.
"Principali evidenze geomorfologiche della Provincia di Modena." - PANIZZA M., BERTOLANI M., CARTON A. & SOLMI M. [1982] Relazione sullo stato dell'ambiente nella Provincia di Modena. Prov. di Modena, 185-193.
Avvertenze

I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.

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