Geologia, sismica e suoli

Monte Ventasso e Lago Calamone

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Geosito di rilevanza regionale

La grande mole del Monte Ventasso si eleva lungo lo spartiacque tra Secchia ed Enza, formando una dorsale articolata nella cima principale e in una secondaria, chiamata il Corno. Rappresenta una complessa struttura geologica. Il lago Calamone, localizzato alla base del circo glaciale più orientale del Monte Ventasso, a margine del pianoro morenico punteggiato da grandi massi erratici, sembra derivare il suo nome dal latino calamus, calamaio, delle acque "scure e profonde".

Monte Ventasso - Foto Archivio Servizio Geologico
Monte Ventasso - Foto Archivio Servizio Geologico
Monte Ventasso - Foto Archivio Servizio Geologico
Foto storica del Monte Ventasso
Foto storica del Monte Ventasso
Foto storica del Monte Ventasso
Monte Ventasso - Foto Archivio Servizio Geologico
Monte Ventasso - Foto Archivio Servizio Geologico
Monte Ventasso - Foto Archivio Servizio Geologico
Il Monte Ventasso ed il paesaggio circostante
Il Monte Ventasso ed il paesaggio circostante
Il Monte Ventasso ed il paesaggio circostante
Geografia
  • Superficie totale: 216.08 ettari.
  • Quota altimetrica minima 1577.8m. s.l.m., quota altimetrica massima 1717.7m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

La grande mole del Monte Ventasso si eleva lungo lo spartiacque tra Secchia ed Enza, formando una dorsale articolata nella cima principale ed in una secondaria, chiamata il Corno. Nell'insieme rappresenta una complessa struttura geologica, nella quale sono implicate le Arenarie di Monte Modino, le Marne di Marmoreto, le Argilliti Variegate con Calcari, le Argille e Calcari di Canetolo e le Argille di Fiumalbo.

Queste litologie presentano giaciture piegate, verticalizzate e rovesciate, e formano nel complesso una struttura interpretata come scaglia tettonica oligomiocenica compresa tra unità liguri e sub liguri. Diversi affioramenti offrono la possibilità di osservare le litologie e le deformazioni che li interessano, in particolare quelli presso la vetta e lungo i fianchi occidentali del Corno.

Nelle aree sottostanti lungo le pareti più ripide si sviluppano estese falde detritiche.

Il versante sud orientale è interessato da frane di scivolamento in blocco, mentre quello nord-nord occidentale presenta tre evidenti circhi glaciali (sul fondo del più orientale si trova il lago Calamone) a cui seguono estese coltri moreniche.


Il Lago Calamone

Il lago è localizzato alla base di un circo glaciale, sul fondo di un pianoro morenico dove si trovano anche grandi massi erratici. Il nome Calamone sembra derivare dal latino "calamus", calamaio, per via delle acque scure e profonde. Tuttavia, attorno alle sponde, in molti punti l'acqua è bassissima e dà vita a microambienti palustri ricchi di vegetazione, disposta "a fasce" a seconda della profondità.

Lazzaro Spallanzani visitò il lago nell'estate del 1761 e riporta la seguente descrizione: "Ciononostante la bella faccia di questo vero pareva soffrire qualche ombra di nebbia dall'asserzione di alcuni i quali mi assicuravano, che il celebre Lago di Ventasso stagna sull'ultima elevazione di lui, quantunque derivi egli da più fontane, e sia un rilevato braccio, dirò così, staccato, e diviso dal gran corpo dell'Appennino. Quindi io arsi di volontà di trasferirmi sulla faccia del luogo, per ammirare qual raro miracolo, sebbene io forte sospettassi, che nel modo esposto non andasse già la faccenda. sapendo per pratica di qual poca fede riputar debbansi le relazioni del popolo, il quale privo essendo d'ogni buon sapore nello studio della natura, ha eziandio spesse volte l'occhio losco, o infoscato da un torbida umori, che lui toglie di scorgere disappannata e nuda la verità delle cose. Né falliti andarono i miei sospetti, poiché salito il medesimo, trovai che il lago non esisteva altrimenti, sulla superiore sua punta, ma bensi sotto di lei, alla distanza in circa d'un mezzo miglio. Calato dalla parte di Settentrione trovai per via nella bernoccoluta, e scabrosa costa del monte grandissimo numero di consuete vasche, e catini più al basso de' quali escivano dal terreno due sorgenti assai piccole, le quali scaricavano le loro acque nel sovradetto capacissimo Lago. Giunto poscia alle sponde, scoprii una pretta menzogna, la quale fino allora venduta si era per vera storia. Credevano costantemente quei buoni Alpigiani, che nel centro del Lago vi fosse un gran vortice; e la supposta esistenza di quello aveva gli animi loro da tal timore ingombrati, che niuno ne tempi addietro si era mai cimentato di affidarsi al mezzo con barchetta, o zattera, od altro, ma solamente intorno a piè scalzo lo ricercavano, per pescare gamberi e tinche, di cui è egli sommamente ferace. Sovviemmi infatti, che prima, ch'io partissi da Reggio, trovandomi con cert'Uomo di lunga Roba e venerabile barba, ebbe egli, come testimonio di vista, a confermarmi lo stesso, anzi per ispezial cortesia vi aggiungeva un secondo vortice, narrandomi con aria autorevole, e grave, che l'uno esisteva ad oriente del Lago, l'altro a occidente, e che dalla loro irresistibile forza e pagliuzze, e foglie, e stecchi, ed altrettanti corpi che o appostamento, o a caso cadevan entro la vertiginosa loro circonferenza, in un batter d'occhio venivano attratti, e avidamente inghiottiti. Fatto pertanto coraggio, con piccola zattera fabbricata di tronchi di faggio, mi recai felicemente nel mezzo e ai lati del Lago, stupenti quei paesani, ne mai tale cosa pensanti, e insieme, il piombino alla mano, ebbi il desiderato contento di esplorarne il suo fondo, levando a un tempo due vecchi, e radicati pregiudizi, l'uno della pretesa realità del vortice, l'altro d'una profondità buonamente creduta pressoché inscandagliabile. Dall'esame ch'io feci nel fondo per via dello scandaglio, venni in cognizione, che l'alveo del Lago non era che una delle solite conche, in cui fermandosi l'acque delle due teste descritte sorgenti, nascevano un Lago proporzionato all'ampiezza del sito ricevitore".

Il geosito è in parte compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).
Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Stratigrafico - Geomorfologico - Strutturale;
Geotipi presenti: Accavallamento - Depositi morenici - Dorsale - Falda di detrito - Lago glaciale - Piega - Strati rovesciati;
Interessi contestuali: Paesaggistico - Botanico - Faunistico;
Valenze: Scientifico - Divulgativo - Escursionistico - Geoturistico;
Tutela: già in atto;
Accessibilità: difficile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Geositi vicini
Bibliografia
"Appennino Tosco Emiliano. Collana: Guide Geologiche Regionali, a cura della Società Geologica Italiana, coordinatore del volume Valerio Bortolotti." - AA. VV. [1992] BE-MA Editrice, Firenze.
"Sedimentary and tectonic lineations as markers of regional deformation: an example from the Oligo-Miocene arenaceous flysch of the northern Apennines." - CHICCHI S. & PLESI G. [1991] Boll. Soc. Geol. It., 110, 601-616.
"Il paesaggio fisico dell'Alto Appennino emiliano" - AA. VV. [1988] Grafis Edizioni.
"Scaglie tettoniche divelte dal Complesso di M.Modino e trascinate alla base delle unita' subligure e ligure: gli esempi del M. Ventasso e del M.Cisa (Appennino Reggiano)." - Martini G., Plesi G. [1988] Boll.Soc.Geol.It., 107, 171-191.
"Gli antichi ghiacciai dell'Appennino settentrionale. Studio morfologico e paleogeografico" - Losacco U. [1982] Atti Soc.Nat.Mat. di Modena, Vol 113, Modena.
Avvertenze

I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.

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