Geologia, sismica e suoli

Calanchi dell'Abbadessa

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Geosito di rilevanza locale

Spettacolari calanchi formano una lunga dorsale profondamente solcata nelle "Argille Scagliose", tra le valli dei rii Ciagnano e Centonara; la dorsale culmina con il monte Arligo, ove è presente il contatto tra le "Argille Scagliose" e le cineriti della Formazione di Antognola.

I calanchi dell'Abbadessa - Foto Archivio Servizio Geologico
I calanchi dell'Abbadessa - Foto Archivio Servizio Geologico
I calanchi dell'Abbadessa - Foto Archivio Servizio Geologico
Geografia
  • Superficie totale: 54.48 ettari.
  • Quota altimetrica minima 148m. s.l.m., quota altimetrica massima 315.7m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

Gli spettacolari calanchi del passo della Badessa formano una lunga dorsale profondamente solcata nelle "Argille Scagliose" (Argille Varicolori della Val Samoggia), che si alza tra la valle del rio Ciagnano e quella del rio Centonara.

I processi erosivi che sono all'origine della formazione dei calanchi si accompagnano alle colate di fango, frane tipiche di questi ambienti. Con il procedere dell'erosione e dei fenomeni franosi, che sono attivi sui due fianchi della dorsale, il leggendario passo legato alla Beata Lucia di Settefonti, che un tempo univa lungo il crinale calanchivo la località di Sant'Andrea a Settefonti, è oggi ridotto ad una sottile e impervia traccia. In questo esteso fronte calanchivo affiorano le Argille Scagliose di colore grigio chiaro e verdino, all'interno delle quali si riconoscono, soprattutto nella parte inferiore, numerosi inclusi marnosi e calcarei di colore bianco.

Le "Argille Scagliose" sono anche particolarmente ricche di minerali.

In quest'area sono stati effettuati interessanti ritrovamenti sia minerali (pirite, barite, calcite, aragonite e septarie) che fossili (Cicadea messeiana) rinvenuta nel Rio Centonara.

La dorsale culmina con il monte Arligo, dove è possibile individuare il contatto tra le "Argille Scagliose" e le chiare rocce marnose soprastanti, che appartengono alla Formazione di Antognola (Miocene inferiore, tra 23 e 20 milioni di anni fa).

Nell'affioramento di monte Arligo sono presenti strati composti da percentuali significative di ceneri vulcaniche; in particolare il livello superiore, una roccia molto friabile per la scarsa cementazione, è formato per il 95% da vetro vulcanico. L'età di questi materiali, datati di recente utilizzando quei particolari orologi geologici che sono gli elementi radioattivi, è risultata essere di 23,9 +/- 0,4 milioni di anni. Queste "vulcaniti" testimoniano che durante il Miocene inferiore erano presenti, in aree vicine ai bacini di sedimentazione, apparati vulcanici in grado di proiettare nell'atmosfera abbondanti ceneri vetrose, la cui caduta sulla superficie dell'acqua ha favorito la formazione di particolari rocce (dette cineriti) nelle quali le particelle di origine vulcanica risultano largamente prevalenti. Anche lungo il crinale del versante sinistro del rio Ciagnano si osserva il contatto tra le "Argille Scagliose" e le rocce soprastanti, in questo caso appartenenti alla Formazione di Pantano.

Lungo i crinale a sud dei calanchi dell'Abbadessa si trova il "Pilastrino" che, restaurato nel 1922, venne eretto nel 1679 dalla nobile famiglia Fava a ricordo dell'evento miracoloso avvenuto presso l'antichissimo monastero camaldolese di Santa Cristina di Stifonte, localizzato nelle vicinanze.

Nel secolo XII il monastero ospitò la Beata Lucia di Settefonti, che molto probabilmente ne fu anche badessa e godette fama di santità. Una romantica leggenda, di cui i cronisti hanno dato varie versioni nei secoli, narra che Lucia Clari, dopo la morte avvenuta tra il 1156 e il 1158, abbia miracolosamente salvato dalla prigionia in Terrasanta il giovane Diotagora Fava (la cui famiglia aveva a Settefonti numerosi possedimenti, tra cui casa La Torre, oggi sede dell'ERSA), che era solito risalire l'impervio crinale, da allora detto "passo della Badessa", sino alla chiesa per intravederla durante le funzioni religiose. I ceppi che imprigionavano il giovane e la salma di Lucia sono conservati nella vicina chiesa di Sant'Andrea e il culto per la beata era diffuso in tutto il contado bolognese. Il monastero, abbandonato nel secolo XIII a causa di movimenti franosi, venne abbattuto nel 1769, ma al tempo di Calindri, nel 1782, se ne vedevano ancora i ruderi.

Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Geomorfologico - Stratigrafico - Mineralogico;
Geotipi presenti: Calanchi - Pirite - Passaggio stratigrafico;
Interessi contestuali: Archeologico - Storico [Piccola stele funeraria della prima metà del secolo III d.C. ritrovata alla Pieve di Pastino] - Paesaggistico - Botanico - Faunistico;
Valenze: Scientifico - Divulgativo - Escursionistico [Alcuni itinerari del Parco Regionale attraversano l'area];
Tutela: già in atto;
Accessibilità: facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Opportunità di fruizione
Il sito è raggiungibile percorrendo il Cammino di Sant'Antonio
Geositi vicini
Bibliografia
"L'arco del Sillaro: la messa in posto delle Argille Scagliose al margine appenninico padano (Appennino bolognese)" - Castellarin A. Pini G. A., con un contributo di A.M. Borsetti e E. Rabbi Mem. Soc. Geol. It., vol. 39, pp. 127-142.
"Le intercalazioni vulcanoclastiche nei sedimenti oligo-miocenici dell'Appennino settentrionale e centrale" - Borsetti A. M., Cati F., Mezzetti R., Savelli C., Toni G. [1984] Giornale di Geologia (2), v. XLV, f. II, t. IX-XI, 1984.
"Osservazioni sui calanchi appenninici" - Castiglioni B. [1933] Boll.Soc.Geol.It, vol LII, Roma.
Avvertenze

I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.

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