Geologia, sismica e suoli

Monte Pelpi

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Geosito di rilevanza locale

Rilievo formato da Flysch di Ottone, tra cui si trovano quarzi a tramoggia. Ottimo punto panoramico sulle valli del Ceno e del Taro.

Geografia
  • Superficie totale: 51.04 ettari.
  • Quota altimetrica minima 1302.2m. s.l.m., quota altimetrica massima 1474.4m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

La cima del M. Pelpi (1481m) permette di ottenere una eccezionale panoramica dell'alta val Ceno, che comprende le ofioliti del crinale (dal profilo pronunciato del M. Tomarlo alla cresta del M. Nero), il vicino Monte di Lama, il M. Barigazzo e il Monte Dosso.

Osservando questi versanti sono ben percepibili le loro differenti morfologie, causate quasi sempre da passaggi tra rocce a diversa resistenza all'erosione. In particolare si può apprezzare il versante sinistro del Ceno e la valle del Dorbora, dove il Monte di Lama spicca con profilo tabulare staccandosi dai sottostanti pendii argillosi, lungo i quali risaltano anche diverse masse ofiolitiche. Lungo il percorso, il substrato roccioso che forma il M. Pelpi è mascherato dalla copertura vegetale, ma la sua natura calcarenitica e marnosa (si tratta del Flysch ad elmintoidi di Monte Caio) si intuisce osservando i massi di colore grigio-giallastro che emergono sul suolo. In queste rocce è raro il ritrovamento di macrofossili, mentre risulta frequente il ritrovamento di tracce fossili prodotte da organismi limivori che rielaboravano i sedimenti dei fondali marini alla ricerca di sostanze necessarie al loro nutrimento; tra questi è da segnalare Elminthoidea labyrinthica, dal tipico disegno ricurvo, a cui queste successioni sedimentarie devono il nome.

Tra gli affioramenti si possono ritrovare esemplari di quarzo a tramoggia.

La cima del M. Pelpi è caratterizzata da un paesaggio peculiare, dove si osservano estese praterie sommitali che passano, a quote inferiori, a densi boschi di faggio e acero montano, formando un composito mosaico di ambienti in cui la flora, assai ricca e diversificata, comprende diverse specie rare, tra cui il giglio martagone (Lilium martagon), il narciso selvatico (Narcissus poeticus), il botton d'oro (Trollius europaeus), e diverse genziane (G.

kochiana, Gentianella campestris), orchidee e crochi. Lungo i versanti sono numerose le sorgenti, i ruscelli e i laghetti a carattere stagionale.

Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Geomorfologico - Mineralogico;
Geotipi presenti: Quarzo - Rilievo piramidale;
Interessi contestuali: Paesaggistico;
Valenze: Scientifico - Divulgativo;
Tutela: superflua;
Accessibilità: facile;
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Geositi vicini
Avvertenze

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