Home Page ›› Catalogo dei tipi di suolo ›› SANTA LUCIA 20-35% pendenti
I suoli SANTA LUCIA 20-35% pendenti sono profondi o molto profondi, a tessitura franca o franca argillosa, molto calcarei, moderatamente alcalini.
ll substrato, costituito da rocce pelitico-arenacee, con rapporto arenaria/pelite variabile (Formazione Marnoso-Arenacea, prevalentemente membro di Castel del Rio ?FMA12, subordinatamente membro di Fontanelice ?FMA13), si riscontra da 100-150 cm di profondità.
I suoli SANTA LUCIA 20-35% pendenti sono presenti nel basso Appennino romagnolo, situati prevalentemente su versanti a profilo rettilineo con crinali principali a profilo acuto.
In queste terre la pendenza è compresa tra il 20 e il 50%, tipicamente 35-40%.
L'uso del suolo è a seminativi e colture specializzate, in particolare vigneti.
(2010) loamy, mixed, superactive, mesic Typic Calciustepts
(2007) Hypocalcic Haplic Calcisols
N° | OrizGen | LimSup | Spes | Arg | Sab | Schel | S.O. | CalcTot | CalcAtt | pH | Ksat | DensApp | Concentr | Conc | Qualità |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
cm | cm | % | % | % | % | % | % | cm/h | % | ||||||
1 | Ap | 0 | 40 | 23 | 33 | 0 | 1.0 | 20 | 10 | 8.1 | 0.19711 | 1.5 | masse cementate di carbonato di calcio | media | |
2 | Bw(k) o Ap | 40 | 50 | 27 | 30 | 0 | 0.7 | 22 | 10 | 8.3 | masse non cementate di carbonato di calcio | media | |||
3 | Ck | 90 | 25 | masse non cementate di carbonato di calcio | media |
Parametro | Valore |
---|---|
Calcare attivo strato superficiale | da 5 a 12 % |
Calcare attivo entro 80 cm | da 6 a 11 % |
Capacità di scambio cationico nello strato superficiale | >10 meq/100g |
Salinità strato 0-50 cm | non salino (Ece < 2 dS/m) |
Salinità strato 50-100 cm | non salino (Ece < 2 dS/m) |
Sodicità entro 60 cm (ESP) | da 0 a 2 |
Disponibilità di ossigeno | buona |
Rischio di incrostamento superficiale | moderato |
Fessurabilità | bassa |
Capacità in acqua disponibile | alta (225-300 mm) |
Profondità utile per le radici delle piante | elevata (100-150 cm) |
Percorribilità | moderata |
Resistenza meccanica alle lavorazioni | scarsa |
Tempo di attesa per le lavorazioni | breve |
Inondabilità | nessuna o rara (fino a 1-5 volte/100 anni) |
Capacità di accettazione piogge | alta |
Rischio di perdite di suolo per erosione | alto |
Gruppo Idrologico | D: potenziale scorrimento superficiale alto |
A causa del rischio potenziale di perdita di suolo per erosione idrica alto o molto alto i suoli SANTA LUCIA 20-35% pendenti richiedono interventi di sistemazione e l'adozione di indirizzi colturali e pratiche conservativi (quali l'utilizzo forestale, a prato o a pascolo permanente o le rotazioni con ampia presenza di foraggere o l'inerbimento degli impianti arborei).
A causa della prevalenza del rischio di perdita di suolo per erosione idrica, le opere di sistemazione e regimazione delle acque dovrebbero tendere ad interrompere o rallentare lo scorrimento delle acque superficiali e a favorirne l'infiltrazione; tali obiettivi si possono conseguire riducendo la lunghezza degli appezzamenti mediante l'apertura di fossi acquai obliqui o trasversali e, se possibile, la realizzazione di fossi e scoline permanenti. In funzione della pendenza di questi suoli, compresa tra 10 e 30%, per gli impianti di colture arboree sono adottabili le seguenti sistemazioni: - per pendenze fino al 20% circa sistemazioni a rittochino; - per pendenze oltre al 20% circa, allo scopo di contenere i processi erosivi, sistemazioni a fossi livellari, distanti 50-70 m, con disposizione dei filari a rittochino. La profondità e la conformazione delle sponde dei fossi dovrebbero consentire l'attraversamento dei mezzi meccanici.
Allo scopo di migliorare le caratteristiche strutturali dell'orizzonte di superficie, sono da preferire le arature poco profonde e l'utilizzo di macchine con organi lavoranti che non frantumano il terreno (vangatrici, erpici, sarchiatrici). Ripetute fresature possono causare eccessiva disgregazione e polverizzazione del terreno, favorendo, in tal modo, l'erosione e la formazione di croste. Quando la pendenza lo permette, sono da preferirsi le lavorazioni al traverso rispetto a quelle a rittochino,. a causa del rischio di erosione idrica. L'inerbimento permanente e totale delle colture arboree è importante nel limitare l'erosione idrica, ma, in questi suoli, può creare una moderata competizione idrica con la coltura principale. Per tale motivo, si può ricorrere con successo all'inerbimento dell'interfila e alla minima lavorazione o al diserbo lungo le file. Inoltre è opportuno adottare l'inerbimento artificiale, indirizzando la scelta verso miscugli di specie e varietà a taglia ridotta e/o che interrompono o rallentano l'attività vegetativa nel periodo estivo.
I suoli SANTA LUCIA 20-35% pendenti non presentano particolari limitazioni o vincoli nella scelta dei concimi azotati. Il pH elevato può favorire le perdite di azoto per volatilizzazione in caso di utilizzo di concimi contenenti azoto in forma ammoniacale. In questi suoli il fosforo è soggetto a fenomeni di immobilizzazione dovuti all'elevato contenuto in carbonato di calcio. Per tate motivo sono da preferire i perfosfati con prevalenza di fosfato monocalcico (perfosfato semplice, concentrato e triplo). Apporti di materia organica nel terreno migliorano la struttura ed aumentano la porosità e la capacità di ritenzione idrica diminuendo, nel contempo, i rischi di perdita di suolo. Nel caso di spandimento di liquami zootecnici, al fine di ridurre il rischio di perdita per ruscellamento, possono rivelarsi utili i seguenti accorgimenti: rottura dell'eventuale crosta superficiale, frazionamento degli apporti, interramento.
I suoli SANTA LUCIA 20-35% pendenti non presentano importanti limitazioni alla produzione delle principali colture agrarie praticabili in collina. La resa delle colture primaverili-estive e di quelle arboree è tuttavia strettamente dipendente dai caratteri climatici locali e dall'andamento meteorologico stagionale (soprattutto dalle precipitazioni).
I suoli SANTA LUCIA 20-35% pendenti non presentano importanti limitazioni edafiche alla crescita delle principali specie forestali utilizzabili nell'arboricoltura da legno e negli impianti forestali permanenti, ad eccezione della Douglasia, la cui crescita è limitata molto severamente a causa della reazione. Particolare attenzione deve essere posta, nel caso di impianti di Noce, al calcare attivo, in quanto nei suoli S. Lucia questa qualità può assumere valori limitanti. Le caratteristiche climatiche limitano fortemente la crescita di Acero riccio Olmo montano, Ontano napoletano, Pino nero e Pino silvestre di provenienza alpina e, tra le specie adatte all'arboricoltura da legno, della Douglasia.