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Archivio Movimenti Franosi Storicamente Documentati

L'"Archivio dei Movimenti Franosi Storicamente Documentati" raccoglie informazioni sulle date di attivazione/riattivazione di frane con relativa localizzazione, in un intervallo di tempo che va dal Medioevo sino ad oggi.

Per ogni evento sono riportate, ove disponibili, informazioni relative alla tipologia della frana, alla sua dimensione, a eventuali effetti sul territorio.

Per il corretto utilizzo dei dati disponibili si invita alla lettura delle Condizioni di utilizzo dei dati

ID 202002

 

8 eventi di frana

Dismano (La Baracca) Maserno Monteforte Forno - Ranocchi I Lazzari

Inquadramento
  • Superficie totale: 29.12 ettari
  • Comune di MONTESE - Provincia di Modena
Carta inventario delle frane
  • Quadro di unione per il comune di MONTESE [PDF]
Localizzazione frana storica e Carta del dissesto

Glossario [pdf]
8. Evento del 1996
  • Data: 01/01/1996  [giorno certo]
  • Descrizione:
    Testata dell'impluvio del T. Dardagnola, settore a valle dell'insediamento de I Lazzari, compreso tra la zona di confluenza dei rami superiori confluenti nel Fosso dei Tagliati, La Cà, l'alveo del T. Dardagnola, Cereseto di Sotto. Nella notte tra la domenica del 31 dicembre e il 1 gennaio si verifica la riattivazione di parte dei grandi corpi di frana presenti nel tratto superiore del bacino del T. Dardagnola, che interessa l'areale compresa tra l'asta principale del corso d'acqua ed I Lazzari. La descrizione seguente è tratta dalla pubblicazione di TOSATTI et al. (2001). La zona di distacco iniziale è situata circa 300 m a sud-ovest dell'insediamento dei Lazzari. Nei giorni successivi si verifica la graduale regressione della zona di coronamento verso gli edifici di Cereseto di Sotto, posti circa 150 m a monte, che tuttavia non risultano coinvolti direttamente dai movimenti. Nel tratto occidentale (a ovest di Maserno), dove affiorano i terreni marnosi e argillosi delle Liguridi, i processi morfogenetici più evidenti sono dovuti alla diffusa presenza di frane per colata di terra, in gran parte allo stato quiescente, e a scivolamenti roto-traslativi, spesso delimitati da fossi di ruscellamento confluenti nell'alveo del T. Dardagnola. La frana riattivatasi nel gennaio 1996 è definibile, secondo la classificazione di CRUDEN & VARNES (1996), come movimento gravitativo complesso manifestato da scivolamenti in blocco di roccia, scorrimenti rotazionali e roto-traslativi di terra e colate di terra. La campagna di indagine geognostica avviata a seguito della riattivazione del 1 gennaio 1996 ha consentito di definire la profondità della superficie di scorrimento, che risulta posta tra 10 e 20 m dal piano campagna. La presenza di livelli caratterizzati da plasticità media, bassa consistenza e contenuti d'acqua medio-elevati, sino a profondità sino a 37-38 m (la massima profondità investigata è stata di 40 m), fa ritenere tuttavia che la mobilizzazione in massa delle frane storiche sia avvenuta lungo superfici di scorrimento più profonde, impostate anche all'interno delle unità del substrato. L'orizzonte di terreno più superficiale, inoltre, a causa dell'elevato assorbimento di acqua meteorica, può raggiungere valori di umidità corrispondenti allo stato plastico e dare origine a diffuse colate di terra. All'interno del corpo di frana la falda libera oscilla tra 2 e 5 m dal piano campagna, mentre i piezometri Casagrande hanno riscontrato la presenza in profondità di una falda in leggera pressione. Grandi corpi di frana coalescenti per lo più allo stato quiescente, o attivi. Ostruzione di un tratto dell'alveo del T. Dardagnola, decorrente sul margine sinistro del movimento. Riduzione della sezione di deflusso e minacia di ostruzione dell'alveo del T. Dardagna in corrispondenza della zona di confluenza con i T. dei Tagliati e Roncola. Sconvolgimento dell'assetto morfologico della testata del bacino, con formazione di gradini, contropendenze e zone di ristagno idrico. Ostruzione delle linee di drenaggio, alterazione della circolazione idrica di superficie e sotterranea. Il monitoraggio dei movimenti e la ricostruzione dei trend evolutivi, condotti durante gli interventi di emergenza e sistemazione dei fenomeni hanno evidenziato uno stato di deformazione generalizzata che interessa la parte alta del bacino (TOSATTI et al., 2001). Dal confronto tra i rilievi catastali e topografici (CTR), infatti, si rileva che le zone di confluenza dei T. dei Tagliati, Roncola e Dardagnola hanno subito spostamenti di varie decine di metri verso nord e nord-ovest. [Localizzazione: Buona approssimazione]
  • Dimensioni del fenomeno: L = 1270 m, l max = 500 m, l min = 220 m, p media = 10-20 m, A = 0.41 km2, v (primi giorni riattivazione) = 2-5 m/giorno.
  • Cause innesco: La frana del 1 gennaio 1996 fa seguito ad un biennio 1994-1995 caratterizzato da elevati apporti meteorici, in particolare nei mesi autunnali. Inoltre, la notte del 31 gennaio 1995 (ore 21.45 GMT) si verificò un terremoto di magnitudo 3.3 (Intensità MCS = V grado) con epicentro nel Comune di Villaminozzo (ZUCCHI, 1996). Il sisma fu avvertito, oltre che nell'area in esame, in un vasto settore dell'Appennino nord-occidentale. In questo contesto, la causa determinante della riattivazione è da attribuirsi allo stato di elevata ricarica della circolazione idrogeologica, ed in particolare all'elevata concentrazione di precipitazioni nei mesi antecedenti che avevano determinato condizioni di equilibrio limite sul versante. Il sisma della sera del 31 dicembre, per la limitata magnitudo e la notevole distanza dalla zona epicentrale (situata circa 30 km a nord-ovest), rappresentò soltanto la causa scatenante di un evento già "preannunciato" da cause meteorologiche (TOSATTI et al., 2001).
  • Danni e interventi: Minaccia per vari insediamenti rurali. Distruzione delle strade vicinali. Sconvolgimento di vaste coltivazioni, pascoli e bosco. L'elevata instabilità dei versanti occidentali risulta direttamente connessa con le deboli caratteristiche meccaniche delle formazioni argilloso-marnose, le condizioni meteo-idrologiche e le attività antropiche principalmente legate all'uso agricolo del territorio (CASTALDINI et al., 1998). Per quanto riguarda la circolazione idrogeologica il complesso a maggiore permeabilità è rappresentato dal Gruppo di Bismantova, che costituisce un unico grande acquifero le cui sorgenti hanno portate medie dell'ordine di 10 l/s. Il modello di circolazione idrica è simile a quello di un sistema carsico, impostato lungo i sistemi di fessure e macrofratture, in gran parte di origine tettonica, ma ampliate meccanicamente da deformazioni gravitative profonde (CANCELLI et al., 1987). Le emergenze idriche si localizzano lungo la soglia di permeabilità sviluppatasi al contatto con i sottostanti Complessi di base liguri e subliguri, a conducibilità idrica pressochè nulla. Campioni di roccia indisturbati prelevati in sondaggio hanno fornito discreti valori di resistenza al taglio drenata in condizioni di picco, mentre i valori di resistenza residua si attestano su 12-18° e Cr' = 0. In realtà il comportamento dell'ammasso a scala del pendio è controllato dalla intensa deformazione connessa allo sviluppo delle superfici multiple di scorrimento a varie profondità. I parametri di resistenza al taglio dell'ammasso, risultano infatti prossimi a quelli in condizioni residue.
  • E' presente documentazione presso il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli.
7. Evento del 1904
  • Data: 03/04/1904  [giorno certo]
  • Descrizione:
    Nel corso della costruzione della strada Montese-Castelluccio si è verificato un vasto movimento gravitativo che ha coinvolto le loc. Forno e Ranocchi. Rimobilizzazione in massa dei corpi di frana presenti nell'alto bacino del T. Dardagna. I movimenti interessano gli insediamenti di Cereseto, I Michelini, Cà Lazzari, attuale Caseificio di Dismano, Le Caselline, La Baracca, Le Piane, I Rovinoni, I Tassi e i Cannoni. I movimenti proseguono sino alla fine del mese di luglio 1904. Grandi corpi di frana coalescenti per lo più allo stato quiescente, o attivi. Ostruzione e deviazione del Fosso di Tosmano. Sconvolgimento dell'assetto morfologico della testata del bacino, con formazione di gradini, contropendenze e zone di ristagno idrico. Ostruzione delle linee di drenaggio, alterazione della circolazione idrica di superficie e sotterranea. Per ripristinare condizioni di deflusso efficienti nell'alto bacino del T. Dardagnola, viene scavato manualmente l'alveo del Fosso dei Tagliati. In Almagià si legge: "..presso il Castelluccio, assai recentemente, il 3/04/1904, in seguito a continue intemperie franò una pendice per la lunghezza di 2 km e la media larghezza 500 metri rovinando tre case, danneggiandone altre in buon numero, deviando il fosso di Tosman e sconvolgendo una zona di castagneto; in movimento durò con varie velocità fino alla fine di luglio.." [Localizzazione: Buona approssimazione]
  • Dimensioni del fenomeno: L = 2000 m circa, l = 500 m, A = 3 km2 (ALMAGIA', 1907).
  • Cause innesco: Elevati apporti meteorici connessi alla rapida fusione del manto nevoso, a seguito del repentino innnalzamento della temperatura, e alle prolungate precipitazioni della primavera 1904. Il 10 giugno 1904 si verifica un sisma con intensità epicentrale = VII-VIII grado MCS, magnitudo = 5.2 Ms; l'epicentro è localizzato circa 13 km a ovest tra Montecreto e Sestola (CAMASSI & STUCCHI, 1996). Il terremoto verificatosi 2 mesi dopo l'inizio dei movimenti può aver favorito l'attività della frana nelle fasi successive di mobilizzazione, ma non costituisce la causa innescante.
  • E' presente documentazione presso il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli.
6. Evento del 1495
  • Data: 1495  [indicazione dell'anno]
  • Descrizione:
    Testata dell'impluvio del T. Dardagnola, settore compreso tra il Fosso del Cerratello, la sommità del crinale spartiacque, l'insediamento Il Cereseto e l'alveo del T. Dardagnola. L'antico abitato di Dismano, importante insediamento dotato di Castello e Chiesa parrocchiale, il cui territorio comprendeva i villaggi di Castelluccio e Maserno è localizzabile, sulla base delle notizie storiche e della toponomastica, in prossimità della confluenza tra il Fosso dei Tagliati ed il T. Dardagnola (loc. La Baracca, 570 m circa). Nel 1495 (o poco prima del 1490, secondo BERNARDI, 1905) una grande frana interessa il territorio di Dismano, determinando la distruzione pressochè completa dell'abitato e del Castello. Pur permanendo alcuni nuclei isolati l'insediamento vero e proprio non viene ricostruito ed i territori di sua pertinenza sono ripartiti tra le comunità di Monteforte e di Riva (PANTANELLI & SANTI, 1895; BERNARDI, 1905). Insieme di movimenti quiescenti, anche di grandi dimensioni, coalescenti fra loro e in movimento verso la vallecola del T. Dardagnola. Nei settori superiori del bacino sono presenti anche diffusi affioramenti di "depositi di versante" e settori con "sciv Sconvolgimento dell'assetto morfologico della testata del bacino, con formazione di gradini, contropendenze e zone di ristagno idrico. Ostruzione delle linee di drenaggio, alterazione della circolazione idrica di superficie e sotterranea. [Localizzazione: Buona approssimazione]
  • Cause innesco: Probabilmente determinate dagli elevati apporti meteorici dell'autunno. Le Fonti modenesi coeve (riportate in SANTI, 1897) ricordano che quasi tutti i giorni del mese di dicembre 1495 furono caratterizzati da piogge o nevicate rilevanti, con piene ed inondazioni dei principali corsi d'acqua sia sul versante padano, che del Tevere nel Lazio. Sulla base dei contenuti delle Cronache è possibile rilevare, tra l'altro, che il periodo di intense e prolungate precipitazione iniziò almeno dall'autunno 1493 e proseguì anche negli anni seguenti.
  • E' presente documentazione presso il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli.
5. Evento del 1663
  • Data: 1663  [indicazione dell'anno]
  • Descrizione:
    Testata dell'impluvio del T. Dardagnola, settore compreso tra il Fosso delle Coveraie, la sommità del crinale spartiacque, Cereseto e l'alveo del T. Dardagnola. Territorio relativo all'antico abitato di Dismano, situato in prossimità della loc. La Baracca (quota 570 m circa), distrutto dalla precedente frana del 1495. Rimobilizzazione in massa di un ampio movimento franoso che interessa tutto il settore di testata dell'impluvio compreso tra il Fallino ed il Cersè (da "Insediamento storico e beni culturali, alta Valle del Panaro", 1988). Insieme di movimenti quiescenti, anche di grandi dimensioni, coalescenti fra loro e in movimento verso la vallecola del T. Dardagnola. Nei settori superiori del bacino sono presenti anche diffusi affioramenti di "depositi di versante" e settori con "sciv Sconvolgimento dell'assetto morfologico della testata del bacino, con formazione di gradini, contropendenze e zone di ristagno idrico. Ostruzione delle linee di drenaggio, alterazione della circolazione idrica di superficie e sotterranea. [Localizzazione: Buona approssimazione]
  • E' presente documentazione presso il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli.
4. Evento del 1414
  • Data: 03/08/1414  [giorno certo]
  • Descrizione:
    Testata dell'impluvio del T. Dardagnola, settore compreso tra il Fosso del Cerratello, la sommità del crinale spartiacque, l'insediamento Il Cereseto e l'alveo del T. Dardagnola. L'antico abitato di Dismano, importante insediamento dotato di Castello e Chiesa parrocchiale, il cui territorio comprendeva i villaggi di Castelluccio e Maserno è localizzabile, sulla base delle notizie storiche e della toponomastica, in prossimità della confluenza tra il Fosso dei Tagliati ed il T. Dardagnola (loc. La Baracca, 570 m circa). Nell'agosto 1414 "un sommovimento della terra fece rovinare la torre del castello e le case circostanti" (Insediamento storico e beni culturali, alta Valle del Panaro, 1988). Il terremoto, a cui fanno riferimento genericamente i cronisti, non risulta documentato da nessuno dei cataloghi sismici recenti, nonostante la disponibilità e varietà di fonti documentarie coeve (cfr. BOSCHI et al., 1995; CAMASSI & STUCCHI, 1996; POSTPISCHL, 1985; Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani, 1999). E' molto probabile, quindi, che la distruzione parziale dell'insediamento sia riferibile ad una riattivazione della frana. Insieme di movimenti quiescenti, anche di grandi dimensioni, coalescenti fra loro e in movimento verso la vallecola del T. Dardagnola. Nei settori superiori del bacino sono presenti anche diffusi affioramenti di "depositi di versante" e settori con "scivolamenti". [Localizzazione: Buona approssimazione]
3. Evento del 1777
  • Data: 1777  [indicazione dell'anno]
  • Descrizione:
    Testata dell'impluvio del T. Dardagnola, settore compreso tra il Fosso delle Coveraie, Maserno Vecchio, Monteforte, la sommità del crinale spartiacque, il Fosso dei Tagliati e l'alveo del T. Dardagnola. Territorio relativo all'antico abitato di Dismano distrutto dalla precedente frana del 1495. Rimobilizzazione in massa di un ampio movimento franoso che interessa tutto il settore di testata dell'impluvio compreso tra il Serretto di Monteforte e Romagnano (da "Insediamento storico e beni culturali, alta Valle del Panaro", 1988). Insieme di movimenti quiescenti, anche di grandi dimensioni, coalescenti fra loro e in movimento verso la vallecola del T. Dardagnola. Nei settori superiori del bacino sono presenti anche diffusi affioramenti di "depositi di versante" e settori con "sciv Sconvolgimento dell'assetto morfologico della testata del bacino, con formazione di gradini, contropendenze e zone di ristagno idrico. Ostruzione delle linee di drenaggio, alterazione della circolazione idrica di superficie e sotterranea. [Localizzazione: Buona approssimazione]
2. Evento del 1854
  • Data: 1854  [precisione pluriennale]
  • Descrizione:
    "Circa cinquant'anni prima sembra che un altro scoscendimento si fosse verificato in quella medesima plaga (vedi evento 1904)" [Localizzazione: Buona approssimazione]
  • E' presente documentazione presso il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli.
1. Evento del 1200
  • Data: antecedente al XIII secolo  [precisione pluriennale]
  • Descrizione:
    Testata dell'impluvio del T. Dardagnola, in prossimità della confluenza con il Fosso dei Tagliati. Antico abitato di Dismano, situato in prossimità della loc. La Baracca (corrispondente alla quota 570 m circa). L'antico abitato di Dismano, importante insediamento dotato di Castello e Chiesa parrocchiale, il cui territorio comprendeva i villaggi di Castelluccio e Maserno è localizzabile, sulla base delle notizie storiche e della toponomastica, in prossimità della loc. La Baracca. Tutto l'alto bacino del T. Dardagnola è occupato da una serie di grandi corpi di frana coalescenti. Sulla base delle notizie storiche è possibile ipotizzare una prima mobilizzazione in massa precedentemente all'inizio del sec. XIII. Le fonti documentarie più antiche, come il trattato redatto sul posto nel 1227 tra le ambascerie di Modena e Bologna per la definizione di questioni di confine tra i due territori, riportano, infatti, l'esistenza nei pressi del Castello di Dismano del sito "Serra di Lago Malo" (in "Insediamento storico e beni culturali, alta Valle del Panaro", 1988). Il toponimo è riferibile molto probabilmente alla formazione di un invaso a seguito dello sbarramento di un corso d'acqua o alla formazione di zone in contropendenza, a seguito di importanti movimenti gravitativi. Insieme di movimenti quiescenti, anche di grandi dimensioni, coalescenti fra loro e in movimento verso la vallecola del T. Dardagnola. Nei settori superiori del bacino sono presenti anche diffusi affioramenti di "depositi di versante" e settori con "sciv Sconvolgimento dell'assetto morfologico della testata del bacino, con formazione di gradini, contropendenze e zone di ristagno idrico. Ostruzione delle linee di drenaggio, alterazione della circolazione idrica di superficie e sotterranea. Formazione di un invaso detto "Lago Malo", che darà nome ad un tratto del rilievo prossimo al castello di Dismano. [Localizzazione: Buona approssimazione]