Logo ER

Archivio Movimenti Franosi Storicamente Documentati

L'"Archivio dei Movimenti Franosi Storicamente Documentati" raccoglie informazioni sulle date di attivazione/riattivazione di frane con relativa localizzazione, in un intervallo di tempo che va dal Medioevo sino ad oggi.

Per ogni evento sono riportate, ove disponibili, informazioni relative alla tipologia della frana, alla sua dimensione, a eventuali effetti sul territorio.

Per il corretto utilizzo dei dati disponibili si invita alla lettura delle Condizioni di utilizzo dei dati

ID 202030

 

1 eventi di frana

Semelano

Inquadramento
  • Comune di MONTESE - Provincia di Modena
Carta inventario delle frane
  • Quadro di unione per il comune di MONTESE [PDF]
Localizzazione frana storica e Carta del dissesto

Glossario [pdf]
1. Evento del 1600
  • Data: antecedente al XVII secolo  [precisione pluriennale]
  • Descrizione:
    L'intero settore circostante Semelano, dalle incisioni del Rio Rosola e del Fosso Molinaccio all'abitato di Montalto Vecchio, corrisponde secondo CANCELLI et al. (1987) ad un fenomeno di deformazione gravitativa profonda di versante. L'elemento morfologico più evidente è rappresentato da una serie di blocchi ribassati costituenti il rilievo di M. Asinello, separato dagli affioramenti arenaceo-calcari retrostanti dall'ampia area sub-pianeggiante di Semelano. Nei settori circostanti i blocchi arenaceo-marnosi si sviluppano una serie di colate di terra impostate nei terreni argillosi. Questo assetto complessivo era stato in precedenza interpretato come dovuto ad uno smembramento per cause tettoniche dell'originaria placca impostata nella Formazione di Bismantova (SERVIZIO GEOLOGICO D'ITALIA, 1970). All'interno degli affioramenti relativi a questa unità sono presenti depresssioni chiuse, pianori con fratture e inghiottitoi, già interpretati come forme di origine carsica (COLOMBETTI, 1975). Ripiani e depressioni chiuse sono delimitati da pareti sub-verticali che conservano perfettamente le strutture sedimentarie, senza mostrare mai microstrutture da movimenti tettonici, pur essendo evidente che si tratta di nette superfici di rottura. L'assetto complessivo dell'area, secondo lo studio di CANCELLI et alii (1987), è interpretabile come un fenomeno di deformazione gravitativa profonda. Le osservazioni effettuate nel periodo 1985-87 hanno permesso di rilevare che alcuni dei cosidetti inghiottitoi, di dimensioni sub-metriche, tendono a variare nettamente in ampiezza nel corso del tempo, fino a chiudersi totalmente o a formarsene dei nuovi. Evoluzione analoga presentano le fratture. Nell'arco di circa 5 anni è stata rilevata la formazione di una frattura beante con larghezza di circa 0.5 m. Il monitoraggio strumentale di altre fratture ha evidenziato movimenti di apertura o chiusura dell'ordine di 1-2 mm/anno. Queste spaccature mostrano una forma triangolare più o meno marcata, con allargamento verso la parte bassa. Un'altra evidenza dei movimenti gravitativi è offerta dal blocco maggiormente ribassato posto ad ovest del M. Asinello, ove l'ammasso caotico di blocchi calcareniti della Formazione di Bismantova poggia direttamente sul termine inferiore rappresentato dalle Marne di Montepiano. La suddivisione in blocchi della placca cresce in intensità e frequenza dal coronamento verso il piede della frana, con il risultato che i singoli blocchi mostrano una progressiva riduzione di dimensioni ed una frantumazione sempre più marcata. Nel punto inferiore del margine della placca è presente la sorgente di Rosola o "Nadia" con portate variabili tra 50-120 l/s, il cui bacino di alimentazione è connesso agli inghiottitoi ed alle depressioni presenti all'interno della placca. Le conoscenze disponibili non consentono di definire la cronologia delle fasi di deformazione principale. Le evidenze attuali di movimenti lenti e di colate attive frontali rappresentano degli aspetti di ordine secondario. Al momento l'epoca dei movimenti principali resta indeterminata, ma comunque antecedente al secolo XVII, poichè nel nucleo abitato di Semelano compaiono edifici risalenti a quell'epoca. L'area interessata dalla DGPV è parzialmente compresa in settori con scivolamento di blocchi, piccole frane attive ed estesi affioramenti di depositi di versante. Progressivo affossamento delle depressioni e dei bacini chiusi alla sommità del rilievo di M. Asinello. Isolamento di porzioni di placche litoidi soggette poi a movimenti per scorrimenti rotazionali e traslativi. Fenomeni di spandimento laterali predisponenti l'attivazione di colate nelle unità argillose. [Localizzazione: Buona approssimazione]
  • Dimensioni del fenomeno: Intero settore interessato da DGPV: L = 3100 m, l = 2250 m, A = circa 4.80 km2.
  • Cause innesco: Fasi parossistiche dei movimenti possono essere indotte da elevati livelli piezometrici a seguito di rilevanti apporti meteorici e forti sollecitazioni sismiche.
  • E' presente documentazione presso il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli.