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Archivio Movimenti Franosi Storicamente Documentati

L'"Archivio dei Movimenti Franosi Storicamente Documentati" raccoglie informazioni sulle date di attivazione/riattivazione di frane con relativa localizzazione, in un intervallo di tempo che va dal Medioevo sino ad oggi.

Per ogni evento sono riportate, ove disponibili, informazioni relative alla tipologia della frana, alla sua dimensione, a eventuali effetti sul territorio.

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ID 202165

 

2 eventi di frana

S. Andrea Pelago

Inquadramento
  • Superficie totale: 104.93 ettari
  • Comune di PIEVEPELAGO - Provincia di Modena
Carta inventario delle frane
Localizzazione frana storica e Carta del dissesto

Glossario [pdf]
2. Evento del 1918
  • Data: 26/04/1918  [data del documento]
  • Descrizione:
    Circolazione idrica del sottosuolo in concomitanza di elevate precipitazioni innescarono un movimento gravitativo. La Frazione di S. Andrea Pelago venne interessata da movimenti gravitativi caratterizzati da continue riattivazioni minaccianti la strada Nazionale (S.S. dell'Abetone e del Brennero), nonché l'abitato stesso di S. Andrea Pelago e le borgate vicine. Formazione di depressioni talvolta sede di ristagni idrici [Localizzazione: Buona approssimazione]
  • Cause innesco: Precipitazioni, circolazione idrica del sottosuolo e attività erosiva del Rio Grosso
  • E' presente documentazione presso il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli.
1. Evento del 1916
  • Data: 1916  [indicazione dell'anno]
  • Descrizione:
    Versante degradante dal crinale del Monte S. Andrea verso l'alveo del T. Scoltenna. Areale compreso tra l'abitato I Casoni, le incisioni del Rio Asinari verso est, del Rio Grosso - Rio Grande (sino alla confluenza con il T. Scoltenna) a ovest. L'abitato di S. Andrea Pelago è stato dichiarato da consolidare con D.L. n. 299 del 02/03/1916. La documentazione progettuale elaborata per il consolidamento dell'abitato evidenzia un assetto morfologico del pendio improntato dalla presenza di contropendenze e deformazioni determinate dal periodico riattivarsi dei movimenti su ampia scala. Le depressioni chiuse ospitano numerose pozze e laghetti perenni localmente denominati Lagacce, alimentate dalle acque di scorrimento superficiale e dalle emergenze della circolazione sotterranea. Le forme maggiori, alcune delle quali presenti ancora negli anni 1925-28, raggiungono dimensioni considerevoli (sino a 150 m x 200 m). Nel periodo 1918-28 vengono prosciugati i seguenti invasi: Lagaccio Casoni, posto subito a ovest della Chiesa di Casoni (m 50 x 70); Lagaccio di Cà Stefanini, poco a valle dell'omonimo nucleo, immediatamente a monte del bivio tra le strada per Casoni e Gornara (m 40 x 70); Lagaccia di Piano Grande, 80 m a est della precedente a lato del bivio per Gornara (m 35 x 40); Lagaccia di Lavarino, a monte del bivio tra le strade di Casoni e del Molino Medici (m 45 x 55); Lagaccia prosciugata 150 m ad est della precedente, a 40 m dal margine della strada per Casoni (m 70 x 100); Lagaccia Grandi, immediatamente a est del nucleo storico di S. Andrea, a margine della strada del Tavernaro, tra il bivio con la Statale e l'abitato (m 150 x 240 m); Lagaccia del Serraglione, 90 m a ovest della strad di accesso a S. Andrea e circa 130 m a valle della piazzetta centrale dell'abitato (m 50 x 60); Lagaccia di Campo del Gallo, 160 m a ovest della piazzetta di S. Andrea, lungo la strada vicinale che va verso il Fosso dei Casoni (settore adiacente alla strada sul lato di monte: m 20 x 40; settore adiacente alla strada sul lato a valle: m 35 x 60); Lagaccia prosciugata, 120 m a monte del Ponte Rosso della Statale n. 12 sul Rio Grosso, 70 m a valle dei due edifici isolati (m 50 x 60); Lagaccia del Ponte Rosso, sponda sinistra del Rio Grosso, 80 m a valle del Ponte in corrispondenza della seconda briglia (m 20 x 25); Lagaccia del Ponte Rosso, sponda destra del Rio Grosso, 50 m a valle del Ponte e 40 m a monte della Strada Statale (m 40 x 45); Lagaccia Mucci, in sinistra del Rio Grosso, 320 m a est del Ponte Rosso e 130 m a valle della Statale (m 55 x 75); Lagaccia del Beneficio, in sinistra del Rio Grosso-Grande, 460 m a est del Ponte Rosso e 200 m a monte dell'alveo del corso d'acqua (m 35 x 40). Nell'Inventario del Dissesto l'area è inclusa in un'ampio corpo di frana quiescente esteso da sopra la località Roncacci sino agli alvei del Rio Grosso e del T. Scoltenna. Lateralmente sono presenti altri minori corpi di frana quiescenti e, in particolar Il margine inferiore del corpo di frana del suo complesso, compreso quello relativo al movimento attivo secondo lo SCAI, raggiunge l'alveo del Rio Grosso-Rio Grande. Sconvolgimento dell'assetto morfologico del versante, ostruzione del reticolo di drenaggio secondario. Formazione di aree di ristagno idrico alimentate dallo scorrimento di superficie e dall'emergenza della circolazione idrica sotterranea. [Localizzazione: Buona approssimazione]
  • Dimensioni del fenomeno: Area complessiva in frana su cui erano previsti interventi secondo il "Progetto di consolidamento": L = 2800 m, l = 800 m, A = 1.04 km2.
  • Cause innesco: Elevata ricarica dei circuiti idrici sotterranei a seguito di precipitazioni elevate e prolungate, in concomitanza con alterazioni del reticolo di scorrimento superficiale e delle condizioni di emergenza della falda.
  • E' presente documentazione presso il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli.