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Archivio Movimenti Franosi Storicamente Documentati

L'"Archivio dei Movimenti Franosi Storicamente Documentati" raccoglie informazioni sulle date di attivazione/riattivazione di frane con relativa localizzazione, in un intervallo di tempo che va dal Medioevo sino ad oggi.

Per ogni evento sono riportate, ove disponibili, informazioni relative alla tipologia della frana, alla sua dimensione, a eventuali effetti sul territorio.

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ID 202221

 

3 eventi di frana

S. Anna Pelago

Inquadramento
  • Comune di PIEVEPELAGO - Provincia di Modena
Carta inventario delle frane
Localizzazione frana storica e Carta del dissesto

Glossario [pdf]
3. Evento del 1920
  • Data: 07/09/1920  [giorno certo]
  • Descrizione:
    Sequenza sismica del settembre 1920 in Garfagnana. Dalle segnalazioni e dai rilevamenti degli effetti subiti dall'abitato subito dopo i sismi principali emergono importanti indizi che fanno ritenere molto verosimile una rimobilizzazione locale della grande frana di S. Anna Pelago (DE STEFANI, 1920; TOSATTI, 1920-21). La mancanza di rapporti tecnici dettagliati e la completa urbanizzazione del versante, tuttavia, rendono al momento impossibile una ricostruzione valida delle condizioni al contorno. L'areale complessivo relativo all'evento del 1896 comprende un grande corpo di frana quiescente (su cui sorge l'abitato principale), una serie di movimenti quiescenti minori, estesi affioramenti di depositi glaciali. [Localizzazione: Buona approssimazione]
  • Cause innesco: Terremoto del settembre 1920 in Garfagnana. Il 7 settembre 1920 (ore 05.56) si verificò una scossa sismica di Magnitudo Ms = 6.5, pari ad una Intensità MCS = X, con epicentro distante 25 km verso Ovest (Lat. 44°12', Long. 10°15'; BOSCHI et alii, 1995). Lo stesso giorno alle ore 08.10 si ebbe una seconda scossa con I MCS = VI. A Piepelago e S. Anna Pelago la scossa principale raggiunse un'intensità MCS = VII-VIII, mentre a Roccapelago e S. Andrea Pelago venne avvertita con MCS = VII.
  • E' presente documentazione presso il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli.
2. Evento del 1896
  • Data: 22/12/1896  [giorno certo]
  • Descrizione:
    Attivazione della grande frana di S. Anna Pelago. In seguito a questo evento V. SANTI pubblica la ricerca "Le frane dell'Appennino Modenese" (1897). Secondo ZANOTTI (1993) la sera del 21 dicembre 1896, verso le ore 21, si rilevarono le prime evidenze dell'attivazione di un grande frana sul versante destro del T. Perticara. I movimenti dapprima lenti proseguirono in modo più rapido nel corso della notte, intorno alle ore 23 i tre quarti dell'abitato erano già stati sconvolti dalla frana. Il 22 dicembre l'abitato era completamente distrutto. La fase parossistica proseguì sino al 25 dicembre, quando la frana raggiunse la massima estensione, coinvolgendo una vasta area dalla base del crinale sino all'alveo del T. Perticara, che risultava ostruito. La zona di coronamento era alla base del crinale del Monte Spicchio - Monte Albano - Poggio Scorzatello (q. 1650-1700m circa), che disposto nell'insieme in direzione nordovest-sudest, rappresentava la prosecuzione della dorsale dell'Alpe San Pellegrino (in questo tratto spartiacque col versante toscano). La frana interessò direttamente anche molti insediamenti rurali nel territorio circostante. L'alimentazione della circolazione idrica sotterranea da parte degli apporti meteorici svolse un ruolo fondamentale nell'attivazione del movimento, favorita dalla formazione di numerose zone di ristagno idrico nel settore superiore del versante, all'interno delle contropendenze determinate dai depositi morenici e dalle precedenti rimobilizzazioni. SANTI, 1897 evidenzia come, anche prima della riattivazione in massa della frana, il pendio fosse caratterizzato da pendenze modeste con frequenti depressioni e contropendenze sede di piccoli invasi permanenti (i 4 "Lagacci della Porticciola" disposti a gradinata e separati da tre serie di collinette; SANTI, 1892) o ristagni idrici temporanei in occasione della fusione del manto nevoso o di piogge rilevanti. Da alcuni anni, inoltre, si lasciavano scorrere e disperdere tra i campi le acque di una sorgente perenne con portata cospicua, che alimentava la fontana del paese. Questo potrebbe aver favorito l'infiltrazione e la conseguente imbibizione dei terreni, in modo continuativo e a scala dell'intero versante. L'azione erosiva esercitata dal T. Perticara (nelle adiacenze dell'abitato denominato anche di S. Anna) al piede del versante rappresentò un fattore predisponente rilevante. Non è possibile una ricostruzione puntuale dei movimenti dell'inverno 1896, ma gli elementi disponibili consentono di delimitare con discreta precisione l'areale complessivo interessato dalle maggiori deformazioni; questo comprende, insieme al corpo di frana maggiore su cui è posto l'abitato principale, una serie di altri movimenti minori ed estesi affioramenti di depositi glaciali. La tipologia di movimento più importante della frana di S. Anna pelago è lo scorrimento traslativo e rotazionale di detrito. E' possibile ipotizzare che la frana del 1896 sia riferibile alla rimobilizzazione in massa di più corpi di frana coalescenti o vicini tra loro. Attualmente il paese non presenta problemi di instabilità a grande scala, ma permane il pericolo di riattivazioni locali all'interno dei vecchi depositi gravitativi. I primi interventi di sistemazione risalgono al 1897; furono costruiti drenaggi e canalizzazioni per il convogliamento delle acque di superficie sul lato a monte della Strada Statale n. 324. Da allora sono state eseguite molte opere di bonifica che hanno sensibilmente migliorato le condizioni di stabilità del versante, anche se non è noto quale sia il loro stato di efficienza attuale, in relazione a possibili alterazioni della loro funzionalità durante lo sviluppo edilizio dell'abitato (ZANOTTI, 1993). [Localizzazione: Buona approssimazione]
  • Dimensioni del fenomeno: Areale complessivo: L = 1700 m circa, l = 1500 m circa, A = 2.27 km2 circa, calcolata in base alla ricostruzione del perimetro del settore interessato; il valore indicato dalla bibliografia (ALMAGIA', 1907; ecc.) di 7 km2 appare molto sovrastimato.
  • Cause innesco: Elevata ricarica dei circuiti idrici sotterranei a seguito di precipitazioni elevate e prolungate. Azione erosiva esercitata dal T. Perticara alla base del versante. L'intero anno 1896 fù caratterizzato da apporti meteorici molto superiori alla media. Nel trimestre ottobre-dicembre, in particolare, si verificarono precipitazioni elevate e pressochè continue, con valori cumulati variabili da 650 mm (Pievepelago, Riolunato) ad oltre 1250 mm (Fiumalbo).
  • E' presente documentazione presso il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli.
1. Evento del 1597
  • Data: 1597  [precisione pluriennale]
  • Descrizione:
    Versante destro del Rio Perticara, alla base del crinale del Monte Spicchio - Monte Albano. Attivazione di un'ampia frana sul versante settentrionale del Monte Albano degradante verso l'incisione del T. Perticara. Le limitate indicazioni fornite dalle fonti storiche consentono solo di individuare genericamente l'areale interessato, che corrisponde al territorio su cui sorgerà nel corso del XVII secolo l'abitato di S. Anna Pelago. L'areale presumibilmente interessato dal movimento comprende un grande corpo di frana quiescente, una serie di movimenti quiescenti minori ed estesi affioramenti di depositi glaciali. Sconvolgimento dell'assetto morfologico del versante, ostruzione del reticolo di drenaggio secondario. Formazione di aree di ristagno idrico alimentate dallo scorrimento di superficie e dall'emergenza della circolazione idrica sotterranea. [Localizzazione: Buona approssimazione]
  • Cause innesco: Elevata ricarica dei circuiti idrici sotterranei a seguito di precipitazioni intense e prolungate associate alla rapida fusione della cospicua copertura nevosa. Azione erosiva esercitata dal T. Perticara alla base del versante.
  • E' presente documentazione presso il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli.