Logo ER

Archivio Movimenti Franosi Storicamente Documentati

L'"Archivio dei Movimenti Franosi Storicamente Documentati" raccoglie informazioni sulle date di attivazione/riattivazione di frane con relativa localizzazione, in un intervallo di tempo che va dal Medioevo sino ad oggi.

Per ogni evento sono riportate, ove disponibili, informazioni relative alla tipologia della frana, alla sua dimensione, a eventuali effetti sul territorio.

Per il corretto utilizzo dei dati disponibili si invita alla lettura delle Condizioni di utilizzo dei dati

ID 60170

 

1 eventi di frana

Cerredolo

Inquadramento
  • Superficie totale: 34.59 ettari
  • Comune di TOANO - Provincia di Reggio nell'Emilia
Carta inventario delle frane
  • Quadro di unione per il comune di TOANO [PDF]
Localizzazione frana storica e Carta del dissesto

Glossario [pdf]
1. Evento del 1960
  • Data: 22 aprile 1960, ore 6.00 circa  [giorno certo]
  • Descrizione:
    Frana di Lupazzo. Intero versante N del Monte Lama, da presso la sommità del crinale sino all' alveo del F. Secchia. Mobilizzazione in massa di una grande frana di scivolamento lungo strato. Il movimento interessa tutto il settore compreso tra gli insediamenti di Lupazzo, posto a 190 m dal fianco sinistro, e Castellaccio, a 260 m dal margine destro, coinvolgendo anche la loc. I Monchi. La zona di coronamento, con assetto nell' insieme arcuato, si dispone al margine O di Poggio Corbello (quota massima della nicchia = 643.5 m slm). L'innesco del movimento è avvenuto nel tratto mediano del versante, con successiva espansione retrogressiva della zona di coronamento. Il rapido spostamento verso valle della massa mobilizzata ha determinato la formazione di fratture e zone di richiamo lungo i margini. La tipologia principale del movimento è per scivolamento. Nel settore inferiore, l' accumulo ha raggiunto il fondovalle del Secchia, dove si è espanso in misura limitata verso valle. L' avanzamento del piede della frana è stato preceduto dalla comparsa di vistosi rigonfiamenti nei depositi alluvionali. L'alveo del F. Secchia è stato completamente sepolto (quota minima precedente alla frana = 292 m), con il margine dell' accumulo che ha raggiunto sulla sponda opposta la quota di circa 320 m. L' ostruzione completa del fondovalle si verifica in poco meno di due ore, verso le ore 15.00 del 23 aprile, con la formazione di una soglia alta sin dai primi momenti circa 25 m. La sommità dello sbarramento raggiunge rapidamente i 330 m, con un' altezza massima della "diga" superiore ai 40 m. Il distacco della frana è stato preceduto, all'alba del giorno precedente, da un "sordo fragore e da tremitii del terreno" avvertiti chiaramente dagli abitanti delle frazioni circostanti. La fase di sviluppo principale della frana, dal primo distacco allo sbarramento del fondovalle, si è sviluppata in circa 33 ore. Movimenti ulteriori, interessanti sopratutto la zona di accumulo si verificheranno, con velocità nettamente inferiore, nelle settimane successive. L'assetto della stratificazione ha svolto un ruolo determinante nell' attivazione della frana, sia nel condizionare lo sviluppo delle superfici di rottura e scivolamento, che nell' improntare la circolazione idrica sotterranea. La mobilizzazione della frana di Lupazzo e la conseguente evoluzione del bacino di sbarramento ha determinato rilevanti trasformazioni morfologiche sul versante, sul tratto di fondovalle direttamente interessato dalla formazione dell'invaso e a valle su un esteso tratto del corso del F. Secchia. Sul versante N del Monte Lama, il movimento principale comporta la formazione di una nuova vallecola e l'obliterazione delle incisioni preesistenti, con lo sconvolgimento del reticolo di deflusso superficiale, che in seguito verrà reimpostato artificialmente. Nel settore occupato dall'accumulo si origina un rilievo configurato come un dosso allungato disposto trasversalmente al fondovalle, con quota massima 350 m slm, ed esteso tra le due sponde. L'alveo ordinario del F. Secchia, che precedentemente alla frana era caratterizzato da una serie di anse alternate a tratti rettilinei, assumerà a seguito dell'asportazione dello sbarramento e degli interventi di sistemazione un andamento pressochè rettilineo nel tratto tra Falbio e La Valle. L'accumulo in alveo svolge dal 1960 il ruolo di una vera e propria traversa che ha innalzato la quota di fondo nel tratto a monte sino a S. Bartolomeo. I depositi lacustri sono stati successivamente reincisi parzialmente dal fiume che, per le condizioni di minima pendenza, forma stretti meandri. A valle del bacino, la deposizione dei terreni asportati dall'accumulo in alveo comporta un innalzamento rilevante dell'alveo del F. Secchia sino ad oltre il Ponte di Cerredolo. [Localizzazione: Buona approssimazione]
  • Dimensioni del fenomeno: Frana: L = 1500 m, lmax = 500 m, lmin = 240 m, Atot = 0.49 km2, V = 13000000 m3 circa. A (zona distacco) = 0.08 km2, A (zona mediana di traslazione) = 0.17 km2, A (zona di accumulo) = 0.24 km2. Sbarramento: Lmax = circa 400 m, lmax = 375 m, lmin iniziale = circa 200 m (23/04/1960), Hiniziale = 25 m (23/04/1960), Hmax = 40 m (raggiunta il 29/04/1960). Bacino: Fase di massima espansione (apice raggiunto il 04/05/1960): Lmax = superiore a 5 km, lmax = oltre 1 km, Perimetro max = circa 15 km, Livello idrico max = 324.75 m slm, Prof. max = 33 m, A = 1.91 km2, V = 26200000 m3, Area bacino imbrifero sotteso = 396 km2.
  • Cause innesco: Precipitazioni dell' autunno 1959 - primavera 1960.
  • Danni e interventi: Direttamente conseguenti alla frana:Distruzione di due tratti della strada comunale Toano - Massa - Cerredolo, rispettivamente lunghi 350 e 440 m. Crollo di 5 edifici rurali. Sconvolgimento di vaste aree coltivate ed a bosco. Connessi alla formazione dell' invaso: Sommersione pochi giorni dopo l' innesco della frana degli insediamenti posti lungo il corso del F. Secchia a monte dello sbarramento: Campagnola di Toano, Molino di Corneto, Case Scappini. Derivanti dalla tracimazione del lago connessa alla prima e maggiore fase di svaso (4-5 maggio 1960): Crollo di 2 edifici posti poco a valle dello sbarramento. Inondazione del Mulino della Fornace a S. Cassiano di Baiso, di un caseificio a Volta di Saltin, di 3 edifici a Rotaglie presso il Santuario della Madonna di Compiano. Sommersione del ponte provvisorio, realizzato in sostituzione di quello travolto dalla piena del 18 novembre 1959, sulla Via Emilia a Rubiera. Danneggiamento e asportazione di tratti di linee elettriche, telefoniche, arginature, impianti irrigui. Allagamento di estese aree coltivate. Interruzione di tutti i collegamenti stradali attraverso la vallata del Secchia sino all' Autostrada del Sole. Sbarramento alveo del F. Secchia e formazione di un lago di sbarramento. La prima e maggiore fase di svuotamento dell' invaso, iniziato artificialmente subito dopo la sua formazione con lo scavo di due savanelle nell' accumulo, si sviluppò principalmente per tracimazione e successiva erosione parziale dell' accumulo. (Per dettagli vedi Allegato1)
  • E' presente documentazione presso il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli.