Sassi di Rocca Malatina
![]() Geosito di rilevanza regionaleAlte e slanciate guglie modellate dall'erosione selettiva su potenti banconi delle Arenarie di Anconella, tipicamente gradati e con giaciture fortemente inclinate, in forte risalto morfologico rispetto ai versanti argillosi e marnosi circostanti.
![]() Sassi di Rocca Malatina - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
![]() Sassi di Rocca Malatina - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Geografia
Perimetro geosito e Carta geologica
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Descrizione
I Sassi di Rocca Malatina costituiscono senza dubbio una delle emergenze geomorfologiche più rilevanti di tutto l'Appennino emiliano-romagnolo e caratterizzano il paesaggio della media Val Panaro: sono, infatti, osservabili, anche a notevole distanza, dal fondovalle del Fiume Panaro sino alla zona di Pavullo e Serramazzoni sul versante opposto. Una loro panoramica assai caratteristica si ha dal nucleo abitato di Rocca di Sotto, situato proprio presso i Sassi medesimi e che li domina dall'alto; altri punti d'osservazione consigliati sono: - la strada che da Pieve di Trebbio scende nel Rio delle Vallecchie; - tutto il tracciato della strada vicinale che dal ponte della Casona risale in destra idrografica la valle del Fiume Panaro e poi il Rio delle Vallecchie, raggiungendo l'omonimo mulino e la frazione di Castellino in Comune di Guiglia; - la strada che dal fondovalle arriva a Benedello e altre ancora, che salgono dal Fiume verso Pavullo; nelle giornate limpide lungo questi percorsi si possono avere interessanti visioni d'insieme dei Sassi e della "placca" arenacea di Guiglia e Zocca, "galleggiante" sui terreni argillosi delle Unità Liguri. I Sassi di Rocca Malatina, sono costituiti da un gruppo di slanciate guglie d'arenarie di 70 m ed oltre d'altezza, caratterizzate da pareti ripide, subverticali, che creano un contrasto spettacolare rispetto ai versanti sottostanti molto meno acclivi, interessati da frane e calanchi, tipici delle formazioni argillose delle Unità Liguri, affioranti nell'Appennino settentrionale. I Sassi sono modellati all'interno di arenarie, a composizione quarzoso-feldspatica, a grana da fine a molto grossolana, di colore grigio-chiaro o giallastro se alterate: esse, da un punto di vista stratigrafico, corrispondono al Membro di Anconella (Aquitaniano) della Formazione di Antognola. Questo, consistente in un'estesa lente, ben distinguibile per la litologia e l'organizzazione in banchi spessi e gradati per processi di risedimentazione da flussi sottomarini in un ambiente di scarpata-bacino, si trova intercalato nella parte alta della Formazione di Antognola, prevalentemente pelitica, appartenente alla Successione epiligure. Gli strati non presentano in genere strutture interne, se non una certa gradazione e, a luoghi, laminazioni piano parallele spesse. Le guglie dei Sassi sono il risultato di un processo d'erosione selettiva che ha isolato gli strati più consistenti, vale a dire le arenarie, dalle circostanti rocce argillose e marnose più facilmente erodibili; la giacitura a reggipoggio dei banchi immergenti verso est, è un fattore che ne controlla marcatamente la morfogenesi, dando luogo, quindi, a forme definibili di tipo morfostrutturale, sulle quali hanno agito processi di alterazione chimicofisica e di erosione. Le guglie e le torri di roccia inoltre si modellano anche per processi gravitativi di crollo della roccia fessurata. Il diverso grado di cementazione delle arenarie e, talora, anche una diversa tessitura granulometrica delle medesime, danno luogo a numerose piccole cavità naturali di dimensione metrica o submetrica, talora con struttura alveolare. Queste forme erosive sono particolarmente ben osservabili risalendo dall'oratorio di Rocca di Sotto alla sommità delle tre guglie principali: nel tempo hanno tuttavia senz'altro subito "ritocchi" ad opera dell'uomo. All'estremità sud del gruppo dei Sassi, alla base del Sasso della Croce, sono presenti due cavità "pseudocarsiche" (che dall'aspetto potrebbero far pensare a forme carsiche, ma che in realtà sono completamente estranee a questo processo), denominate "Buco dei Falchi" e "Buco del Casone". Il primo ha uno sviluppo di 18 metri, un dislivello di m +6,5, e si è impostato lungo una frattura dell'arenaria, ampliata per erosione e degradazione meteorica. Il secondo, si sviluppa orizzontalmente per circa m 5. Il loro meccanismo di formazione può essere assimilato a quello del Ponte d'Ercole e di altre morfostrutture in rocce analoghe. I Sassi di Rocca Malatina si segnalano anche per l'ambiente naturale che li circonda: si tratta di una zona che conserva un habitat ancora relativamente poco atrofizzato, con flora e fauna di particolare pregio. L'insieme di queste peculiarità ha giustamente consigliato la creazione di un Parco Regionale (L.R. Emilia Romagna 11/88), nel quale s'inseriscono anche alcuni elementi architettonici di particolare pregio. Purtroppo, però, negli anni '60 fu concesso il permesso per la costruzione del ristorante "Il Faro" (sic!) in una posizione assai ravvicinata ai Sassi. L'opera non è mai stata completata, ma da un punto di vista paesaggistico ha un impatto molto sgradevole, in quanto, con forme architettoniche non certo gradevoli o artistiche (tutt'altro!) è visibile da qualunque posizione si voglia osservare i Sassi. Per l'instaurarsi di microclimi peculiari, le specie che vegetano i Sassi costituiscono un elemento floristico di particolare interesse. Sugli affioramenti ben esposti e soleggiati si sviluppano piante a distribuzione mediterranea, quali l'erica arborea e l'elicriso. Sui versanti ombrosi e negli anfratti umidi crescono invece specie che di solito compaiono a quote più elevate, quali il mirtillo nero ed il faggio. Il Falco Pellegrino, simbolo del parco, nidifica all'interno delle cavità presenti nelle pareti dei Sassi. Certamente le peculiarità geomorfologiche dei Sassi, con le loro guglie alte e slanciate sul paesaggio circostante, rappresentano senz'altro l'elemento maggiormente percettibile di tutta l'area, ma un'escursione ai "Sassi" si raccomanda, anche per l'amenità dei luoghi, soprattutto durante la fioritura dei ciliegi, per gli altri aspetti naturalistici e le numerose emergenze architettoniche di pregio della zona, fra le quali fa senz'altro spicco il nucleo abitato di Rocca di Sotto e la vicina, famosa chiesa romanica di Pieve di Trebbio. Il geosito è compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).Altre informazioni sul geosito
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Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
Geositi vicini
Link utili
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Bibliografia
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I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone. La Regione si solleva al proposito da qualunque responsabilità. |