Geologia, sismica e suoli

Dosso del Fiume Panaro

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Il Ramo della Lunga

Geosito di rilevanza locale

Paleoalveo del Panaro, dal particolare risalto morfologico presso Finale Emilia, 5-6 m più alto rispetto la pianura circostante, delimitando a est la Valle delle Partite, formato da sedimenti prevalentemente sabbiosi.

Geografia
  • Superficie totale: 412.02 ettari.
  • Quota altimetrica minima 10m. s.l.m., quota altimetrica massima 13.1m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

Si tratta di un paleoalveo del Panaro che si sviluppa tra Finale Emilia, Villa Via Rovere, Pilastrello, Scortichino, S. Bianca di Bondeno, al limite sud est della Valle Le Partite. Il tratto tra Finale Emilia e Villa Via Rovere è rappresentato da un dosso fluviale con notevole risalto morfologico: a luoghi, è anche 5-6 m più alto rispetto alla pianura circostante. In corrispondenza di quest'alto morfologico affiorano sediment i a granulometria prevalentemente sabbiosa, che si distinguono dalla litologia limo argillosa dei terreni circostanti. Il paleoalveo corrisponde al cosiddetto Ramo della Lunga del Panaro, attivo sino alla fine del sec. XIX. Poco a sud dell'abitato di Finale Emilia, infatti, il fiume si sdoppiava in due alvei: quello del Ramo della Lunga, che attraversava il centro abitato, e che serviva per la navigazione, e quello del Cavamento, che lambiva ad est la cittadina medesima. I due rami si riunivano presso Santa Bianca di Bondeno. Tra Villa Via Rovere e S. Bianca di Bondeno, il Ramo della Lunga corrisponde al Canale Diversivo e conserva gli antichi argini.

Alla metà del secolo XIX, il duca Francesco IV si trovò ad affrontare con urgenza un generale riordino della rete idraulica del suo stato, reso necessario dalle numerose rotte non solo del Po, ma anche del Secchia e del Panaro, i quali, dal 1813 al 1844, per ben 12 volte erano fuoriusciti dalle arginature, provocando rovinose esondazioni. In particolare, era in gioco la sopravvivenza fisica di Finale Emilia, dove l'alveo cittadino del Panaro, il "Ramo della Lunga", innalzava progressivamente il suo fondo: le arginature in muratura dei porticati delle case lungo il fiume non bastavano più e, ad ogni piena, era giocoforza alzarle con tavolati di legno e sacchetti di sabbia. I portici dell'odierna Via Trieste a Finale Emilia, che fino agli ultimissimi anni del secolo scorso si affacciavano sul Ramo della Lunga, conservano ancora le originarie strutture "idriche": già in parte "accecati" per contenere le acque delle piene, durante i massimi colmi di queste, le luci dei portici erano totalmente chiuse con tavolati e sacchi di sabbia.

Nel 1847 fu chiamato a consulto il famoso ingegnere idraulico Elia Lombardini e si decise, tra le altre cose, di sopprimere il Ramo della Lunga, e inalveare il Panaro in un nuovo alveo parallelo al Cavamento, costruendo altresì un nuovo Naviglio che, partendo da Bomporto, passasse a nord di Finale e si congiungesse nel nuovo Panaro, poco a sud di Santa Bianca.

In quell'epoca, poiché la navigazione rivestiva una notevole importanza economica, fu data la precedenza lavori del Naviglio che furono pero' presto interrotti e i problemi di Finale furono demandati ai suoi abitanti, che continuarono a difendersi dalle acque con le tavole di legno e con i sacchi di sabbia.

Solo nell'ultimo decennio del XIX secolo si diede inizio a Finale ai lavori del nuovo alveo per il Panaro e il Ramo della Lunga scomparve alla fine del secolo (1898 circa): Finale perdette così, per sempre, non solo la sua economia mercantile (i ricchi commercianti investiranno successivamente nell'agricoltura i loro capitali), ma anche la sua fisionomia fluviale, di porto mercantile. In questi ultimi anni di riscoperta del nostro passato anche recente è stata ipotizzata la riescavazione delle antiche conche e del canale cittadino.

Il "dosso" tra Finale Emilia e Villa Via Rovere è da ritenere, in considerazione del suo risalto morfologico, chiara espressione della pensilità dei corsi d'acqua in pianura e quindi un oggetto d'esemplarità didattica con grado d'interesse regionale.

Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Geomorfologico;
Geotipi presenti: Paleoalveo;
Interessi contestuali: Paesaggistico;
Valenze: Scientifico;
Tutela: consigliablie;
Accessibilità: molto facile (accesso per diversamente abili);
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Geositi vicini
Bibliografia
"La bassa pianura modenese. Evolugrafia dei domini fluviali di Secchia e Panaro." - CREMONINI S. [1987] In: L'Emilia in età romana. Aedes Muratoriana, Modena, 85-96.
"Della condizione idraulica della pianura subapennina fra l'Enza ed il Panaro." - LOMBARDINI E. [1865] Tipografia e Litografia degli ingegneri, Milano. Ristampa anastatica (1990) a cura di Deput. Storia Patria Antiche Province Modenesi, Biblioteca, Nuova Serie, 113, Aedes Muratoriana, Modena.
Avvertenze

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