Geologia, sismica e suoli

Sorgente Gea

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Geosito puntuale di rilevanza locale

Sorgente originata da un circuito "paracarsico" impostato lungo discontinuità tettoniche che attraversano le calcareniti della Formazione di Pantano della placca di Montese. Colata travertinosa sotto cui scorre il torrente, la vicina Grotta Gea crollata.

Geografia
  • Quota altimetrica 629.2m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

Il territorio di Montese, è caratterizzato da una "placca" calcarea, costituita dalle formazioni della Successione epiligure ("Gruppo di Bismantova"), che poggiano sui terreni dei Complessi di base liguri, prevalentemente costituiti da argille con calcari tipo Palombini e con arenarie (Argille a Palombini) e da argille policrome (Argille varicolori di Cassio e Argille varicolori di Grizzana-Morandi). Questa "zolla" calcarea presenta una struttura a sinclinale con bordi rilevati e, al suo interno, blande ondulazioni che deformano la struttura; essa è interessata da una serie di faglie ad andamento sia nord-est sud-ovest, sia est-ovest. In analogia alle altre "placche" epiliguri descritte in precedenti schede, sono presenti forme carsiche (o più propriamente "paracarsiche", come già detto in precedenti paragrafi), caratterizzate da modesti processi di dissoluzione e che s'impostano lungo fratture tettoniche, in qualche caso riattivate da fenomeni gravitativi di versante.

La sorgente Gea rappresenta un esempio d'emergenza idrica connessa con un circuito "paracarsico", come quella di Rosola, e anch'essa, un tempo, forniva l'energia necessaria a muovere le pale di un mulino, quello del Paiarolo, in Comune di Castel d'Aiano; altre importanti sorgenti di questo tipo erano presenti presso Maserno (Sorgente delle Coveraie con l'omonimo, grande e famoso Mulino, oggi alimentante lo stabilimento d'imbottigliamento dell'acqua "minerale" di Monteforte), e presso il Mulino Mannino. Da ricordare che in tutti i casi citati, fino agli anni '50, gli edifici dei mulini ospitavano piccole turbine per la produzione d'energia elettrica.

La sorgente Gea si raggiunge percorrendo la strada del Mingolino, da Montese verso Villa d'Aiano; giunti nei pressi del Mulino del Paiarolo, in territorio già bolognese, s'imbocca una sterrata che risale fino al Rio Paiarolo. Un cartello indicatore segnala il sentiero che conduce ai ruderi dell'antico Mulino di Gea, seguendo una condotta acquedottistica.

Giunti al mulino, alle sue spalle il sentiero continua: purtroppo esso, recentemente, è in parte franato ed è praticabile con molta difficoltà; nell'ultimo tratto occorre attraversare il torrente, portandosi in destra idrografica e subito dopo attraversarlo nuovamente, sino a raggiungere la sommità di un "drappo" di travertino, formato da una delle emergenze della sorgente. Tuttavia, un sentiero più comodo, anche se non segnalato, si diparte verso ovest, poco dopo il punto in cui la sterrata, nel senso di salita, si restringe e si trasforma in stretto sentiero pedonale.

Fino ad alcuni anni fa era molto evidente lo stato d'inquinamento delle acque; la mancanza di processi autodepurativi, d'altra parte, è tipica dei grandi condotti (paracarsici e carsici), per i quali il tempo di permanenza dell'acqua nel sottosuolo è assai breve. La risorgente Gea restituisce, infatti, le acque di un torrente, il Fosso della Padule, che s'infiltra parzialmente a monte della sorgente alcune centinaia di metri verso sud, ad una quota più alta di circa 50 m. Il Fosso della Padule drena tutte le acque del settore ovest dell'abitato di Montese e questo fatto spiegava lo stato d'inquinamento delle acque; in tempi recenti, però, il riordino della rete fognaria di Montese ha determinato il risanamento qualitativo delle acque del torrente, tant'è vero che la sorgente è stata parzialmente captata, nel 1992, per l'alimentazione dell'acquedotto di Montese. L'opera di captazione si osserva nei pressi del "drappo" di travertino; essa consta di una vasca di carico per le acque che sono convogliate verso valle da una condotta in materiale plastico.

La risorgente di Gea ed i relativi condotti d'alimentazione delle acque sembrano connessi ad un sistema di fratture tettoniche, che interessano la Formazione di Pantano e che sono state riprese da movimenti gravitativi profondi presso il margine della placca arenacea, affiorante tra Villa d'Aiano e Montese: infatti, grandi frane, coinvolgenti le formazioni argillose di base e le arenarie medesime, si osservano percorrendo la Strada del Mingolino.

Lungo i condotti idrici sotterranei si sviluppano solo modesti fenomeni di dissoluzione della matrice carbonatica delle arenarie: all'emergenza della sorgente, per l'elevato contenuto, il carbonato di calcio precipita sotto forma di travertino, che forma un grande ammasso, sotto il quale scorre il torrente. Poco a monte della sorgente, ma in sponda sinistra, un tempo si apriva la Grotta di Gea, con sviluppo di 14 metri; purtroppo, oggi la cavità è crollata, non risultando, pertanto, ispezionabile.

Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Idrogeologico;
Geotipi presenti: Sorgente;
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