Geologia, sismica e suoli

Salse di Nirano

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Geosito di rilevanza regionale

Apparati di emissione di fango, lutivomi, molto attivi sin da epoche storiche, sul fondo di una conca subcircolare, in parte calanchiva, solcata nelle argille plioceniche. Molto mutevoli nel tempo forma e posizione dei vulcanetti di fango.

Nirano - Foto Archivio Servizio Geologico
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Salse di Nirano - Foto Archivio Servizio Geologico
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Salse di Nirano - Foto Archivio Servizio Geologico
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Salse di Nirano - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
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Geografia
  • Superficie totale: 39.98 ettari.
  • Quota altimetrica minima 184m. s.l.m., quota altimetrica massima 290.4m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

Le salse di Nirano rappresentano il fenomeno pseudovulcanico più importante e meglio sviluppato non solo del territorio modenese, ma dell'Italia intera. Esse si trovano sul fondo di un'ampia conca di circa 10 ha, situata ad un'altitudine di 208÷220 m s.l.m., di forma subcircolare, delimitata da una sorta di "caldera" costituita da argille, talora con belle forme calanchive. La forma a caldera non sembra essere riconducibile a processi esogeni: la sua struttura non è mai stata studiata in maniera approfondita. Si può, forse, ipotizzare che essa sia il risultato di un progressivo collasso del terreno per il continuo svuotamento di fango, trascinato verso l'alto dal gas, eruttato dalle salse e che cola verso il T. Fossa di Spezzano.

Nella con si individuano diversi apparati lutivomi di grandezza variabile. Tutto il campo delle salse di Nirano è molto attivo e le emissioni sono più o meno intense, secondo i periodi stagionali.

La disposizione degli apparati lutivomi, secondo due allineamenti contigui, fa supporre l'esistenza di un sistema di diaclasi e di faglie di notevole ampiezza. La conca delle salse si estende su due spianate a diversi livelli, portanti ciascuna numerose bocche lutivome.

Le salse hanno da sempre destato grande interesse; esse, infatti, furono già descritte nella monumentale opera di Plinio Il Vecchio "Naturalis Historia", scritta intorno al 50 d.C. Alcune osservazioni sulle salse furono in seguito riprese dall'abate Girolamo Tiraboschi (1793), anche se le sue descrizioni sono poco attendibili sul piano scientifico. Fu soltanto nel secolo scorso che la vera natura delle salse fu riconosciuta, grazie alle osservazioni del famoso abate naturalista Antonio Stoppani (1873) che fece una prima descrizione completa e con rigore scientifico. Egli visitò le salse di Nirano una prima volta nell'autunno del 1864 ed una seconda nell'estate del 1865. Dalle notizie dello Stoppani, si sa che a quell'epoca le salse non dovevano essere molto dissimili nell'aspetto da quelle attuali; diverso invece era l'ambiente, allora molto più brullo e incolto. Dallo Stoppani abbiamo anche l'esatta definizione del fenomeno, ossia una manifestazione legata alla presenza nel sottosuolo d'idrocarburi liquidi e gassosi che attraverso fratture fuoriescono alla superficie, trascinando con sé acqua salata e fango. Delle salse di Nirano parla diffusamente Biasutti (1907), in un lavoro fondamentale sull'argomento. Seguono poi altri autori che descrivono soprattutto gli aspetti botanici legati all'ambiente delle salse, quali Gabelli (1915) e Negodi (1934). Riprendono il tema Bertolani Marchetti (1953, 1954), con particolare attenzione alla vegetazione alofila, e Mucchi (1966, 1968, con bella carta topografica di dettaglio rilevata dal Prof. Mario Fondelli), che descrive soprattutto le caratteristiche geologiche del fenomeno. La particolare vegetazione alofila delle salse è trattata in un lavoro di Ferrari e Speranza (1976). Ulteriori accurate descrizioni del fenomeno e dell'ambiente geo-botanico delle salse sono date da Bertolani (1980) e Bertolani Marchetti (1983).

Infine, il fenomeno delle salse è presentato nei suoi molteplici aspetti naturalistici in un volume edito dalla Regione Emilia-Romagna (Ferrari e Vianello, 1985). In quest'ultimo decennio sono stati affrontati altri aspetti legati al chimismo dei fanghi delle salse, in relazione anche alla sismicità dell'area (Gorgoni et al., 1988).

Attualmente gli apparati delle salse di Nirano occupano un'area di circa 55.000 m2. La morfologia delle salse è in continua evoluzione, perché con il passare del tempo s'aprono nuove bocche lutivome e si ha quindi la formazione di nuovi conetti, mentre altri esauriscono la loro attività. Al momento delle osservazioni di campagna (settembre 1997), è stata riscontrata la presenza di sette apparati principali, ciascuno dei quali costituito da numerose bocche, alcune attive, altre quiescenti.

Il primo apparato è situato di fronte alla località Ca' Rossa e presenta cinque bocche attive ed una quiescente; il fango che fuoriesce da queste bocche è molto fluido e scorre per lungo tratto, fino al fossato che fiancheggia la strada comunale. Il cono eruttivo principale (il più alto) s'innalza di circa 3,8 m rispetto al piano stradale, in corrispondenza della strada d'accesso a Ca' Rossa.

Il secondo apparato si trova a quota 210,7 m in prossimità della curva della strada. Esso è formato da sei bocche attive ed una quiescente. L'attività più intensa si ha in corrispondenza del cono più alto ma anche un altro conetto, a quota più bassa, presenta forte attività. Le altre bocche evidenziano un'attività più ridotta con fango molto fluido.

Il terzo apparato è costituito da tre bocche attive, delle quali solo una si è sviluppata a forma di cono. Il quarto apparato è formato da due bocche molto attive, che presentano crateri molto sviluppati, con il fango che è un po' più viscoso rispetto ai precedenti apparati di vulcanelli. La larghezza dei crateri è di circa 50 cm. Il quinto apparato è costituito da dodici bocche, delle quali dieci attive e due quiescenti. L'apparato principale presenta un cratere molto ampio, con un diametro massimo di 140 cm. All'interno di questo cratere sono presenti più bocche; esso è caratterizzato da colate di fango lungo il pendio in tutte le direzioni, mentre negli altri coni le colate di fango hanno sempre una direzione preferenziale, anche se molto variabile nel tempo. La quota massima di tutto l'apparato, che è in assoluto il più elevato di tutta la conca, è di 220-222 m.

Il fango è viscoso e l'attività è abbastanza intensa.

Il sesto apparato è costituito da cinque bocche indipendenti. In esso non si sono formati coni di fango: è presente una pozza piuttosto grande (4-5 m2) e altre bocche più piccole che non hanno dato origine alla tipica struttura a cono. Il fango di quest'apparato è molto fluido.

Il settimo ed ultimo apparato è costituito da un'unica pozza, priva di coni, al cui interno sono attive diverse bocche che emettono un fango molto fluido.

I materiali emessi dalle salse sono di natura gassosa, liquida e solida. La fase gassosa, costituita fondamentalmente da metano (87-96%) e secondariamente da idrogeno solforato, rappresenta il veicolo principale di trasporto verso l'alto degli altri componenti liquidi e solidi. La fase liquida è rappresentata da acque profonde, spesso legate alla struttura del giacimento d'origine, quasi sempre mescolate ad acque di falde superficiali e vadose. Solo in alcuni casi, all'acqua emessa s'accompagnano fluidi bituminosi ben visibili per la formazione di anelli concentrici brunonerastri, o di veli iridescenti sulla superficie della melma. La fase solida è costituita principalmente da materiali argillosi provenienti da formazioni plio-pleistoceniche o dei sottostanti Complessi di base argillosi delle Liguridi, trascinati verso l'alto dai gas e dalle acque durante il loro attraversamento. Si ritrovano in quantità variabili sali, per lo più cloruri di sodio e potassio osservabili come veli biancastri e polverulenti sulla superficie delle croste durante i periodi più siccitosi. I prodotti di emissione delle salse sono decisamente alcalini, con pH sempre superiori a 8,5.

I materiali argillosi, trascinati verso l'alto dai gas e depositati in corrispondenza del cono, possono essere di varia natura e, comunque, costituiscono una testimonianza dei livelli di roccia attraversati dai fluidi della salsa durante la risalita; possono, inoltre, rappresentare il prodotto finale di trasformazione di altri minerali, sottoposti alla prolungata azione di lisciviazione da parte dei fluidi che caratterizzano ogni singola salsa. I minerali identificati tramite diffrattometria sono: illite 53%, smectite e interlaminato i/sm 14% cadauno, clorite 11%, caolinite 8%, quarzo e calcite in quantità trascurabili (Ferrari e Vianello, 1985).

Negli anni passati, come precedentemente ricordato, sono state condotte determinazioni del contenuto di elio e di un isotopo del radon (Rn-222), risalenti da acque saline e fluidi gassosi associati, per rilevare eventuali correlazioni con la sismicità locale. Secondo alcuni dati di letteratura, sembrava, infatti, che l'attività eruttiva delle salse del margine appenninico potesse essere influenzata dalla sismicità locale (Pantanelli, 1896). Le osservazioni, condotte a partire dal 1986 negli apparati lutivomi di Nirano, hanno confermato che l'attività delle salse è effettivamente influenzata dal rilascio di energia sismica da ipocentri ubicati nell'area medio-appenninica. In particolare, sono stati rilevati quasi sistematicamente picchi di anomalie del radon da poche ore a qualche giorno prima e dopo il principale shock sismico in concomitanza di terremoti di intensità medio-bassa (magnitudo = 3÷4,5) (Gorgoni et al., 1988).

Le salse di Nirano sono interessanti anche per le modificazioni ecologiche causate dalla deposizione di cloruro di sodio (NaCl). Le piante erbacee, che colonizzano i fanghi argillosi emessi dai coni, costituiscono, infatti, l'esempio più completo di vegetazione alofila (in altre parole "amante del sale") nella Provincia di Modena. L'ambiente salato può produrre modificazioni e adattamenti particolari, come glaucescenza, nanismo, caduta precoce delle foglie. Tutto questo si può costatare anche nella conca di Nirano, dove però il carattere alofilo è sottolineato dalla presenza di una vera pianta delle coste marine, la graminacea Puccinellia borreri, che vive nelle aree più strettamente interessate dalle colate di fango salato. Un'altra specie che è qui diffusa è l'Atriplex hastatum, che insieme con Puccinellia costituisce il popolamento vegetale più strettamente alofilo.

L'ambiente alofilo si attenua in fasce via via più lontane dalle emissioni fangose; in periferia si hanno anche ristagni di acqua dove vegeta la canna di palude Phragmites australis, e domina la graminacea Agropyron pungens. Già da alcuni anni tutta la conca valliva delle salse di Nirano è rigorosamente tutelata, essendo stata riconosciuta riserva naturale da un decreto della Regione Emilia-Romagna. L'intera zona è ora così suddivisa: riserva naturale integrale (interessata dai fenomeni geologici); area a tutela ambientale naturale; area di protezione. Nell'area delle salse di Nirano è nota anche la presenza di un certo numero di piante adattate a climi e suoli aridi (piante xerofile, in altre parole "amanti del secco").

Prima dell'introduzione delle norme di tutela degli apparati delle salse, l'azione dell'uomo si faceva pesantemente sentire e condizionava la naturale diffusione del fenomeno. Per molto tempo, infatti, i coni di fango vennero in parte spianati per aumentare la superficie del terreno adatta alle pratiche agricole; inoltre il fango più fluido veniva prelevato per scopi terapeutici (infatti, le vicine terme della Salvarola, in comune di Sassuolo, venivano principalmente rifornite con il fango delle salse di Nirano). Queste pratiche, condotte al di fuori di ogni logica di tutela ambientale, impedivano il regolare sviluppo degli apparati lutivomi. Inoltre, la zona era regolarmente interessata dal pascolo di numerose greggi che impedivano la crescita della vegetazione spontanea, soprattutto nelle fasce medio-alte del territorio circostante.

Per tutelare il fenomeno delle salse di Nirano, il Comune di Fiorano ha approvato nel 1979 il "Progetto per l'istituzione di una Riserva Integrale in località Salse di Nirano". Attualmente tutta la conca valliva delle salse è tutelata, essendo stata riconosciuta "Riserva Naturale" dal decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 178 del 29 marzo 1982. L'intera zona è ora così suddivisa: 1) Riserva Naturale Integrale (interessata dai fenomeni geologici e geomorfologici); 2) Area a Tutela Ambientale Generale; 3) Area di Protezione.

Il decreto regionale individua con precisione gli scopi della riserva, che sono quelli di: 1) tutelare e conservare le caratteristiche naturali (geomorfologiche, vegetazionali e faunistiche) ambientali e paesaggistiche; 2) organizzare il territorio per la fruizione a fini scientifici, culturali, didattici e, limitatamente alle fasce più esterne, ricreativi; 3) ricostruire l'unità ambientale e paesistica dell'intera zona. Le norme del decreto regionale hanno una durata di 99 anni rinnovabili (Tosatti, 1987).

L'area delle salse di Nirano è caratterizzata da una rapida evoluzione morfologica di tutti gli apparati lutivomi. Le osservazioni dirette hanno confermato l'estrema variabilità delle condizioni di attività di tutti gli apparati: alcune bocche risultano temporaneamente quiescenti mentre altre presentano una marcata attività "eruttiva". La maggior parte degli apparati è a forma di cono, ma esistono anche alcune pozze, particolarmente attive, che al momento non danno origine ad apparati in elevazione. L'intensità del fenomeno sembra essere aumentata da quando è stata istituita la riserva naturale; ciò dipende probabilmente dal fatto che il disturbo antropico risulta attualmente molto ridotto, permettendo agli apparati di svilupparsi liberamente. Le condizioni ambientali dell'area circostante sono, inoltre, sensibilmente migliorate in questi ultimi anni, con una marcata espansione della vegetazione spontanea. In particolare, i versanti calanchivi, che fino a qualche decennio fa si presentavano completamente spogli, come testimoniano diversi documenti fotografici dell'epoca, sono soggetti ad una diffusa crescita della vegetazione arbustiva, che contribuisce a limitare i fenomeni di erosione accelerata, tipici di questa fascia bassoappenninica, dove affiorano prevalentemente le Argille Azzurre plio-pleistoceniche. Questo fatto è probabilmente provocato dalla forte riduzione delle attività silvo-pastorali; in particolare la cessazione del pascolo ha rappresentato un grosso incentivo all'espansione di tutti i tipi di piante presenti nella zona. Ciò induce a ritenere che gli stessi calanchi siano forme erosive conseguenti all'attività antropica, ad esempio al diboscamento e alla pastorizia intensiva, piuttosto che all'evoluzione naturale del paesaggio, dovuta a sole variazioni climatiche.

La scelta di istituire una Riserva Naturale Integrale con relative fasce di protezione nell'area delle Salse di Nirano è stata pertanto una scelta lungimirante per proteggere e valorizzare adeguatamente un fenomeno naturale che, a questi livelli di intensità, non ha riscontro nell'intero territorio nazionale. La zona si presta, pertanto, a diversi tipi di attività scientifica e didattica, che consentano anche una maggiore e più attenta fruibilità da parte di un pubblico più consapevole e rispettoso dei beni naturali e ambientali.

Il geosito è compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).
Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Geomorfologico - Idrogeologico;
Geotipi presenti: Vulcanetto di fango, salse, apparato lutivomo;
Interessi contestuali: Paesaggistico - Botanico;
Valenze: Scientifico - Divulgativo - Escursionistico - Geoturistico;
Tutela: già in atto;
Accessibilità: facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Opportunità di fruizione

Le Salse di Nirano sono ubicate nel Comune di Fiorano Modenese, il cui capoluogo si raggiunge percorrendo le statali n. 486 (da Modena circa 20 km) e n. 467 (da Reggio nell'Emilia circa 28 km). Dall'abitato di Fiorano si prosegue in direzione est, verso Maranello, e dopo circa 3 km si devia in direzione sud (strada per Nirano). Dopo avere percorso altri 3 km, si devia a destra all'altezza dello stabilimento ceramico "Piemme", attraversando il Torrente Fossa ed imboccando la "strada delle salse". Giunti presso il parcheggio, si lascia il veicolo e si prosegue a piedi lungo la strada principale, giungendo in breve tempo in corrispondenza degli apparati lutivomi principali. In alternativa, si possono percorrere i numerosi sentieri, adeguatamente indicati, che conducono a diversi punti panoramici sulla valle delle salse. La distanza da Modena è di circa 20 km.

Geositi vicini
Bibliografia
"Radon and helium anomalies in mud volcanoes from Northern Apennines (Italy) - A tool for earthquake prediction." - GORGONI C., BONORI O., LOMBARDI S., MARTINELLI G. & SIGHINOLFI G.P. [1988] Geochemical Journal, 22, pp. 265-273.
"Historia Mundi Naturalis." - PLINIO IL VECCHIO (50 d. C., circa) [1987] Libro IIº-85. Einaudi Ed. Torino.
"Le salse del Modenese e del Reggiano." - MUCCHI A. M. [1968] L'Universo, 48 (3), 421-436.
"Il fenomeno delle salse e le manifestazioni del Modenese." - MUCCHI A. M. [1966] Atti Soc. Nat. Mat. Modena, 97, 1-31.
"Le salse dell'Appennino settentrionale." - BIASUTTI R. [1907] Mem. Geogr. 2, pubbl. suppl. alla Riv. Geogr. It.
"Storia della salsa di sopra presso Sassuolo, della sorgente della Salvarola e dei pozzi oleiferi di Montegibio." - CALEGARI M. & CANESTRINI G. [1867] Ann. Soc. Nat. di Modena. Anno II, 147-168.
"Schiarimenti intorno alla carta delle salse e delle località oleifere di Monte Gibbo." - STÖHR E. [1867] Ann. Soc. Nat. Modena, 2, 167-178.
"Storia naturale dei terreni ardenti, dei vulcani fangosi, delle sorgenti infiammabili, dei pozzi idropirici, e di altri fenomeni geologici operati dal gas idrogene e della origine di esso gas" - Bianconi G. G. [1840] Annali delle Scienze Naturali, vol. II-III-IV.
"Viaggi nell'Appennino modenese e reggiano." - SPALLANZANI L. [1795] Boni ed., Ristampa anastatica, Bologna, 1985.
Avvertenze

I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.

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