Calanchi del Rio del Petrolio
![]() Geosito di rilevanza localeLungo la valle del r. del Petrolio si osserva una blanda anticlinale al cui nucleo affiorano le Marne del Termina fossiliefere a cui seguono le argille del Pl.inf. in affioramenti calanchi; presenza di glauconie tra queste e i depositi pleistocenici.
Geografia
Perimetro geosito e Carta geologica
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Descrizione
Gli affioramenti occupano la piccola valle del Rio del Petrolio, posta nelle colline immediatamente retrostanti l'abitato di Fiorano, in direzione ovest, vale a dire verso Sassuolo. Il Rio, affluente di sinistra del T. Fossa, nasce ai piedi del castello di Montegibbio. La strada vicinale del torrente Chianca, asfaltata nel solo tratto iniziale, e che prosegue verso monte con una carrareccia, consente di percorrere quasi completamente la valle. La panoramica migliore si ha lungo la strada Montegibbio?Gozzano, in prossimità delle case S. Marino, da dove si possono osservare i versanti nord del Rio del Petrolio, aventi uno sviluppo di circa 400¸500 m, e i calanchi limitrofi (versante orientale). Dal punto di vista geologico, gli affioramenti descritti formano una modesta struttura positiva, un'anticlinale, incisa dal Rio del Petrolio stesso, al cui nucleo emergono i depositi pelitico-marnosi della Formazione del Termina, ricchi di nidi di bivalvi, passanti verso l'alto, in discordanza, alle argille del Rio del Petrolio (Pliocene inf.); queste ultime sono incluse nella Formazione delle Argille Azzurre. Esse sono seguite, a loro volta, dopo una lacuna evidenziata da depositi glauconitici, da argille marine del Pliocene sup.- Pleistocene, in discordanza sulle argille del Rio del Petrolio. Le marne della Formazione del Termina si rinvengono nella valle, coperta da bosco, di un modesto torrente affluente di sinistra del Rio suddetto, subito a valle di un laghetto artificiale. Procedendo a piedi lungo la piccola incisione valliva, sono visibili delle lenti calcareo-marnose e marnosocalcaree, di spessore variabile da 50 cm a circa 3 m e di estensione da decimetrica a metrica, ricche di modelli interni di bivalvi (prevalentemente lucinidi) anche di grandi dimensioni. Il grado di cementazione è in genere abbastanza scarso, mentre la roccia si presenta spesso alterata. Le lenti passano lateralmente, con contatti graduali e sfumati, alle peliti marnose della Formazione del Termina. La loro distribuzione non è concentrata secondo un preciso livello stratigrafico, ma è diffusa sia orizzontalmente sia verticalmente. I lucinidi, spesso di notevoli dimensioni, appartengono ad una comunità oligotipica (grande abbondanza d'individui accompagnata da una scarsa diversità specifica). Questa caratteristica, unitamente al fatto che i carbonati del sedimento sono impoveriti nell'isotopo 13C, porta ad interpretare tali comunità come chemiosintetiche ed il carbonato d'origine metanogenica. L'età, desunta da foraminiferi planctonici, è ascrivibile alla parte terminale del Serravalliano. Le argille marine del Pliocene inferiore occupano un ampio tratto della parte basale dei versanti del Rio del Petrolio, mentre nelle parti sommitali vi affiorano quelle del Pliocene superiore - Pleistocene. Le formazioni sono sempre ricche di gusci di molluschi e di foraminiferi e nannofossili caratteristici. La zona fu oggetto, nei pressi degli affioramenti pelitici della Formazione del Termina, di modeste produzioni di petrolio nei secoli scorsi, estratto mediante trincee e pozzi poco profondi ed utilizzato per scopi medicinali. I fianchi della valle sono interessati dalla presenza di forme calanchive sviluppate per una lunghezza di oltre un chilometro. I calanchi si presentano incisi da strette vallecole separate da creste a lama di coltello. La maggior parte di essi sono attivi, anche se non ne mancano di quiescenti. Il loro grado di attività è evidenziato anche dalla mancanza della vegetazione sulle creste, dovuta al dilavamento ad opera delle acque correnti superficiali. Quelli quiescenti, nonostante siano ricoperti da vegetazione, mantengono una caratteristica forma a ripida vallecola che li rende ancora riconoscibili. Sui versanti si sviluppa una vegetazione rigogliosa, di tipo arbustivo, colonizzatrice dei suoli aridi, come la ginestra odorosa (Spartium Junceum), la rosa canina (Rosa canina) ed alcune specie di orchidee, come l'orchidea minore (Orchis minor) e l'orchidea maggiore (Orchis purpurea). L'importanza del bene è legata alla presenza delle peculiari comunità chemiosintetiche ed all'esistenza di discordanze stratigrafiche. Il geosito è compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).Altre informazioni sul geosito
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Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
Geositi vicini
Link utili
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Bibliografia
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