Affioramenti estesi e rappresentativi della porzione medio superiore delle Arenarie di M. Modino. Lungo l'affioramento si osserva il sovrascorrimento sulle unità di base del Modino, costituite dalle Argille di Fiumalbo e dalle Marne di Marmoreto.
Geografia
Superficie totale: 77.21 ettari.
Quota altimetrica minima 874m. s.l.m., quota altimetrica massima 1488.6m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
Lungo la strada che da Tagliole scende verso Pievepelago, per circa 1 km, praticamente in continuità fino alla fontana dell'oratorio, affiora la porzione medio-superiore delle Arenarie del M. Modino in contatto tettonico con le formazioni che costituiscono la base dell'Unità Modino (Argille di Fiumalbo e Marne di Marmoreto).
Le Arenarie del M. Modino, in esposizione estremamente didattica per la chiarezza e la facile accessibilità, si presentano come alternanze pelitico-arenacee, alle quali si intercalano strati o gruppi di strati arenacei medio-grossolani spessi anche più di due metri. Non mancano però anche corpi arenacei potenti più di 10 m, costituiti da più strati grossolani amalgamati.
Dopo aver osservato questi affioramenti, spostandosi di circa un chilometro in direzione Pievepelago, affiora estesamente l'Unità Pievepelago, formata dagli stessi litotipi che costituiscono la successione di base dell'Unità Modino, per lo più separati da contatti tettonici; la "sequenza" che la caratterizza si osserva in un affioramento sul lato a monte della strada, subito dopo un agglomerato di case sulla sinistra e un ponticello. L'affioramento è caratterizzato da una tipica morfologia a calanchi ed è costituito da marne e marne siltose, grigie o grigio scure al taglio fresco, biancastre all'alterazione, con fratturazione a saponetta, le Marne di Marmoreto; è presente, inoltre, una frazione a prevalenza argilloso-calcarea in cui si riconoscono estesi corpi di argilliti rosse e varicolori, le Argille di Fiumalbo.
Al di sopra delle Marne di Marmoreto affiorano le Arenarie di Vallorsara (arenarie di Pievepelago o della Borra), alternanze arenaceo-pelitiche in strati da sottili a spessi, ma prevalentemente sottili o medi, di colore grigio. Il rapporto arenaria/pelite è generalmente inferiore a 1. La potenza massima è di circa 100 m.
L'ambiente sedimentario nel quale si sono deposte è marino di base scarpata, mediante correnti di torbida generalmente di piccolo volume.
In base all'età (Aquitaniano, 24 milioni di anni fa) ed alla posizione stratigrafica occupata dalle Arenarie di Vallorsara è ipotizzabile un'originaria eteropia con le Arenarie del M. Modino, delle quali potevano rappresentare un corrispondente più interno con facies marginali di bacino.
Ritornando indietro in direzione Tagliole e nei pressi del Monte Nuda, lungo il Fosso della Cà è ben esposta la "successione del Fosso della Cà", che rappresenta uno dei principali affioramenti in cui è stata definita la cosiddetta "successione di base del Monte Modino", seppur complicata da deformazioni plicative e diverse superfici di taglio.
"Biostratigrafia a nannofossili calcarei della parte basale della successione del M. Modino (nell'area dei fogli 234 e 235) ed evoluzione strutturale dell'unità omonima." - MOCHI A., PLESI G. & VILLA G [1995] Studi Geologici Camerti, 13, 39-73.
"Appennino Tosco Emiliano. Collana: Guide Geologiche Regionali, a cura della Società Geologica Italiana, coordinatore del volume Valerio Bortolotti." - AA. VV. [1992] BE-MA Editrice, Firenze.
"Sedimentary and tectonic lineations as markers of regional deformation: an example from the Oligo-Miocene arenaceous flysch of the northern Apennines." - CHICCHI S. & PLESI G. [1991] Boll. Soc. Geol. It., 110, 601-616.
"La geologia dell'alto Appennino modenese tra Civago e Fanano e considerazioni geotettoniche sull'Unità di M. Modino - M. Cervarola." - REUTTER K.J. [1969] Acta Naturalia, Ateneo Parmense, 5(2), 1-86.
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