Spuntone roccioso costituito da brecce dei Complessi di Base dei Flysch liguri lungo la sponda destra del rio di San Michele, affluente in sinistra dello Scoltenna.
La breccia calcarea di Sasso Rosso (foto tratta da "I Beni Geologici della Provincia di Modena" - Bertacchini et Al., 1999)
La breccia calcarea di Sasso Rosso (foto tratta da "I Beni Geologici della Provincia di Modena" - Bertacchini et Al., 1999)
Geografia
Superficie totale: 0.93 ettari.
Quota altimetrica minima 489.9m. s.l.m., quota altimetrica massima 523m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
Nel Modenese rocce contenenti gusci di radiolari si rinvengono nello spuntone roccioso, indicato come Sasso Rosso nella toponomastica del luogo, che emerge dai sedimenti argillosi sulle due sponde del Rio San Michele nelle vicinanze di Renno di Pavullo. Si tratta in realtà di una breccia formata da frammenti a spigoli vivi che possono raggiungere alcune decine di centimetri, policroma, variabile dal rosato al rosso, all'avorio e al verdastro, ed attraversata da vene di carbonati. Di buona qualità estetica, è stata oggetto di un tentativo d'estrazione per fini commerciali. L'osservazione microscopica evidenzia che i frammenti sono costituiti in parte da rocce carbonatiche a grana minuta contenenti resti di radiolari, e in minor misura da radiolariti, i cui radiolari sono sostituiti da carbonati.
L'importanza dell'affioramento di Sasso Rosso risiede nella rarità, in ambiente modenese, di radiolariti, tassello non trascurabile nella ricostruzione della smembrata crosta oceanica della Tetide.Le radiolariti sono rocce sedimentarie organogene, originatesi per indurimento di fanghiglie ricche in radiolari, microfossili a scheletro siliceo, le quali si depositarono sul fondo di un bacino marino, in concomitanza con altre di tipo carbonatico e argilloso. Sono fittamente stratificate, scheggiose e il loro colore varia dal rosso di varia tonalità, al verde e al grigio. Le radiolariti sono litofacies caratteristiche delle sequenze ofiolitiche. Esse rappresentano brandelli delle sequenze sedimentarie che si depositarono sulla crosta basaltica dell'oceano tetideo, e che, a seguito dell'orogenesi, furono trasportati sul continente, assieme a calcari e a sedimenti argillosi (costituenti le "Argille Scagliose" della vecchia letteratura) e alle ofioliti.
Le radiolariti sono poco frequenti nelle associazioni ofiolitiche appenniniche e in quelle dell'Appennino emiliano, in particolare
"Le ofioliti della valle dello Scoltenna (Appennino modenese)" - BERTOLANI M., CAPEDRI S. & LIGABUE G. [1963] Mem. Soc. Geol. Ital., 4, 1-20.
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