Geologia, sismica e suoli

Salse del Dragone o di Sassuno

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Geosito di rilevanza locale

Apparati lutivomi noti per la passata attività, attualmente caratterizzati da emissioni molto ridotte, localizzate lungo il versante destro della rio Lovinazzo. Dalle salse si origina una frana. Nelle argille si rinvengono campioni di pirite.

Sassuno - Foto Archivio Servizio Geologico
Sassuno - Foto Archivio Servizio Geologico
Sassuno - Foto Archivio Servizio Geologico
Sassuno - Foto Archivio Servizio Geologico
Sassuno - Foto Archivio Servizio Geologico
Sassuno - Foto Archivio Servizio Geologico
Geografia
  • Superficie totale: 1.29 ettari.
  • Quota altimetrica minima 252.9m. s.l.m., quota altimetrica massima 280.2m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

Le salse di Sassuno, o del Dragone, sono le più evidenti manifestazioni di questo tipo che si incontrano nella provincia di Bologna. Localizzate nella valle del rio omonimo, affluente in sinistra del torrente Sillaro, hanno creato un pianoro argilloso. La posizione e dimensione di questi vulcanetti di fango cambia continuamente e la loro attività pare fosse molto più vivace in passato, quando le esplosioni che si verificavano furono causa del nome "Il Dragone".

Le salse hanno origine dalla presenza in profondità di sacche di metano e petrolio, a cui si accompagnano sempre acque marine fossili che, risalendo a causa della pressione interna del giacimento, stemperano le argille formando fanghiglie salate più o meno dense. Nel caso delle salse del Dragone i materiali attraversati sono le cosiddette "Argille Scagliose".

Nei punti di emissione si originano i vulcanetti che si elevano ad altezze diverse in relazione alla densità del fango: materiali molto fluidi originano crateri dove gorgogliano liquide melme, mentre fanghi più densi danno forma a rilievi che possono superare un metro di altezza.

Dall'area di emissione dei fanghi si origina una ampia frana che raggiunge il fondovalle del rio Sassuno, presso il quale si possono incontrare i cuscinetti densi della rara Camphorosma monspeliaca, una chenopodiacea endemica di Emilia Romagna e Marche, particolarmente adattata ai difficili substrati argillosi, con minuscole foglie riunite a mazzetti dall'odore di canfora.

Serafino Calindri fu sul luogo nel luglio del 1780, e descrisse il fenomeno del Dragone, così come viene riportato su: "Chiese della Diocesi di Bologna": "...una voragine dalla quale usciva un continuo rumore, e vedevasi una eruzione liquida di argilla, la quale dilagavasi a modo di lava, ed era più braccia di altezza intorno alla bocca onde usciva. Quando l'eruzione era cessata la bocca era chiusa, e prima che una nuova eruzione avvenisse vedevasi l'argilla gonfiarsi a modo di calice; poscia con l'interruzione di 30 secondi avvenire il vomitamento della materia argillosa a cui era frammisto qualche particella di marcassita; e il terreno all'intorno a pochi passi dalla bocca aveva un moto continuo di tremito...".

Nel 1873 l'illustre mineralogista Luigi Bombicci ci diceva che il "Dragone" è così chiamato "...per l'impeto, quasi diremo di furore, con cui talvolta ha prodotto le proprie eruzioni..." e come "...torrenti di fango si vedano prodotti sui lati; nel mezzo dell'area gorgogliano bolle assai voluminose di gas idrogeno carbonato, infiammabile. Sostanze bituminose accompagnano il gas, talché ogni bolla scoppiando ne lascia traccia sul terreno. ".

Infine nella "Guida dell' Appennino" del 1881 vengono ricordate le "...accensioni, i ribollimenti, gli scoppi e le eruzioni di Sassuno. ".

Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Geomorfologico;
Geotipi presenti: Calanchi - Frana - Vulcanetto di fango, salse, apparato lutivomo;
Interessi contestuali: Paesaggistico;
Valenze: Scientifico - Divulgativo;
Tutela: superflua;
Accessibilità: facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Geositi vicini
Bibliografia
"I vulcani di fango Emiliani: retrospettiva e prospettive" - Bonini M. [2008] Geoitalia, 22.
"Mud volcanoes of Italy" - Martinelli G, Judd A. [2004] Geol. J., 39, 49-61.
"Descrizione della mineralogia generale della Provincia di Bologna" - Bombicci L. [1873] Mem. Acc. SC. Istit. Di Bologna, vol 4, ser. 3, pp. 57-222.
"Descrizione della mineralogia generale della Provincia di Bologna" - Calindri [1781] Mem. Acc. SC. Istit. Di Bologna, vol 4, ser. 3, pp. 57-222.
Avvertenze

I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.

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