Geologia, sismica e suoli

Madonna del Ponte

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Geosito di rilevanza locale

Nella parete retrostante la chiesa ritrovamenti storici di quarzi a tramoggia aeroidri. Giacitura molto tipica: immersi in una sabbia argillosa giallognola che riempiva le fratture della roccia.

Il Santuario della Madonna del Ponte e l'affioramento alle sue spalle
Il Santuario della Madonna del Ponte e l'affioramento alle sue spalle
Il Santuario della Madonna del Ponte e l'affioramento alle sue spalle
L'affioramento
L'affioramento
L'affioramento
Dettaglio della base dello strato
Dettaglio della base dello strato
Dettaglio della base dello strato
Affioramento
Affioramento
Affioramento
Affioramento
Affioramento
Affioramento
Quarzo di Porretta
Quarzo di Porretta
Quarzo di Porretta
Geografia
  • Superficie totale: 0.22 ettari.
  • Quota altimetrica 363m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

Tra Porretta Terme e Ponte della Venturina, lungo la sponda destra del Reno, nella zona retrostante il santuario della Madonna del Ponte, si alzano pareti arenacee (formazione delle Arenarie di Suviana) con strati verticalizzati, modellati dai fronti di una vecchia cava.

Questi affioramenti, come altri nelle vicinanze, rappresentano uno dei siti principali di ritrovamento del quarzo di Porretta, nella tipica forma a tramoggia, spesso con esemplari aeroidri. I ritrovamenti storici di questo minerale sono famosi per la straordinaria grandezza dei cristalli e degli aggregati cristallini. La forma a tramoggia, dove gli spigoli dei cristalli, accresciutisi più rapidamente delle facce, sporgono con forme a gradinata, si accompagna sovente a cristalli aeroidri, vale a dire con cavità interne riempite d'acqua e con una bolla di gas mobile. Il liquido è una soluzione di acqua e metano, quest'ultimo rappresenta il composto che forma la bolla mobile.

La giacitura del minerale nelle arenarie è in fratture e fessurazioni per lo più ortogonali alla stratificazione, riempite di sabbia fine e argilla gialla o bruna; si tratta di mineralizzazioni dovute alla risalita di fluidi idrotermali ricchi in SiO2 che hanno permeato la roccia seguendo le fessurazioni tettoniche, durante la diagenesi. La diagenesi è il processo che, a seguito di un aumento progressivo di pressione e temperatura, porta un sedimento a diventare roccia sedimentaria; in queste condizioni è avvenuta la circolazione di fluidi mineralizzati che hanno depositato, in venature e cavità, i cristalli di quarzo, a cui spesso si associa la calcite.

Campioni straordinari e molto numerosi (più di 3000 esemplari di cui 620 aeroidri, così come riportato da Bombicci nel 1869) provenienti da questa località si trovano al Museo Bombicci dell'Università di Bologna.

Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Mineralogico;
Geotipi presenti: Quarzo;
Valenze: Scientifico;
Tutela: superflua;
Accessibilità: facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Geositi vicini
Bibliografia
"Mineralogia del bolognese" - Dal Rio G. [1980] Officina d'Arte Grafica Cacciari, Bologna.
"L'Appennino Bolognese" - Bombicci L. [1881] Club Alpino Italiano, Sezione di Bologna, Tipografia Fava e Garagnani, Bologna.
"Descrizione della mineralogia generale della Provincia di Bologna" - Bombicci L. [1873] Mem. Acc. SC. Istit. Di Bologna, vol 4, ser. 3, pp. 57-222.
Avvertenze

I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.

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