Monte ComeroTesta del LeoneGeosito di rilevanza localeRilievo che si eleva con profilo asimmetrico lungo il crinale tra il Fiume Savio ed il Fosso dell'Alferello, costituito da arenarie riferite alla Formazione del Monte Senario (cfr. Unità Aveto-Petrignacola). Per la sua peculiare forma, la cima del M. Comero è nota anche come Testa del Leone.
Il Monte Comero - Archivio Fotografico della Romagna di Pietro Zangheri - patrimonio pubblico della Prov. di Forlì-Cesena, in gestione al Parco nazionale delle Foreste Casentinesi
Geografia
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
Rilievo che si eleva dolcemente e con profilo asimmetrico (tipo cuesta) lungo il crinale tra il Fiume Savio e fosso dell'Alferello, costituito da arenarie riferite alla Formazione di Monte Senario (Dominio subligure, Unità Aveto Petrignacola-M. Senario). Verso sud un gradino morfologico segnato da una parete rocciosa si eleva al contatto con le sottostanti unità argillose, e corrisponde a un orlo di scarpata di frana (nicchia di distacco). Per la sua peculiare forma, la cima del M. Comero è nota come Testa del Leone. Il versante settentrionale è segnato invece da una sorta di altopiano sommitale ed è rivestito da una estesa coltre di depositi colluviali ed eluviali. Una frana molto este nota sin dal 1400, riportata in numerose cronache storiche (comprese alcune antiche cartografie), si estende alle pendici NW del monte, sino a raggiungere il letto del Savio, evidentemente deviato dal piede della frana. La frana ha subito diverse riattivazioni nel corso dei secoli, l'ultima documentata rislae al 1855. Da Emanuele Repetti, Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, 1832:MONTE COMERO nella Valle del Savio sul rovescio dell'Appennino. - È una delle prominenze dei contrafforti che scendono verso settentrione dall'Appennino del Bastione fra Camaldoli, la terra di Bagno e il paese di Verghereto. - Il Comero si alza tese 619,6 pari a braccia fiorentine 2069 sopra il livello del mare; ed è dalle sue pendici donde scaturiscono le prime sorgenti del fiume Savi. Una porzione di questa montagna, dalla parete che guarda fra ponente e ostro, sul principio del secolo XV franò, e dalla parte medesima nel 30 marzo 1817 dilamò per mezzo miglio toscano quadrato di superficie. In quest'utima smotta furono dissepolti alcuni abeti rimasti forse sotterrati all'epoca dell'antecedente rovina del monte senza che quei tronchi d'albero avessero subito alcuna carbonizzazione, talché si poterono impiegare ad uso di costruzione. L'area è rappresentativa dell'assetto geologico e paesaggistico della "Coltre della val Marecchia". Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Geomorfologico - Stratigrafico;
Geotipi presenti: Frana - Contrafforte - Rilievo tabulare - Successione stratigrafica;
Interessi contestuali: Paesaggistico;
Valenze: Scientifico - Divulgativo - Geoturistico;
Tutela: consigliablie;
Accessibilità: facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
Geositi vicini
Bibliografia
"Geologia dell'Appennino marchigiano-romagnolo tra le valli del Savio e del Foglia" - CONTI S. [1989] Boll. Soc. Geol. It, 108, pp.453-489.
Avvertenze
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