Emissione metanifera molto cospicua, molto spesso accesa, già citata nel XVI secolo, di cui recentemente si è tentato l'utilizzo.
L'area di emissione di trova alla sommità di un poggiolo, in un campo, dove si osservano le fiamme uscire dal sottosuolo in una posizione diversa rispetto a quella naturale.
Nel 1939 infatti venne costruita una condotta per il gas che, partendo dal luogo di uscita naturale, arrivava sino alla strada provinciale, dove venne costruito un piccolo edificio in stile littorio, ancora visibile.
In periodo di autarchia si sfruttava ogni fonte di energia possibile: per cui questo impianto venne inaugurato dallo stesso Mussolini. Superati gli eventi bellici, l'impianto caduto in disuso lascia uscire però i gas dal tubo nella posizione attuale. E' situato alla sommità di una collina in Comune di Tredozio, ma dominante Portico di Romagna.
Emanuele Repetti, Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, 1832.
Che se dalla struttura di rocce simili scaturisce sopra Marradi la pece montana, a Pietramala dell'Acquabuja e dai terreni ardenti i fuochi di gas idrogenato carbonato bituminoso, questi non mancano tampoco nelle vicinanze di Portico. Conciossiachè un simile fenomeno apparisce nel poggio di Querciolano in un podere denominato la Casa nuova, circa due miglia a ponente di Portico, poco lungi dalla riva sinistra del fosso dell'Inferno. Costà fra li strati di schisto marnoso a contatto di quelli di arenaria esiste in un piccolo pozzetto la così detta Acqua che bolle, acqua che, senza essere salata nè amara, lascia in bocca un gusto consimile a quello del petrolio. Il gas idrogeno bituminoso, che in forma di bolle piuttosto copioso sviluppasi dal piccolo pozzetto, si accende istantaneamente all'avvicinarvisi di uno zolfino, e non si spenge se non nei casi di pioggia di rotta, o di vento impetuoso, oppure se non viene soffocata la pozzanghera dalla terra.
Non così prontamente si accende il gas che emerge da una terra nericcio-cerulea, pochi passi discosta dal pozzetto preindicato, ma appena quella terra è smossa dalla zappa per metterne alla luce della nuova, tosto essa qua e là mediante lo zolfino prende fuoco in guisa da mettere in combustione le legna che vi si gettano sopra.
QUERCIOLANO nella Valle del Montone in Romagna. - Casale con chiesa plebana (S. Giuliano) nella Comunità e quasi due miglia a grecale di Portico, Giurisdizione della Rocca S. Casciano, Diocesi di Bertinoro, Compartimento di Firenze.
Trovasi sopra un poggio omonimo alla sinistra del fiume Montone sulla strada mulattiera che da Portico guida a Tredozio.
È noto questo luogo per i fuochi ardenti detti di Portico, descritti la prima volta dal chierico Naturalista abate don Ambrogio Soldani. -Vedere PORTICO Comunità. La parrocchia di S.
Giuliano a Querciolano nel 1833 contava 51 abitanti.