Ex cava dove venne osservata la discordanza angolare al passaggio tra Gessi Messiniani e Formazione a Colombacci - Argille Azzurre; cavità carsiche intramessiniane intercettate dagli scavi hanno restituito numerosissimi resti di vertebrati fossili.
Monticino - Foto Archivio Servizio Geologico
Monticino - Foto Archivio Servizio Geologico
Monticino - Foto Archivio Servizio Geologico
Monticino - Foto Archivio Servizio Geologico
Monticino - Foto Archivio Servizio Geologico
Monticino - Foto Archivio Servizio Geologico
La sezione di Monticino colonizzata dalla vegetazione (foto 2016)
La sezione di Monticino colonizzata dalla vegetazione (foto 2016)
Monticino, sezione Li Monti
Monticino, sezione Li Monti
Visita guidata, Maggio 2016
Visita guidata, Maggio 2016
Geografia
Superficie totale: 16.52 ettari.
Quota altimetrica minima 191.6m. s.l.m., quota altimetrica massima 278.8m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
Ampia area di ex cava, oggi trasformata in museo geologico, dove venne osservata per la prima volta la discordanza angolare al passaggio tra Gessi Messiniani e Formazione a Colombacci - Argille Azzurre. All'interno di cavità carsiche intramessiniane, intercettate dagli scavi di cava, sono stati ritrovati numerosissimi resti di vertebrati fossili. L'area di interesse si estende lungo il fronte di cava abbandonato (risagomato per la messa in sicurezza), lungo il quale affiorano i gessi e si osservano alcuni condotti carsici intercettati dalla cava. All'estremità orientale dell'affioramento di osserva la zona di maggiore importanza stratigrafica, dove affiora il passaggio tra i gessi messiniani, un sottile spessore di colombacci e le Argille Azzurre plioceniche.
Il sito, nel suo insieme, è un importante riferimento per la comunità geologica internazionale, nell'ambito dello studio delle evaporiti messiniane, della geologia dell'Appennino romagnolo e della paleontologia. Nella cava si possono osservare in affioramento 5 formazioni rocciose: la Formazione Marnoso-arenacea, le Peliti eusiniche pre evaporitiche, la Gessoso-solfifera, la Formazione a Colombacci e le Argille Azzurre. Lo studio di questa successione stratigrafica, delle faune e flore marine e continentali in essa contenuta, ha permesso di ricostruire nel dettaglio gli eventi avvenuti tra la fine del Tortoniano (7,4 milioni di anni fa) e il Pliocene (5,3 milioni di anni fa). Nel 1985 venne scoperto, in alcuni crepacci intercettati dalle attività estrattive, un giacimento paleontologico di straordinaria ricchezza. Furono rinvenute le ossa fossili di quasi 60 specie di vertebrati terrestri vissuti alla fine del Messiniano, con almeno 40 specie diverse di mammiferi (rinoceronti, scimmie, iene, antilopi, roditori, ecc.) di cui 5 fino ad allora sconosciute per la Scienza.
"I resti fossili rinvenuti nella cava permettono di ricostruire i cambiamenti ambientali avvenuti in Emilia-Romagna tra 7,4 e 5,3 milioni di anni fa. Dal basso verso l'alto, le rocce e i fossili documentano il passaggio da un ambiente di mare aperto dove si depositarono le Peliti eusiniche, a un mare basso e salato dove vivevano gli organismi rinvenuti fossili nelle argille intercalate agli strati gessosi, fino all'instaurarsi dell'ambiente continentale che ospitava i vertebrati rinvenuti nella Formazione a Colombacci. La successione di rocce si chiude al tetto con le Argille Azzurre che segna il ripristinarsi di un ambiente di mare profondo." (tratto dal pieghevole Parco Museo Geologico Cava Monticino)
A margine della cava si osservano la valle cieca e l'inghiottitoio della Tana della Volpe, insieme ad alcune piccole doline.
Il geosito è compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).
Il Parco Museo Geologico Cava Monticino racchiude un prezioso patrimonio geonaturalistico e rappresenta un sito di riferimento della comunità geologica internazionale per lo studio delle evaporiti messiniane, della geologia dell'Appennino romagnolo e della paleontologia.
Il catasto delle grotte è curato dalla Federazione Speleologica Regionale. Sul sito del Servizio Geologico, grazie al web-gis dedicato, è possibile visualizzare ed interrogare i dati relativi alle cavità censite. Un visualizzatore cartografico permette di navigare all'interno di una mappa interattiva, con strumenti di posizionamento geografico e di interrogazione degli elementi presenti nei vari livelli cartografici che costituiscono la mappa.
Archivio documentale degli immobili e aree di notevole interesse pubblico (art. 136 del D.Lgs. n.42/2004) nel territorio ravennate
Bibliografia
"Il Parco Museo Geologico Cava Monticino, Brisighella, una guida e una storia" - AA.VV. [2007] Faenza.
"I principali sistemi carsici della Vena del Gesso Romagnola e il loro condizionamento strutturale" - BENTINI L. [2003] Atti del XI Congresso Nazionale di Speleologia, (Bologna, 27-31 Agosto 2003), Bologna, pp, 51-68
"La Vena del Gesso" - AA.VV. [1994] a cura di U.BAGNARESI ? F. RICCI LUCCHI ? G.B. VAI, Regione Emilia-Romagna, Bologna, pp. 118-128.
"Fossil Vertebrates in the Lamone Valley, Romagna Appenines. Field Trip Guiedebook" - De Giuli C., Vai G.B. [1988] Faenza.
"Morfologia subaerea ed ipogea del sistema carsico Tana della Volpe (102 ER/RA) nei gessi messiniani di Brisighella," - COSTA G.P. ? EVILIO R. [1983] Le Grotte d'Italia, 4, XI, pp. 293-303.
"Le cavità naturali della Vena del Gesso tra i fiumi Lamone e Senio, Faenza" - GRUPPO SPELEOLOGICO "CITTA' DI FAENZA" - GRUPPO SPELEOLOGICO "VAMPIRO" [1964] Le Grotte d'Italia, 4, XI, pp. 293-303.
Avvertenze
I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.
I geositi carsici, che si sviluppano in valli cieche, doline, inghiottitoi, grotte, forre ecc., per una visita richiedono ulteriori competenze specifiche, attrezzature adeguate e la presenza di Speleologi esperti. Gran parte di questi ambienti si trova all'interno di Parchi, Riserve naturali e Aree protette e quindi l'accesso è sottoposto a regolamentazione specifica. Le visite, limitate comunque a poche cavità adeguatamente attrezzate, possono essere svolte accompagnati da Guide Speleologiche riconosciute dai Parchi. Per visite che abbiano uno scopo di ricerca e studio ci si può avvalere degli Speleologi dei Gruppi affiliati alla Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna (www.fsrer.it).
La Regione si solleva al proposito da qualunque responsabilità.