Circo glaciale lungo il versante Nord del monte, segnato sul fondo da una estesa morena e affiancato da morfologie circoidi sempre riconducibili al modellamento avvenuto nell'ultimo glaciale. Spallanzani vi svolse le osservazioni sull'origine delle sorgenti.
Il Monte Cavalbianco visto da ovest. Si riconosce la conca glaciale che si approfondisce lungo il versante occidentale, che forma la testata del rio Tornello, affluente alla destra idrografica del torrente Riarbero.
Il Monte Cavalbianco visto da ovest. Si riconosce la conca glaciale che si approfondisce lungo il versante occidentale, che forma la testata del rio Tornello, affluente alla destra idrografica del torrente Riarbero.
Il Monte Cavalbianco visto da nord; si osservano i circhi glaciali che si approfondiscono lungo il versante settentrionale.
Il Monte Cavalbianco visto da nord; si osservano i circhi glaciali che si approfondiscono lungo il versante settentrionale.
Veduta ravvicinata sui circhi glaciali che si approfondiscono lungo il versante settentrionale del Monte Cavalbianco.
Veduta ravvicinata sui circhi glaciali che si approfondiscono lungo il versante settentrionale del Monte Cavalbianco.
Geografia
Superficie totale: 95.53 ettari.
Quota altimetrica minima 1447.8m. s.l.m., quota altimetrica massima 1817.8m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
Lungo i fianchi settentrionali del Monte Cavalbianco si approfondiscono, tra gli strati delle arenarie del Macigno, due circhi glaciali, separati dalla dorsale tra la cima del monte e il colle Brancia, modellati con forme molto caratteristiche e per questo ben riconoscibili anche a distanza.
Il maggiore di questi circhi si apre verso nord ed è rivestito sul fondo da una coltre di depositi morenici piuttosto estesa, inoltre è segnato lungo i fianchi da piccoli circhi minori, sempre originatisi durante l'ultimo periodo glaciale, ma rimodellati in seguito dai processi erosivi.
Alle pendici del Monte Cavalbianco Lazzaro Spallanzani si recò nell'estate del 1761 per svolgere le sue osservazioni sull'origine delle sorgenti per infiltrazione di acque piovane, a sostegno delle tesi di Antonio Vallisneri:
".... volli ponderare con qualche seria attenzione tre illustri montagne, cioè a dire Cavalbianco, il monte delle Pielle, e Ventasso, tutte ricchissime di fontane generatrici di laghi, di torrenti, di fiumi. S'alza il Cavalbianco coll'alpestre sua punta a foggia di piramide triangolare in messo il monte Cuzna e quello delle Pielle...".Il geosito è in parte compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).
Archivio documentale degli immobili e aree di notevole interesse pubblico (art. 136 del D.Lgs. n.42/2004) nel territorio reggiano.
Bibliografia
"Gli antichi ghiacciai dell'Appennino settentrionale. Studio morfologico e paleogeografico" - Losacco U. [1982] Atti Soc.Nat.Mat. di Modena, Vol 113, Modena.
"Viaggi nell'Appennino modenese e reggiano." - SPALLANZANI L. [1795] Boni ed., Ristampa anastatica, Bologna, 1985.
Avvertenze
I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.
I geositi carsici, che si sviluppano in valli cieche, doline, inghiottitoi, grotte, forre ecc., per una visita richiedono ulteriori competenze specifiche, attrezzature adeguate e la presenza di Speleologi esperti. Gran parte di questi ambienti si trova all'interno di Parchi, Riserve naturali e Aree protette e quindi l'accesso è sottoposto a regolamentazione specifica. Le visite, limitate comunque a poche cavità adeguatamente attrezzate, possono essere svolte accompagnati da Guide Speleologiche riconosciute dai Parchi. Per visite che abbiano uno scopo di ricerca e studio ci si può avvalere degli Speleologi dei Gruppi affiliati alla Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna (www.fsrer.it).
La Regione si solleva al proposito da qualunque responsabilità.