Geologia, sismica e suoli

Meandri del Po tra Piacenza e Isola Serafini

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Geosito di rilevanza regionale

Tratto del Po segnato da accentuati meandri, unici per ampiezza e lunghezza in tutto il corso del fiume: la lunghezza effettiva dell'alveo risulta essere circa il doppio della distanza percorsa dalle acque in linea d'aria, la pendenza media che dal 6 per mille passa al 3 per mille.

Meandri del Po tra Piacenza e Isola Serafini - Foto Archivio Servizio Geologico
Meandri del Po tra Piacenza e Isola Serafini - Foto Archivio Servizio Geologico
Meandri del Po tra Piacenza e Isola Serafini - Foto Archivio Servizio Geologico
Meandri del Po - Foto Bertolini
Meandri del Po - Foto Bertolini
Meandri del Po - Foto Bertolini
Geografia
  • Superficie totale: 1974.3 ettari.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

Tratto del Po segnato da accentuati meandri, unici per ampiezza e lunghezza in tutto il corso del fiume: la lunghezza effettiva dell'alveo risulta essere circa il doppio della distanza percorsa dalle acque in linea d'aria, la pendenza media che dal 6 per mille passa al 3 per mille. Alcuni studi (Braga & Cerro 1988) hanno messo in luce come questa peculiarità geomorfologica derivi dalla struttura geologica profonda dell'area e dalle recenti dinamiche tettoniche. A questi caratteri tettonici è da mettere in relazione anche la vistosa dinamicità storica dei meandri non documentata in altri tratti del Po. All'altezza di Cremona, infatti, si eleva trasversalmente all'asta del Po un "alto strutturale", vale a dire una dorsale creatasi in seguito alle spinte compressive hanno interessato l'area, che avrebbe funzionato come "ostacolo idraulico", mentre nella zona retrostante la presenza di una marcata depressione subsidente avrebbe giocato un ruolo importante nel mantenere una minore inclinazione nella regione di scorrimento del Po. In questo particolare tratto del Po, inoltre, la cartografia storica restituisce un puntuale resoconto delle rapide evoluzioni avvenute quando la rete idraulica poteva ancora evolversi in modo naturale.

All'interno della golena, a tratti molto ampia, si trovano numerosi segni dei paleoalvei del Po e dei torrenti appenninici che vi confluiscono. Nella zona più a valle, il Po presenta un alveo poco profondo, largo quasi un chilometro, dove l'acqua scorre molto lentamente soprattutto da quando, nel 1972 venne realizzato il gigantesco sbarramento idroelettrico di Isola Serafini.

La rapida evoluzione geomorfologica di quest'area viene tracciata con chiarezza nelle diverse carte antiche, grazie alle quali è possibile ricostruire i cambiamenti avvenuti negli ultimi due secoli. Di estremo interesse per questo tratto fluviale sono le Tavole Brioschi, uno straordinario documento cartografico conservato presso l'archivio storico dell'ex Magistrato per il Po (Agenzia Interregionale per il fiume Po), veri e propri registri dell'evoluzione geomorfologica del fiume. Nelle tavole, redatte tra il 1821 e il 1853-1857 per tutto il corso del Po dal Ticino sino al mare, è riportato un disegno di base al quale sono sovrapposte, in rosso o in verde, variazioni morfologiche successive. La successiva carta alla scala 1:10.000 redatta nel 1863 dall'Ufficio Tecnico del Corpo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano, l'attuale Istituto Geografico Militare (IGM), restituisce un molto dettagliato disegno del territorio e non da meno è l'aggiornamento della carta IGM, datato 1899, riporta numerosi cambiamenti dell'uso del suolo, con l'estensione di coltivi in aree precedentemente boscate, la crescita di barre di meandro. E' importante sottolineare che queste evoluzioni tardo ottocentesche sono successive all'inondazione particolarmente catastrofica avvenuta nel 1872, che portò nei territori limitrofi al Po grandi distruzioni e modificazioni nelle morfologie dell'alveo.

Osservando in successione le carte antiche sono altresì evidenti le relazioni tra l'evoluzione della morfologia dell'alveo e le variazioni nell'uso del suolo dei terreni occupati o rioccupati dal fiume, come pure, nella fascia dei meandri, la totale scomparsa di alcuni insediamenti ben segnalati dalla toponomastica. I tanti toponimi Mezzani, Mezzano o Mezzanone ricorrono sin dal medioevo per indicare le isole che si formavano a margine del Po, immerse a quell'epoca in un paesaggio dominato da canali, depositi sabbiosi e vaste aree paludose tra le quali si estendevano gli originari boschi di pianura.

Il geosito è in parte compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).
Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Geomorfologico - Strutturale;
Geotipi presenti: Meandro - Paleoalveo - Strutture tettoniche sepolte;
Interessi contestuali: Paesaggistico - Botanico - Faunistico;
Valenze: Scientifico - Divulgativo - Escursionistico [Lungo l'argine maestro in destra Po corre l'itinerario "Po fiume d'Europa"] - Geoturistico;
Tutela: consigliablie;
Accessibilità: molto facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Opportunità di fruizione
Il meandro di Mezzanone e l'isola di Pinedo Itinerario geologico ambientale nella pianura padana
Geositi vicini
Bibliografia
"La Pianura, geologia suoli e ambienti in Emilia-Romagna" - AA. VV. (a cura di A. Amorosi) [2009] Regione Emilia Romagna, collana Terre e Acque, Ed Pendragon, Bologna.
"An inventory of river anomalies in the Po Plain, Northern Italy: evidence for active blind thrust faulting." - Burrato, P., F. Ciucci, G. Valensise [2003] Annals Geophysics, 46, 5, 865-882.
"Carta geomorfologica della Pianura Padana, Carta altimetrica e dei movimenti verticali del suolo della Pianura Padana. Scala 1:250.000." - AA VV. [1997] S.EL.CA., Firenze.
"Le strutture sepolte della pianura pavese e le relative influenze sulle risorse idriche sotterranee." - Braga G. & Cerro A. [1988] Atti Tic. Sc. Terra, 31, 421-433.
Avvertenze

I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.

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