Area di interesse stratigrafico e geomorfologico. Si osservano in modo esemplare alcuni termini della successione epiligure: le Marne di Antogola e le Brecce argillose della val Tiepido-Canossa (Calanchi del rio Vico) e la Formazione di Pantano (Rupe di Canossa).
Canossa - Foto Archivio Servizio Geologico
Canossa - Foto Archivio Servizio Geologico
Rupe di Canossa e calanchi del rio Vico - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Rupe di Canossa e calanchi del rio Vico - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Rupe di Canossa e calanchi del rio Vico - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Rupe di Canossa e calanchi del rio Vico - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Rupe di Canossa e calanchi del rio Vico - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Rupe di Canossa e calanchi del rio Vico - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Geografia
Superficie totale: 95.14 ettari.
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
Il geosito abbraccia un'area di interesse stratigrafico e geomorfologico. Si osservano in modo esemplare alcuni termini della successione epiligure: le Marne di Antognola e le Brecce argillose della val Tiepido-Canossa (in affioramento nei Calanchi del rio Vico) e la Formazione di Pantano (a costituire la Rupe di Canossa). La Rupe, formata da Arenarie mioceniche, svetta lungo il crinale tra i torrenti Crostolo ed Enza, alla testata calanchiva dei rii Vico e San Biagio. Le pareti sono soggette a crolli, ai quali è da imputare la distruzione parziale del castello matildico i cui ruderi sorgono alla sua sommità. Lungo la parete sud orientale sono evidenti le potenti bancate arencee riferite al Membro di santa Maria della Formazione di Pantano. Lo spettacolare anfiteatro calanchivo del rio di Vico, sottostante la Rupe, rappresenta un importante riferimento nella descrizione del cosiddetto "Olistostroma di Canossa" (Brecce Argillose delle val Tiepido e Canossa). Nei calanchi si focalizza bene il passaggio tra le marne della Formazione di Antognola e il corpo caotico dell'Olistostroma di Canossa.
Il geosito è compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).
Archivio documentale degli immobili e aree di notevole interesse pubblico (art. 136 del D.Lgs. n.42/2004) nel territorio reggiano.
Bibliografia
"Revisione litostratigrafica dell'unità Bismantova (Miocene epiligure, Appennino Settentrionale)" - Amorosi A., Colalongo M.L. & Vaiani S. [1996] Bollettino della Società Geologica Italiana, 115, 355-367.
"Appennino Tosco Emiliano. Collana: Guide Geologiche Regionali, a cura della Società Geologica Italiana, coordinatore del volume Valerio Bortolotti." - AA. VV. [1992] BE-MA Editrice, Firenze.
"Osservazioni sull'evoluzione del bacino satellite epiligure Vetto-Carpineti-Canossa
(Appennino Settentrionale)" - DE NARDO M.T., IACCARINO S., MARTELLI L., PAPANI G., TELLINI C., TORELLI L., VERNIA L. [1991] Mem.Descr.Carta Geol.d'It., XLVI (1991), 209-220, Roma
"Nuovi dati stratigrafici e strutturali sulla Formazione di Bismantova nella "sinclinale" Vetto-Carpineti (Appennino Reggiano-Parmense)." - PAPANI G., TELLINI C., TORELLI L., VERNIA L. & IACCARINO S [1989] Mem. Soc. Geol. It., 39, 245-275
"I dintorni di Rossena." - ANELLI M. [1922] Boll.Soc.Geol.It.,41, 17-29.
Avvertenze
I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.
I geositi carsici, che si sviluppano in valli cieche, doline, inghiottitoi, grotte, forre ecc., per una visita richiedono ulteriori competenze specifiche, attrezzature adeguate e la presenza di Speleologi esperti. Gran parte di questi ambienti si trova all'interno di Parchi, Riserve naturali e Aree protette e quindi l'accesso è sottoposto a regolamentazione specifica. Le visite, limitate comunque a poche cavità adeguatamente attrezzate, possono essere svolte accompagnati da Guide Speleologiche riconosciute dai Parchi. Per visite che abbiano uno scopo di ricerca e studio ci si può avvalere degli Speleologi dei Gruppi affiliati alla Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna (www.fsrer.it).
La Regione si solleva al proposito da qualunque responsabilità.