Geologia, sismica e suoli

Quattrocastella

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Geosito di rilevanza regionale

Area di affioramento di unità plio-pleistoceniche argillose, arenacee e conglomeratiche. Si contrappongono aree calanchive e rilievi pronunciati. Importante il contatto tettonico tra Argille Azzurre e l'Olistostroma di Canossa lungo la "linea dei gessi".

Quattro Castella - Foto Archivio Servizio Geologico
Quattro Castella - Foto Archivio Servizio Geologico
Quattro Castella - Foto Archivio Servizio Geologico
Quattro Castella - Foto Archivio Servizio Geologico
Quattro Castella - Foto Archivio Servizio Geologico
Quattro Castella - Foto Archivio Servizio Geologico
Quattrocastella - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Quattrocastella - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Quattrocastella - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Quattrocastella - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Quattrocastella - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Quattrocastella - Archivio fotografico Delfino Insolera, cortesia di Istituto per i beni artistici culturali e naturali E-R
Geografia
  • Superficie totale: 138.32 ettari.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

Area a ridosso della pianura nella quale affiorano unità plio-pleistoceniche argillose, arenacee e conglomeratiche e dove si susseguono e si contrappongono, lungo le vallecole di corsi d'acqua minori orientati S-N, aree calanchive, rupi e rilievi pronunciati. In prossimità della pianura queste vallecole si approfondiscono molto e separano i rilievi pronunciati di Monte Lucio, Monte Zagno, Bianello e Monte Vetro, sormontati da fortificazioni medioevali-longobarde. A monte di questi, i versanti si sviluppano con morfologie calanchive sormontate da piccole rupi, mentre la testata valliva è formata da un ventaglio idrografico calanchivo.

Lungo gli affioramenti delle testate (noti come calanchi di Bergonzano), molto importante e ben esposto è il contatto tettonico tra le Argille Azzurre plioceniche e l'Olistostroma di Canossa, in corrispondenza della cosiddetta "linea dei Gessi", una faglia che si identifica nell'area collinare reggiana a partire da Vezzano sul Crostolo, dove coinvolge le evaporiti messiniane. Nei calanchi la faglia è evidenziata da un significativo esempio di muro di faglia, prodotto dalla selezione erosiva sui materiali presenti lungo il piano di faglia, più resistenti delle circostanti argille, inglobando lembi della Formazione a Colombacci, di gessi messiniani e di Marne di Antognola.

Dal testo: Itinerario geologico attraverso i luoghi matildici, Luigi Vernia, Natura e Montagna 2005

I colli di Queatro Castella sono formati da sedimenti marini e continentali comprendenti le classiche "argille azzurre" di Lugagnano (Pliocene) passanti alle sabbie giallastre pleistoceniche, note come Sabbie di Montericco. Queste ultime sono ricche di macrofossili, che affiorano in prossimità della cima dei quattro colli. Il plio-pleistocene marino ha uno spessore complessivo di circa 340 m, di cui 210 di sedimenti pliocenici. Il Pliocene, suddiviso secondo lo schema della bipartizione proposto da IACCARINO (1985), presenta alla base circa 110 metri di argille azzurre massive dello Zancleano comprendente le zone a Globorotalia margaritae e la zona a G.margaritae-G.puncticulata , per passare, senza apparente soluzione di continuità al Pliocene superiore o Piacenziano con le zone a G.puncticulata e G.aemiliana.

Il passaggio Pliocene-Pleistocene avviene all'interno di argille che vanno arricchendosi di una sempre più abbondante frazione sabbiosa e, sebbene in maniera non evidentissima, sembra manifestare una netta discontinuità stratigrafica, peraltro non rilevabile sul terreno. I sedimenti pleistocenici, che segnano un deterioramento climatico con la comparsa di ospiti di mare freddo quali la Hyalinea baltica e l'Arctica islandica, presentano verso l'alto le classiche sabbie gialle, che un tempo venivano chiamate Calabriane, ricche di malacofauna e quindi molto frequentate dai collezionisti. Il passaggio argille sabbiose-sabbie gialle non è osservabile sia qui che nelle zone circostanti, perché coperto dallo sfatticcio delle stesse sabbie.

Con le Sabbie di Montericco si conclude la sedimentazione marina padana e i colli che si affacciano alla pianura sono ricoperti dalle prime ghiaie fluviali a paleosuolo rossastro e ocraceo dell'interglaciale Riss-Wurm; il passaggio dal marino al continentale sembra piuttosto brusco, almeno in questa sezione, ma in zone immediatamente limitrofe, è moderato dalla presenza di argilliti e sabbie di ambiente salmastro e lacustre, che rendono più graduale la regressione marina e l'instaurarsi delle facies continentali. Sia i sedimenti marini che quelli continentali sono sensibilmente inclinati verso la pianura di una trentina di gradi (sezione geologica di tav. 2), a dimostrazione che le spinte orogeniche dell'Appennino hanno agito anche su terreni del Pleistocene superiore e quindi relativamente giovani La morfologia dei colli e la loro stabilità è garantita appunto dalla presenza in vetta delle sabbie gialle e ancora sopra dei conglomerati; questi terreni, tra l'altro, favoriscono. La crescita della copertura boschiva per la loro stabilità e per la presenza di piccole falde d'acqua. I quattro caratteristici colli possono essere ritenuti come il prodotto di una erosione "antecedente" dei corsi d'acqua: in sostanza i torrentelli che già scendevano dai versanti di Bergonzano verso la pianura, incidevano nel corso del tempo anche la successione plio-pleistocenica che si sollevava per effetto dei movimenti neotettonici, modellando gradualmente i colli sui quali poi sarebbero stati edificati il castello del Bianello e le altre tre torri di guardia.

Il paese di Quattro Castella giace proprio sul raccordo morfologico tra colline e l'alta pianura, dove i terreni di origine fluviale dei versanti settentrionali dei colli, si stendono nei terrazzi sospesi dell'alta pianura, coperti da un paleosuolo giallo-ocra, ricchi di attività agricole ed industriali come il Ghiardo, il Ghiardello e la Ghiarda, attraverso i quali, con comode strade, si ritorna alla città di Reggio.

Il geosito è compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).
Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Stratigrafico - Geomorfologico - Strutturale - Paleontologico;
Geotipi presenti: Faglia - Molluschi bivalvi - Molluschi gasteropodi - Calanchi - Rupe - Successione stratigrafica;
Interessi contestuali: Storico - Architettonico - Paesaggistico;
Valenze: Scientifico - Divulgativo - Escursionistico - Geoturistico;
Tutela: consigliablie;
Accessibilità: facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Geositi vicini
Bibliografia
"Appennino Tosco Emiliano. Collana: Guide Geologiche Regionali, a cura della Società Geologica Italiana, coordinatore del volume Valerio Bortolotti." - AA. VV. [1992] BE-MA Editrice, Firenze.
"I terrazzi marini tardo-pleistocenici del fronte della catena appenninica in relazione alla geologia dell'avanfossa adriatica," - PAREA G. C. [1986] Memorie della Società Geologica Italiana, 35, pp. 913-936.
Avvertenze

I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.

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