Geologia, sismica e suoli

Bocca Bevano, cordoni litorali e dune costiere tra Lido di Dante e Lido di Savio

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Geosito di rilevanza regionale

Il tratto di costa che unisce il Lido di Dante al Lido di Classe conserva una notevole naturalità, comprendendo cinque chilometri di litorale non urbanizzato dove le dinamiche geomorfologiche sono libere di evolversi secondo ritmi e modalità proprie.

Dune T. Bevano - Foto Archivio Servizio Geologico
Dune T. Bevano - Foto Archivio Servizio Geologico
Dune T. Bevano - Foto Archivio Servizio Geologico
Foce del T. Bevano - Foto Archivio Servizio Geologico
Foce del T. Bevano - Foto Archivio Servizio Geologico
Foce del T. Bevano - Foto Archivio Servizio Geologico
Meandro abbandonato - Foto Archivio Servizio Geologico
Meandro abbandonato - Foto Archivio Servizio Geologico
Meandro abbandonato - Foto Archivio Servizio Geologico
Ortazzino - Foto Archivio Servizio Geologico
Ortazzino - Foto Archivio Servizio Geologico
Ortazzino - Foto Archivio Servizio Geologico
Geografia
  • Superficie totale: 395.97 ettari.
Perimetro geosito e Carta geologica
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione

Il tratto di costa che unisce il Lido di Dante al Lido di Classe conserva una notevole naturalità, comprendendo cinque chilometri di litorale non urbanizzato dove le dinamiche geomorfologiche sono libere di evolversi secondo ritmi e modalità propri. La spiaggia è sempre bordata da dune, che nelle zone meglio conservate presentano una morfologia articolata, mosse da numerose piccole depressioni e dossi, sui quali talora si osservano creste secondarie, oblique rispetto alla direzione principale delle dune. Le dune sono disposte parallelamente all'andamento della linea di costa e sono prodotte dall'azione di un vento che spira dal mare con direzione est-sudest. Alle spalle della fascia dunosa si sviluppa una depressione retrodunale di larghezza variabile, oltre la quale ha inizio un'estesa pineta costiera, che riveste la piana di sabbia di più recente formazione, costituita dai cordoni litorali accresciutisi nel XIX e XX secolo.

A nord del Lido di Savio il litorale è comunque soggetto ad una intensa erosione, dovuta alle complesse dinamiche costiere, innescatesi di recente, per l'effetto barriera svolto dai tre pennelli rispetto alla migrazione delle sabbie lungo costa, che hanno privato l'arenile della sua alimentazione naturale. Le spiagge situate a nord della foce Savio (sino al Lido di Dante), sono infatti alimentate in misura cospicua dai sedimenti trasportati da questo torrente, la cui foce presentava, sino al secondo dopoguerra, un'evidente cuspide deltizia, oggi completamente spianata dall'erosione marina.

Molto interessante è la foce del Bevano, dove si osserva il torrente incidere, lungo la sponda sinistra, le sabbie del litorale, formando un'alta scarpata che offre una perfetta sezione morfologica attraverso la spiaggia, le dune, la depressione retrodunale e la pineta. Questa zona è stata recentemente modificata con un intervento volto a limitare l'erosione nell'ultimo tratto del Bevano, spostando, con un taglio dell'arenile, la foce poco più a sud.

Il Bevano è un torrente dal bacino imbrifero assai limitato, che nasce dalle colline a est di Bertinoro; un tempo sfociava probabilmente nella Valle di Classe. Il suo alveo, come risulta dalla cartografia storica, venne condotto a mare con percorsi rettilinei regimati sin dal 1600, dapprima solo e poi unito al Fosso Ghiaia. Presso la sua attuale foce, per le particolari condizioni idrodinamiche e la natura del sedimento sabbioso, tendono a formarsi meandri.

Verso sud-ovest, due meandri abbandonati formano lanche e morte che segnano le posizioni della foce nel passato testimoniando la complessa evoluzione morfologica del fiume avvenuta nell'ultimo secolo. In questi antichi alvei si leggono le tracce della loro recente migrazione e della contestuale crescita verso mare della costa, a cui sono da correlare i cordoni dunosi interni alla pineta costiera.

Del meandro più orientale rimane una estesa lanca, uno specchio d'acqua marcatamente arcuato e collegato al fiume, che si creò alla foce del Bevano tra il 1945 e il 1960, mentre un ampio meandro abbandonato è presente più a monte, formatosi tra il 1900 e il 1920 e disegnato da uno stretto e spettacolare isolotto arcuato che ne rimarca la morfologia.

La pineta retrostante le dune è un impianto forestale a pino marittimo, dove diverse sequenze di dossi segnalano la presenza di dune fossili incorporate nella piana di sabbia di più recente formazione.

Il geosito è compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).
Altre informazioni sul geosito
Interessi geoscientifici: Geomorfologico;
Geotipi presenti: Cordone litoraneo - Dune costiere - Foce;
Interessi contestuali: Paesaggistico - Botanico - Faunistico;
Valenze: Scientifico - Divulgativo - Escursionistico - Geoturistico;
Tutela: già in atto;
Accessibilità: facile;
Mappa di inquadramento e rete escursionistica regionale
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Opportunità di fruizione
Alla foce del torrente Bevano Itinerario geologico ambientale nella pianura padana
Geositi vicini
Bibliografia
"La Pianura, geologia suoli e ambienti in Emilia-Romagna" - AA. VV. (a cura di A. Amorosi) [2009] Regione Emilia Romagna, collana Terre e Acque, Ed Pendragon, Bologna.
"Dalle conoidi pedemontane al mare aperto: l'architettura stratigrafica tardo-quaternaria dell'Adriatico settentrionale e della pianura costiera emiliano-romagnola" - AMOROSI A. et alii [2000] Atti del convegno: Le Pianure Conoscenza e salvaguardia, Ferrara 8-11 Novembre 1999,191-194.
"Fluttuazioni climatiche e difesa del suolo nella Pianura Padana orientale, tra i secoli XIV e XVII." - VEGGIANI A. [1990] Atti del convegno "Uomini, Terra e Acque", 19-20/11/1988 Rovigo, 25-47.
"Le trasformazioni dell'ambiente naturale del Ravennate negli ultimi millenni." - VEGGIANI A. [1973] Studi Romagnoli, 24, 3-26.
Avvertenze

I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.

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