Grande frana complessa, caratterizzata da uno scivolamento traslativo nella parte alta e da uno scivolamento misto a colata detritica nella parte bassa, che dal versante orientale delle Budelleie giunge sino al Torrente Porcellana,con una lunghezza complessiva di 2 chilometri .
La frana di Faggio vista in panorama - Foto Archivio Servizio Geologico
La frana di Faggio vista in panorama - Foto Archivio Servizio Geologico
Geografia
Superficie totale: 141.45 ettari.
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
In questo settore dell'Appennino le morfologie che si sviluppano lungo i versanti spesso rappresentano un elemento tipico del paesaggio, essendo condizionate dall'assetto geologico-strutturale delle rocce affioranti, particolarmente predisposte a sviluppare frane complesse che interessano interi versanti o ampie porzioni di essi. Queste grandi frane sono costituite dalla combinazione di due o più tipologie di movimento. Il rilievo delle Budelleie risulta così interessato sia sul sul lato meridionale che su quello Nord Orientale, da due importanti dissesti di versante. La frana di Faggio, che interessa il versante ENE del rilievo, disloca ampiamente con un movimento traslativo in roccia (block-slide), nella sua parte di coronamento, le Serpentine dei "complessi di base" Liguri. Nella parte bassa la frana coinvolge le torbiditi del Flysch ad Elmintoidi cretaceo di Monte Caio, qui molto deformato e dislocato.
Il geosito è compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).
Archivio documentale degli immobili e aree di notevole interesse pubblico (art. 136 del D.Lgs. n.42/2004) nel territorio parmense.
Avvertenze
I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.
I geositi carsici, che si sviluppano in valli cieche, doline, inghiottitoi, grotte, forre ecc., per una visita richiedono ulteriori competenze specifiche, attrezzature adeguate e la presenza di Speleologi esperti. Gran parte di questi ambienti si trova all'interno di Parchi, Riserve naturali e Aree protette e quindi l'accesso è sottoposto a regolamentazione specifica. Le visite, limitate comunque a poche cavità adeguatamente attrezzate, possono essere svolte accompagnati da Guide Speleologiche riconosciute dai Parchi. Per visite che abbiano uno scopo di ricerca e studio ci si può avvalere degli Speleologi dei Gruppi affiliati alla Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna (www.fsrer.it).
La Regione si solleva al proposito da qualunque responsabilità.