Cattura fluviale di tipo laterale descritta dal torrente Lavène a spese del rio Voltalto (o rio Albero), indotta verosimilmente dall'intervento antropico in età altomedievale (Lucio Gambi, 1949).
Veduta del Taglio della Regina dal sentiero 555 - Foto Archivio Servizio Geologico
Veduta del Taglio della Regina dal sentiero 555 - Foto Archivio Servizio Geologico
Veduta panoramica del Taglio della Regina - Foto Archivio Servizio Geologico
Veduta panoramica del Taglio della Regina - Foto Archivio Servizio Geologico
Geografia
Superficie totale: 56.17 ettari.
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
Il "Taglio della Regina" si presenta come un tratto di crinale dove lo spartiacque tra il bacino idrografico del Lamone (parte destra della sua testata, fosso di Albero-rio Voltalto) e quello del Montone (torrente Lavène, o fosso Cà del Vento, affluente in sinistra del torrente Acquacheta) corre a breve distanza dall'alveo del corso d'acqua "catturato", con una differenza di quota di soli 2-3 metri. Questa peculiare morfologia viene ricondotta a una cattura fluviale di tipo laterale del rio Lavène a spese del rio Voltalto (o rio Albero), di cui si ipotizza un intervento da parte dell'uomo durante l'alto medioevo (negli anni del rinascimento monacale di San Romualdo). L'intervento (consistente nello scavo di un tratto di collettore lungo qualche centinaio di metri) avrebbe accelerato un fenomeno già tendenzialmente in atto allo scopo di aumentare le portate del rio Lavène (Arnaio nella parte alta), e quindi della parte bassa del torrente Acquacheta, garantendo così una maggiore continuità all'attività molitoria presente lungo la valle. Il corso d'acqua non descrive un vero e proprio gomito di cattura ma un andamento dolcemente arcuato, con il quale il collettore principale arriva ad assumere una direzione praticamente opposta a quella del tratto iniziale. La zona è stata modificata tra nel 1997 da sbancamenti e opere di consolidamento spondale per il passaggio di un metanodotto. Questi lavori potrebbero aver ribassato di qualche metro le quote del crinale e anche quelle del corso d'acqua (Gambi nel 1949 parla di 1.5 m di dislivello tra talweg e spartiacque). Oltre la sponda sinistra del torrente, verso la valle del rio Albero, si nota un impluvio da considerare completamente inattivo, impostato su una superficie di strato, che rappresenta uno degli alvei "tagliati", le cui acque in origine si dirigevano verso il Lamone; questa situazione si apprezza molto bene anche osservando gli andamenti di tutti i corsi d'acqua alla destra idrografica del Taglio della Regina. Il Prof. Gambi aveva raccolto, all'epoca dei suoi studi, una ricca documentazione storica e archivistica che testimoniava l'origine antropica del Taglio della Regina, che non venne descritta compiutamente nella sua comunicazione del '49 (egli perse purtroppo tutta la sua documentazione fotografica originale, riguardante il sito, nell'alluvione di Firenze del 1966).
Il Taglio della Regina è ben osservabile percorrendo la strada che si mantiene in prossimità del crinale, corrispondente al sentiero CAI 555, dove si può apprezzare il versante nel suo insieme e in particolare la continuità dei solchi erosivi che intersecano il corso attuale del Lavène.
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Bibliografia
"Come si formò l'Acquacheta" - VEGGIANI A. [1972] Studi Romagnoli, 35-47
"Di una catturetta fluviale in val Lamone" - Gambi L. [1949] Atti XIV Congresso Geogr. Ital.
Avvertenze
I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.
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