Cavità naturale di origine tettonica e forse in parte gravitativa, che si apre a quota 1175 m lungo il versante. Si inoltra nella montagna per 70 m per un dislivello negativo di 5 m, con una galleria ramificata.
Ingresso della Buca delle Fate - Foto Archivio Servizio Geologico
Ingresso della Buca delle Fate - Foto Archivio Servizio Geologico
Ingresso della Buca delle Fate - Foto Archivio Servizio Geologico
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Geografia
Superficie totale: 0.63 ettari.
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
Grotta che si apre a quota 1175 m lungo il versante meridionale del Poggio Rovino, inoltrandosi per circa 70 m con un dislivello negativo di 5 m e una galleria ramificata. L'ingresso è assai suggestivo, in corrispondenza di uno spesso strato arenaceo, alla cui base si osserva l'intersecarsi di due fratture che creano uno dietro rientrante. All'interno le morfologie sono tipicamente di crollo, fenomeno che si verifica in corrispondenza dei giunti di strato, favorito dal reticolo di fratture che attraversano la roccia.
La grotta potrebbe aver avuto origine a partire da movimenti gravitativi di scivolamento lungo le superfici di strato (come osservato dal Dott. Leonardo Piccini). All'interno si osserva un intenso stillicidio con la presenza di circolazione idrica sotterranea e ruscellamento, un fenomeno che varia molto nelle stagioni. Esternamente il bancone arenaceo prosegue verso l'alto in risalto morfologico nel bosco, come un piccolo contrafforte alla cui base si sono creati diversi sottoroccia. Nel versante soprastante la grotta si osservano morfologie che testimoniano la presenza di alcuni punti di assorbimento, oltre a locali e deboli contropendenze che potrebbero favorire l'infiltrazione, da cui si alimenterebbe l'abbondante stillicidio e la presenza di piccoli corsi d'acqua sotterranei.
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Avvertenze
I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.
I geositi carsici, che si sviluppano in valli cieche, doline, inghiottitoi, grotte, forre ecc., per una visita richiedono ulteriori competenze specifiche, attrezzature adeguate e la presenza di Speleologi esperti. Gran parte di questi ambienti si trova all'interno di Parchi, Riserve naturali e Aree protette e quindi l'accesso è sottoposto a regolamentazione specifica. Le visite, limitate comunque a poche cavità adeguatamente attrezzate, possono essere svolte accompagnati da Guide Speleologiche riconosciute dai Parchi. Per visite che abbiano uno scopo di ricerca e studio ci si può avvalere degli Speleologi dei Gruppi affiliati alla Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna (www.fsrer.it).
La Regione si solleva al proposito da qualunque responsabilità.