Tratto vallivo profondamente inciso dal torrente Riarbero nelle Arenarie di Monte Cervarola, dove l'erosione torrentizia ha creato una gola segnata da versanti quasi verticali, a tratti strapiombanti, rivestiti in massima parte dal bosco.
Schiocchi del Torrente Riarbero
Schiocchi del Torrente Riarbero
Geografia
Superficie totale: 134.22 ettari.
Quota altimetrica minima 796.5m. s.l.m., quota altimetrica massima 1278m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
A monte della confluenza con il Secchia, il torrente Riarbero incide profondamente le Arenarie di Monte Cervarola, formando una gola a tratti spettacolare, dai versanti quasi verticali, dove diversi affioramenti rocciosi interrompono la copertura boschiva.
Il nome locale, onomatopeico, di "schiocchi" dato a tutte le gole di questa parte dell'Appennino reggiano, si riferisce probabilmente al rumore dei massi che, rotolando sino a impattare sul greto, si staccano dalle ripidissime pareti.
Lungo il Riarbero, a monte degli Schiocchi, affiorano lembi di evaporiti triassiche, in particolare lungo la vallecola del rio Torbido, dove si aprono alcune piccole grotte. A valle di questi affioramenti, frammenti rocciosi appartenenti alla commistione delle evaporiti triassiche, si riconoscono facilmente tra i depositi alluvionali lungo il greto del Riarbero.
Il geosito è in parte compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).
I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.
I geositi carsici, che si sviluppano in valli cieche, doline, inghiottitoi, grotte, forre ecc., per una visita richiedono ulteriori competenze specifiche, attrezzature adeguate e la presenza di Speleologi esperti. Gran parte di questi ambienti si trova all'interno di Parchi, Riserve naturali e Aree protette e quindi l'accesso è sottoposto a regolamentazione specifica. Le visite, limitate comunque a poche cavità adeguatamente attrezzate, possono essere svolte accompagnati da Guide Speleologiche riconosciute dai Parchi. Per visite che abbiano uno scopo di ricerca e studio ci si può avvalere degli Speleologi dei Gruppi affiliati alla Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna (www.fsrer.it).
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