Lungo i versanti della valle è presente tutta la successione epiligure bolognese, dalla Formazione di Montepiano a quelle di Loiano e Antognola (compreso l'Olistostroma di Canossa). Ben visibile il passaggio tra la Formazione di Antognola e quella di Pantano.
Il Monte Caprara - Foto Archivio Servizio Geologico
Il Monte Caprara - Foto Archivio Servizio Geologico
Geografia
Superficie totale: 64.52 ettari.
Quota altimetrica minima 161.8m. s.l.m., quota altimetrica massima 524.6m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
La pronunciata dorsale che unisce le sommità dei monti Caprara e Castellino si alza imponente sui pendii argillosi della valle del rio Albareda. Lungo i versanti della valle sottostante è visibile quasi tutta la successione "epiligure" bolognese, dalla Formazione delle Marne di Monte Piano (la cui presenza è denunciata anche dal toponimo Terre Rosse), a quelle di Loiano e Antognola, a un livello di argille caotiche che è presente spesso nelle Marne di Antognola e, infine, alla Formazione di Pantano. Nell'affioramento in primo piano, alle falde del Monte Caprara, è possibile riconoscere il passaggio stratigrafico tra le Marne di Antognola e la Formazione di Pantano, che si individua con chiarezza nel cambiamento del colore d'insieme della roccia e della litologia, con maggiore evidenza della stratificazione verso l'alto. Nella parte inferiore della successione si trovano infatti marne di colore grigio chiaro, al cui interno si osservano sottilissime intercalazioni arenacee, mentre a metà parete si passa a un'alternanza tra strati arenacei di colore beige chiaro e marne grigie.
Le litologie argillose e marnose che affiorano lungo i versanti originano movimenti franosi e limitate aree calanchive (una frana abbastanza estesa segna il fondovalle) e appaiono rivestite da lembi di querceto rado e prati arbustati dove, a primavera, è possibile ammirare le belle fioriture di diverse specie di orchidee del genere Ophrys. Gli affioramenti del versante destro sono soggetti a distacchi di blocchi rocciosi di dimensioni diverse, che accumulandosi al piede della parete vanno a formare la falda detritica.
"Revisione litostratigrafica dell'unità Bismantova (Miocene epiligure, Appennino Settentrionale)" - Amorosi A., Colalongo M.L. & Vaiani S. [1996] Bollettino della Società Geologica Italiana, 115, 355-367.
Avvertenze
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