La piana dei Lagdei rappresenta il riempimento di un bacino lacustre, sul fondo di una conca di escavazione glaciale sbarrata da un piccolo cordone morenico. I sedimenti lacustri hanno rivelato un interessante spettro pollinico del tardo e post glaciale.
Visione di insieme della conca di Lagdei. La piana di Lagdei si è formata in seguito al riempimento di un bacino lacustre di origine glaciale.
Visione di insieme della conca di Lagdei. La piana di Lagdei si è formata in seguito al riempimento di un bacino lacustre di origine glaciale.
L'immissario che porta acqua alla piana di Lagdei.
L'immissario che porta acqua alla piana di Lagdei.
Specchi d'acqua relitti ricordano come la piana di Lagdei fosse un tempo un piccolo lago di origine glaciale. L'origine e la storia di questa torbiera son illustrati lungo un sentiero didattico.
Specchi d'acqua relitti ricordano come la piana di Lagdei fosse un tempo un piccolo lago di origine glaciale. L'origine e la storia di questa torbiera son illustrati lungo un sentiero didattico.
Geografia
Superficie totale: 4.98 ettari.
Quota altimetrica minima 1246.1m. s.l.m., quota altimetrica massima 1260.1m. s.l.m.
Perimetro geosito e Carta geologica
Descrizione
La piana dei Lagdei rappresenta il riempimento di un antico bacino lacustre, formatosi sul fondo di una conca di escavazione glaciale sbarrata da un piccolo cordone morenico. I sedimenti lacustri sono risultati essere di notevole interesse paleobotanico poiché hanno permesso di indagare lo spettro pollinico tardo e post glaciale, e in parte l'ultimo glaciale medio. Da questa conca si possono apprezzare, tra il Mote Orsaro e il Monte Fosco, un significativo esempio di valle sospesa (anch'essa scavata dai ghiacci) e le creste rupestri del Monte Sterpara.
Sul versante del Monte Marmagna uno scivolamento (collasso) in blocco di circa 400 m ha lasciato isolati massi colossali.
Il geosito è compreso all'interno di una più ampia area dichiarata (D.G.R. 258/2016) di notevole interesse pubblico paesaggistico ai sensi del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (art.136 del Decreto Legislativo n. 42/2004).
Archivio documentale degli immobili e aree di notevole interesse pubblico (art. 136 del D.Lgs. n.42/2004) nel territorio parmense.
Avvertenze
I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. I geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.
I geositi carsici, che si sviluppano in valli cieche, doline, inghiottitoi, grotte, forre ecc., per una visita richiedono ulteriori competenze specifiche, attrezzature adeguate e la presenza di Speleologi esperti. Gran parte di questi ambienti si trova all'interno di Parchi, Riserve naturali e Aree protette e quindi l'accesso è sottoposto a regolamentazione specifica. Le visite, limitate comunque a poche cavità adeguatamente attrezzate, possono essere svolte accompagnati da Guide Speleologiche riconosciute dai Parchi. Per visite che abbiano uno scopo di ricerca e studio ci si può avvalere degli Speleologi dei Gruppi affiliati alla Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna (www.fsrer.it).
La Regione si solleva al proposito da qualunque responsabilità.