Non si hanno notizie circa la scoperta di questa Grotta, ubicata in destra del Torrente Marecchia, in Comune di S. Leo, a Sud dell’abitato di Legnagnone. Viene descritta per la prima volta dal CRS Nottoloni, che la rileva e che in seguito, in una con la FS Marchigiana, vi avvia studi idrologici ed iniziative didattico-protezionistiche. Viene nuovamente esplorata e rilevata nel 2016 dal GSB-USB nell’ambito della campagna di ricerche “Gessi e Soldi della Romagna Orientale, per uno sviluppo di 391 m ed un dislivello di 22 m. La cavità si sviluppa nel gesso microcristallino alabastrino seguendo a sinistra, in parallelo, la forra del Rio Strazzano, cui deve la sua origine a seguito di una cattura del torrente. In regime di magra, conferisce a valle una portata assai limitata, laminata da una fessura assorbente, che costituisce l’ingresso più a monte. E’ costituita da una successione di vani, talora comunicanti con l’esterno e gallerie freatiche che talvolta si divaricano in condotti distinti, destinati a ricongiungersi. Ove non alterate dai distacchi graviclastici di porzioni anche rilevanti di roccia, i condotti presentano le classiche forme a sporgenze-rientranze, con volte a profilo circolare, canali di volta e cupole. L’unica diramazione significativa, dello sviluppo di 70 m, sale verso Ovest in esigui ambienti, a volte bassi, altre alti fino a 5 m, ampliati dai crolli. Il suolo è ricoperto in più punti da una colata stalagmitica. A monte intercetta un arrivo da sinistra, poi si conclude in frana, nel punto che all’esterno coincide con la grande dolina a pozzo, di oltre 50 m di diametro e profonda 16 m, chiusa sul fondo da detriti.