La grotta costituisce un piccolo traforo idrogeologico che si sviluppa all’interno di un limitato ammasso gessoso dislocato, completamente avvolto dalle Argille di Casa i Gessi del Messiniano inferiore. Dalla piccola valle cieca posta a monte provengono le acque che alimentano il corso d’acqua che percorre la cavità. A monte dell’affioramento si aprono due inghiottitoi attivi che danno accesso alla grotta: il primo inizia con un pozzo oltre il quale si trovano meandri e altri brevi pozzi che si collegano poi con il resto del complesso; il secondo, a sua volta, si apre tra massi di crollo di gesso e dà accesso alla parte principale della cavità che con gallerie, meandri, cunicoli e pozzi, raggiunge dopo circa 400 m un ingresso basso, posto alla base della parete gessosa. Il torrente, che qua scorre, riceve anche le acque drenate dal primo inghiottitoio per poi diventare, un centinaio di metri più a valle, impercorribile. Tutte le acque convogliate nella cavità fuoriescono dall’ingresso basso attraverso una piccola polla. La grotta si sviluppa in modo abbastanza complesso su più livelli e con diversi rami laterali. Ciò la distingue, in qualche modo, da ogni altra cavità dei Gessi della Romagna orientale, che, in genere, non presenta tratti fossili o rami sovrapposti. Gran parte dei suoi meandri e delle sue gallerie sono infatti attualmente fossili e interessati da rari stillicidi. Numerosi e tipici sono sulle pareti i solchi di dissoluzione torrentizia, spesso sovrapposti. A tratti si rinvengono concrezioni calcaree ed infiorescenze gessose che normalmente si ritrovano nelle cavità in gesso macrocristallino della regione.