Logo della Federazione Speleologica Regione Emilia-romagna

Catasto delle cavità naturali
dell'Emilia-Romagna

Introduzione

Il Catasto delle Cavità Naturali dell'Emilia Romagna raccoglie e conserva i dati di tutte le cavità naturali scoperte ed esplorate dai Gruppi Speleologici operanti sul territorio della regione. Per ogni cavità vengono raccolti il rilievo topografico con la planimetria e le sezioni, ed una scheda che riporta le informazioni legate alla sua localizzazione (coordinate geografiche, comune, località e quota), i dati speleometrici (sviluppo planimetrico, profondità), dati geologici, idrologici, archeologici ecc., la storia delle esplorazioni e una breve descrizione.

RA 844 - GROTTA RISORGENTE SEMPAL

Foto dell'acqua che confluisce nel basino

Foto dell'acqua che confluisce nel basino

Classificazione:
Massima importanza speleologica
Comune:BRISIGHELLA (RA)
Località:CA ROCCALE
Aggiornamento dati:
2018-10-14
Descrizione:

Da Riolo Terme procedere sulla strada provinciale SP306 in direzione Borgo Rivola, prima del ponte sul fiume Senio, imboccare la strada sulla sinistra, via Rio Ferrato che dopo poco viene denominata via Monte Mauro. Proseguire sino ad incontrare sulla destra la strada sterrata che porta all’abitato di Ca’ Poggiolo. Da qui proseguire a piedi tenendo la casa ed altri ruderi sulla propria destra ed, una volta oltrepassati, scendere lungo una ripida traccia di sentiero che porta nell’ampio canalone che giunge sino al Rio Basino.
Scendere cercando di costeggiare la parete alla propria destra, a quota 170 m, nei pressi di due grossi alberi caduti, si trova l’ingresso della grotta. Mentre proseguendo sino al Rio Basino si giunge alla risorgente, storicamente conosciuta come Risorgente a Ovest di Ca’ Poggiolo.
Sia l’ingresso della grotta che la risorgente si trovano all’interno della Zona A, area a tutela integrale del Parco della Vena del Gesso.
Nel settembre del 2000 le acque perenni della Risorgente a Ovest di Ca’ Poggiolo attirarono l’attenzione di alcuni membri del GSA Ravenna. Tale piccola cavità, non catastata, era conosciuta da alcuni decenni, ma si era sempre ritenuto insuperabile il sifone terminale. Ciò nonostante alcuni membri del gruppo speleo decisero di tentare l’impresa. Mentre alcuni si dedicarono al maldestro tentativo, altri setacciarono con attenzione il canalone ed il geologo del gruppo, ben presto, notò un buchetto, della grandezza di un pugno o poco più, dal quale fuoriusciva una forte corrente d’aria. Le forze si concentrarono su questo nuovo punto ed in poche uscite riuscirono ad oltrepassare la strettoia che immette in un ramo fossile dal quale, procedendo a carponi per alcuni metri, si giunge su di un saltino di circa 5 m riccamente concrezionato.
Alla base si aprono due strade: uno stretto cunicolo in lieve salita con direzione 138°, che conduce in un ramo fossile particolarmente interessante per le concrezioni trovate; uno scivolo con direzione opposta che immette in una larga spaccatura, il cui soffitto rappresenta un bellissimo esempio di condotta forzata.
Scendendo lungo la spaccatura s’incontra una spettacolare concrezione dal color ruggine, alta alcuni metri, generata dallo stillicidio proveniente da uno piccolo apporto presente sul soffitto. Poco oltre si trovano un paio di passaggi che, forando il paleoletto, permettono di raggiungere il letto del corso idrologico ipogeo perenne (quota 150 m).
Seguendo il corso dell’acqua verso valle, ben presto, si giunge alla zona sifonante, da dove, dopo un breve tragitto, le acque fuoriescono nella risorgente in destra idrografica del Rio Basino. Ovviamente il progetto di svuotare il sifone è stato abbandonato, poiché ormai privo di alcun senso.
Risalendo il corso d’acqua si prosegue lungo una faglia con andamento NW-SE con direzione circa 135-140°. Si affrontano un paio di risalite di pochi metri (armo fisso) e s’incontra il ramo fossile sopramenzionato. Le due strade iniziali si congiungono quindi in corrispondenza di un pozzo, alla sommità del quale si trova una spettacolare concrezione a colonna, particolarmente rara nelle grotte di gesso. Da qui la grotta prosegue con morfologia freatica, cunicolo parzialmente allagato, per un tratto lungo circa 20 m. Vi è però anche un percorso alto, una condotta fossile, molto più agibile, che incontra nuovamente il corso d’acqua al termine del cunicolo.
Poco oltre la grotta cambia morfologia, si prosegue alla base di un alto meandro che termina in corrispondenza di un pozzo con cascata alto 12 m.
Durante le prime esplorazioni fu risalito questo pozzo, ma successivamente, anche in questo punto, fu trovata una via fossile che permise la prosecuzione risalendo l’ampio pozzo “bianco-giaietto”, così denominato per la particolare colorazione della concrezione che ne ricopre parte delle pareti e parte della base. Spesso lungo la grotta si incontrano vecchie concrezioni color nero (giaietto), in alcuni casi trattasi di relitti di paleoletto la cui colorazione nera è dovuta ad idrossidi e carbonato ferroso. Mentre le concrezioni più giovani presentano una colorazione varia, dal giallo, all’arancione, al rosso.
La disposizione spaziale dei pozzi testimonia la regressività del fenomeno erosivo. Infatti i pozzi prossimi o limitrofi a quello attivo, sono sempre a valle di questo e sulla sinistra idrografica. Qualche rara morfologia a pozzo sita sulla destra è facilmente riconducibile a piccoli apporti secondari di incerta provenienza, evidenziati da belle concrezioni attive e molto colorate. (Poggialini, 2000).
Da questo punto in poi la prosecuzione è più difficoltosa, poiché ci si trova costretti ad affrontare laminatoi attivi, mentre la strada fossile, sempre individuabile sulla sinistra idrografica, è completamente ostruita da deposito alluvionale. Dopo alcuni passaggi più o meno agibili e brevi tratti meandriformi, ci si trova in corrispondenza di un netto cambiamento di direzione. La grotta, per lo meno la parte attiva, prende direzione 60° e la morfologia, ora, è quella di un bellissimo meandro. In questo punto volgendo lo sguardo verso il soffitto si nota la risalita che porta al “ramo delle Camene”.
La prima parte di questo ramo è molto fangosa ed in un punto è possibile notare delle radici. Rispetto all’ingresso si è risaliti per circa 30 m, quindi è verosimile che questo punto possa essere a 15-20 m dall’esterno. In direzione SE, vale a dire seguendo sempre l’andamento della faglia principale su cui è impostata la grotta, in lieve salita, si trovano ambienti riccamente concrezionati: colate, stalattiti, stalagmiti, colonne. La loro colorazione è molto variegata, passando dal marrone, al crema sino al bianco latte. La prosecuzione avviene in un comodo cunicolo, ma, essendo ormai la grotta in prossimità della dolina di Ca’ Poggiolo e della dolina poco più alta, ben presto la strada risulta interrotta da riempimento.
Proseguendo invece lungo il meandro attivo, dopo circa 50 m, si intercettano altre due risalite. La prima è un bellissimo pozzo alto 12 m che tende a allargarsi verso l’alto. E’ stato risalito in destra idrografica senza esito in quanto la sommità è completamente chiusa da enormi massi di frana. Al momento non è stato ancora possibile risalire l’altro lato, ma recentemente, con luci più potenti, è stata notata una piccola fessura che potrebbe dare interessanti sviluppi.
Anche la risalita del successivo pozzo, purtroppo non ha dato alcun esito positivo, poiché chiude dopo pochi metri in uno stretto cunicolo dal riempimento molto compatto. In corrispondenza di questa intersezione di faglie, la grotta cambia nuovamente e bruscamente direzione dirigendosi verso la solita spaccatura NW-SE. In breve il bel meandro, che proseguirebbe in sinistra idrografica, è completamente occluso e la strada prosegue, ancora una volta, in un lungo laminatoio, molto più basso dei precedenti, con tratti quasi completamente allagati che, ad oggi, hanno fermato l’esplorazione.
Il fatto di essere la cavità ubicata alla quota più bassa nel settore orientale di Monte Mauro e di essere il collettore di un ampio sistema carsico, ricco di grandi doline ed inghiottitoi, la porta ad avere un acquifero con portata multipla, cosa non riscontrabile in altre grotte.
Sicuramente l’acquifero perenne, che scorre sul fondo della Grotta della Colombaia confluisce in SEMPAL (verifica avvenuta tramite colorazione con fluoresceina, dicembre 2002 – GSA Ravenna), ma potrebbe non essere il solo per la presenza di altre doline tra queste due cavità. (Poggialini, 2010).
In periodi piovosi la portata raggiunge livelli molto rilevanti, sono state infatti registrate punte di portata di circa 50 l/s (misura registrata a novembre 2017 mediante utilizzo stramazzo di Thomson, S. Zauli GSA Ravenna).
Per tale motivo, la grotta, è soggetta a rapidi ringiovanimenti e punta decisamente verso il basso, nonostante le quote altimetriche prossime al livello di base (Poggialini, 2000).
In particolare nel primo tratto sono ben evidenti i rami fossili ed il graduale sprofondamento della cavità che in alcuni punti mostra resti di più livelli di paleoletti caratterizzati da nere vaschette (carbonati e idrossidi di ferro e calcio).
Complessivamente SEMPAL è riccamente concrezionata. Nei rami più antichi vi sono anche colate di calcite molto spesse, la cui stratificazione presenta disparate colorazioni.
Degno di nota è il fatto che lungo la cavità sono stati ritrovati frammenti di ceramica smaltata di varie epoche, da pre-rinascimentale a fine ottocento, ed in alcuni punti anche molti resti di laterizi di epoca romana.
Il nome di questa grotta che altro non è che l’acronimo degli speleologi che l’hanno scoperta e per primi esplorata (Stefano, Elga, Michele, Paola, Achille, Luigi).

Tutela:
Resp. tutela: GSA Ravenna
Note: Rilevata notevole presenza di colemboli in tutta la cavità .
Zona speleologica:
VDGMV - Gessi Monte Mauro - Monte della Volpe
Area carsica:
ER AER 4 VGR - Vena del Gesso Romagnola
Unità geologica affiorante:
Formazione Gessoso-Solfifera - Membro di Rio Sgarba
Età:
Messiniano
Autori del rilievo:
Gruppo Speleologico Ambientalista
Sviluppo reale:
700 m
Dislivello totale:
60.6 m
Mappa di inquadramento
Comune:BRISIGHELLA
Località:CA ROCCALE
Coordinate WGS84:
Latitudine:
Longitudine:
 
Coordinate ED50 / UTM Fuso 32N:
X: 0.0 m
Y: 4000000.0 m
Quota: 165.1 m
 
Mappa dell'ingresso della grotta
Mappa

Rilievo

Rilievo completo 2017 (mancano dei piccoli tratti)

Rilievo: Rilievo completo 2017 (mancano dei piccoli tratti)

Foto

Ricerca una grotta nel catasto delle cavità dell'Emilia-Romagna
Inserisci il nome/sinonimo di una Grotta, una località/Comune nel quale cercare o una combinazione di entrambi
  Click per avviare la ricerca