Il proprietario del terreno, dopo i lavori di trasformazione agricola eseguiti alcuni anni fa, ha provveduto a canalizzare le acque che prima confluivano nell’Inghiottitoio a nord est di Ca’ Piantè. Per qualche tempo l’ingresso ha quindi funzionato da inghiottitoio attivo; poi, la recente apertura di un altro inghiottitoio (marzo 2015), pochi metri a monte, fa sì che ora le acque seguano un diverso percorso che non è stato possibile individuare in dettaglio stante l’attuale impossibilità di accedere alla grotta.
L’ingresso, sotto un grosso masso, è, al momento, ostruito da detriti, ed è costituito da un breve salto che permette di accedere ad un ambiente in frana. Si prosegue poi lungo un cunicolo carsico dal fondo inizialmente sabbioso ed interrotto da alcune salette. Alle pareti e nel soffitto sono chiaramente visibili i segni di sovralluvionamento della cavità. Giunti ad un bivio, la grotta si fa più stretta. Procedendo lungo il ramo di sinistra (est) si percorre con fatica uno stretto cunicolo che, dopo alcuni metri, al momento delle esplorazioni, intercettava il torrente. Procedendo invece lungo il ramo di destra dal fondo sabbioso, si superano due strettoie e si accede, tramite una breve salita, ad una zona in frana, prossima all’esterno. Proseguendo lungo la condotta si giunge al terminale della cavità. Questo punto è ubicato pochi metri sotto il limite sud dell’isolotto gessoso; fino a qualche tempo fa era qui presente un ripido inghiottitoio dal fondo cosparso di grossi massi: la solita “opera di bonifica” lo ha completamente cancellato.