Rilevato nel 1958 dal GSE, questo inghiottitoio si trova alla base della dolina omonima, che sovrasta il margine SE della Valle cieca di Budriolo. Le sue acque (colorazione effettuata nel 1968 dal GSB) confluiscono in dx del penultimo ambiente della Grotta S. Calindri (ER BO 149) e quindi l’Acaciaia si conferma membro del Sistema carsico di cui fanno parte: a monte il Buco del Tacchino (ER BO 49) e, a valle della Calindri, il Buco del Cucco (ER BO 57), la Grotta delle Campane (ER BO 53), entrambe distrutte dalla cava “Farneto” ed il “Buco delle Gomme” (ER BO 56), di cui resta un segmento all’estremità SE della Cava, rinvenuto nel 2007. Il tracciante immesso nel Buco dell’Acaciaia sono transitati lungo quest’ultima cavità, che rappresenta il punto di risorgenza delle acque di troppo pieno del Sistema in occasione di grandi eventi di piena. Il torrente, in condizioni di normale portata, viene a giorno alla Risorgente dell’Osteriola e defluisce poi in destra del Torrente Zena. Attualmente (luglio 2017) nella ER BO 56 l’occlusione da sedimenti si è estesa di 30 m a valle del punto raggiunto nel ’67 dal rilievo del GSB. Il Buco dell’Acaciaia è una cavità d’interstrato, sviluppatasi lungo condotti antigravitativi seguendo pedissequamente la pendenza dei banchi di gesso, di circa 50°, la direzione di faglie subparallele e di un corteo di diaclasi, che con le esplorazioni ed il rilievo GSB-USB del 1999 raggiunge la profondità di 50 m ed uno sviluppo di 332 m.
E’ costituita essenzialmente da condotti inclinati, raccordati da brevi salti che accompagnano il torrente fino alla stretta forra terminale. Sono presenti anche ampi e bassi ambienti di crollo ed un corso attivo parallelo, ad O del ramo principale, che si risale in direzione del fondo dolina, concrezionamenti carbonatici e copiosi banchi di sedimenti.