Scoperta nel 1933 dal GSB, questa complessa ed articolata cavità, il cui scenografico ingresso è situato alla base di una dolina avventizia dell’Inferno, segue la giacitura delle stratificazioni gessose con gallerie inclinate, ampi vani, cunicoli e pozzi.
Il più profondo di essi è di 26m e raggiunge lo stretto meandro del piano attivo. L’ambiente più vasto: la Sala delle Radici, ospita notevoli forme di concrezionamento parietali. Il più recente rilievo di dettaglio del GSCT (1992) le attribuisce uno sviluppo di m 530 ed una profondità di 44. La cavità è protetta dal 1991 in quanto frequentata da folte colonie di pipistrelli.
Nel 2015 il GSB-USB, nell’ambito della ricerca sui rifugi di guerra, ha tentato di ritrovare il pozzo attrezzato per la discesa degli sfollati nella Sala delle Radici, che non ha avuto esito, ma, facendolo, ha scoperto un nuovo accesso alla Coralupi, che introduce alla Sala per una via disagevole, ma più breve.
Vicinissima alla Coralupi, lungo l’asse sul quale giace il secondo ingresso, si apre la Grotta Marcel Loubens, (ER BO 300), scoperta ed esplorata nel 1959 dal GSB. Finora, nonostante la sua collocazione limitrofa alla Coralupi, non è stata accertata la connessione fisica fra le due cavità. Tuttavia sul fondo dei nuovi rami esplorati nel 2019 (Meandro della Faina), che si trovano vicinissimi al fondo della ER BO 300, è presente un esiguo corso d'acqua effimero che potrebbe essere quello che scorre sul fondo della Loubens.
A seguito delle recenti esplorazioni del 2019 condotte dal GSB-USB, che hanno portato ad intercettare il collettore del Sistema Coralupo-Pelagalli nella sua porzione più a valle (Meandro della Faina), la ER BO 92 ha raggiunto uno sviluppo spaziale di 705 m ed un dislivello complessivo di 53 m. Nei nuovi rami, è stato accertato il collegamento fisico, tutt'ora impercorribile, con la Grotta il Castello (ER BO 26).