Riscoperta nel 2013 dal GSB-USB all’origine del canalone situato sul versante esterno della Dolina dell’Inferno prospiciente il Torrente Zena che, più in basso, intercetta la Grotta di Cà Fornace (ER BO 62). Alla base di una parete di gesso, occultato da una frana, viene aperto un pozzetto di 8 m, che introduce sul fondo di una diaclasi, larga poco più di 1 m. Su una parete viene notata la sigla in nerofumo, sbiadita, del GSB, con una data interpretabile come 1953 o 1958. Poco più avanti, risalito e disceso un accumulo di massi, un cunicolo introduce alla prosecuzione della spaccatura, divenuta più ampia. Vi compare un’altra sigla: RMG, inesplicabile. Ulteriori tentativi di disostruzione verso l’alto vengono interrotti dalla presenza di blocchi instabili. La cavità, dello sviluppo di 62 m, è profonda 10 m e si conclude in corrispondenza di un cumulo di terra e sabbia, ove le pareti si riavvicinano fino ad impedire il passaggio. Vi si trovano alcune concrezioni carbonatiche parietali, ma sono assenti forme di carsismo. Le pareti della diaclasi sono ricoperte, per almeno 3 m di altezza, da lastre di sericolite.