Dall’ingresso più elevato si scende uno scivolo di 6 m, cui segue un salto di 11 m, fino ad un piano detritico sospeso (massi e sfasciume), lungo 15 m, alle cui estremità si aprono due prosecuzioni. Scendendo dal lato S, un salto di 20 m, con pericolose lame di roccia, porta a -28, ove un secondo piano detritico impende sul fondo, 11 m più basso e occupato da blocchi franati. Ancora verso S la diaclasi prosegue restringendosi progressivamente, fino ad occludersi. Verso N invece si insinua brevemente un cunicolo in forte pendenza, al termine del quale è ancora visibile la sigla GSB tracciata in occasione della prima discesa. Nella parte più profonda la verticalità degli strati arenacei si attenua.
Gli altri tre ingressi dell’abisso di aprono verso valle, nel raggio di una trentina di m e consentono di entrare, con un salto di 7 m, in un primo ambiente parzialmente rischiarato dalle aperture al tetto, di breve spessore e collegato alla sezione più elevata della diaclasi da un pozzo-strettoia verticale di 30 m. Ancora più a N, separato da un alto cumulo di terra, si apre un ulteriore vano, afotico, interessato dalla percolazione idrica che ha dato luogo ad una colata calcarea (4x5 m) di colore giallo-rossiccio. Vi è motivo di ritenere che questa sezione, a valle dell’Abisso sia sfuggita alle esplorazioni precedenti.