Esplorata dal GSB negli anni ’30, questa cavità prevalentemente tettonica viene rilevata nel 1935 da A. Marchesini, per uno sviluppo di 99 m ed una profondità di - 17. E’ situata all’intersezione delle due faglie sulle quali è impostato il Sistema Acquafredda-Spipola-Prete Santo, sul versante E ed all’inizio della Valle cieca dell’Acquafredda. La disostruzione di una stretta fessura verticale effettuata dal GSB nel 1981 consente di accedere alla vasta sezione inferiore della grotta, che si collega al sottostante Inghiottitoio dell’Acquafredda. L’ingresso del PPP rappresenta pertanto il punto più elevato di accesso al Sistema Acquafredda-Spipola-Prete Santo. All’interno le originarie morfologie dovute a dissoluzione ed erosione risultano in gran parte mascherate dai movimenti tettonici, anche se sussistono rare ma evidenti tracce di scorrimento idrico e lembi di sedimenti alloctoni (limi, sabbie e ghiaie a piccoli ciottoli, prevalentemente silicei). La Grotta è costituita essenzialmente dalla successione di tre ambienti collegati: la galleria d’ingresso, la “Prima Sala”, con i soffitti levigati e le zone franose; costeggiando il suo lato S fino sul fondo, si scende fra i massi fino alla Sala dal tetto a Capanna, riconoscibile per via delle sue pareti bianche. Segue la zona della “Sala J”, formata da un quadrilatero di 20 x 20 m, alto 10, in sinistra del quale si apre il passaggio diretto alla Sala F. Orsoni e quindi per l’Inghiottitoio dell’Acquafredda. Dalla parte opposta si accede verso i restanti ambienti, ossia la “Sala del Caviale” e la “Sala degli Strati a Cipolla”. Queste ultime costituiscono in effetti un unico ambiente, separato da diaframmi di roccia scivolati dalla volta, che formano un inestricabile dedalo di cunicoli. Il rilievo più recente è del GSB, 1992 e mostra uno sviluppo di 500 m ed una profondità di – 48.