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Catasto delle cavità naturali
dell'Emilia-Romagna

Introduzione

Il Catasto delle Cavità Naturali dell'Emilia Romagna raccoglie e conserva i dati di tutte le cavità naturali scoperte ed esplorate dai Gruppi Speleologici operanti sul territorio della regione. Per ogni cavità vengono raccolti il rilievo topografico con la planimetria e le sezioni, ed una scheda che riporta le informazioni legate alla sua localizzazione (coordinate geografiche, comune, località e quota), i dati speleometrici (sviluppo planimetrico, profondità), dati geologici, idrologici, archeologici ecc., la storia delle esplorazioni e una breve descrizione.

RA 384 - GROTTA DEI BANDITI

Sala d'ingresso

Sala d'ingresso

Classificazione:
Massima importanza, di rilevanza generale
Comune:BRISIGHELLA (RA)
Località:MONTE MAURO
Aggiornamento dati:
2021-11-14
Descrizione:

Da Riolo Terme procedere per la strada provinciale che porta a Zattaglia, prima dell’abitato imboccare la strada, a destra, che sale a Monte Mauro. Percorrerla sino a giungere ad un ampio parcheggio che si trova sulla sinistra, quindi proseguire a piedi percorrendo la strada bianca in direzione dell’Eremo di Monte Mauro. In prossimità dell’edicola lignea di Santa Maria in Tiberiaco imboccare il sentiero CAI 511 che conduce in cima alla falesia. Una volta giunti in falesia proseguire per poche decine di metri, sino ad incontrare una cengia che scende lievemente; percorrendola per circa 50 m si giunge all’ingresso della grotta (quota 475m). Come riferimento si può tener presente che l’ingresso si apre poco al di sotto dell’antenna televisiva posta in cima alla falesia.
L’ingresso della cavità è inserito in una faglia ben visibile dall’esterno, volge a sud, si apre nella ripida parete gessosa ed è in parte ostruito da massi franati, oltrepassati i quali ci si immette in una stanza larga circa 5m e lunga 9m.
Tra i massi di frana presenti alla base della stanza, sono presenti un paio di passaggi che immettono in un sottostante dedalo di cunicoli, uno dei quali è in collegamento con l’esterno tramite una stretta finestrella, che si trova circa 3m di quota al disotto dell’ingresso principale. Questa zona è il punto più profondo della grotta, - 10m.
Dalla stanza iniziale diparte anche un cunicolo che immette in una fenditura obliqua che ha direzione nord, le cui pareti sono interamente ricoperte da una crosta di gesso botritico. Ben presto dalla fenditura si scende in un piano inferiore che prosegue in due direzioni. Una tende a tornare in prossimità dei cunicoli presenti sotto la stanza iniziale; si scende lievemente, ma dopo pochi metri la prosecuzione è impossibilitata per gli ambienti molto stretti; talvolta è percepibile una lieve circolazione d’aria.
Dalla parte opposta, si prosegue per alcuni metri nella parte più bassa della fenditura e poco oltre la grotta cambia bruscamente direzione, volgendo verso ovest. In questo punto sono presenti massi di frana, importanti ed antiche concrezioni dislocate ed il resto di un piccolo pozzo che chiude a circa tre metri di profondità.
Proseguendo si giunge in una grande sala, non molto alta, dalla forma semicircolare. Le pareti, completamente ricoperte da un bellissimo esempio di candido gesso botritico, sono purtroppo devastate da numerose scritte effettuate in passato con il nero fumo di candele e lampade a carburo.
In fondo alla sala, uno stretto passaggio immette nella zona terminale della grotta, dove si trova una piccola saletta riccamente adornata da infiorescenze gessose, formatesi grazie ad una lieve circolazione d’aria che si percepisce provenire dalle strette spaccature terminali.
Trattasi di una cavità fossile, molto antica, oggi completamente abbandonata dalle acque. In una pubblicazione del GSFa del 1964 si legge “...nel periodo più antico le acque uscivano all’esterno dall’attuale accesso, mentre successivamente le acque percorrevano i cunicoli più bassi disperdendosi per invisibili meati.”
Osservando le caratteristiche della grotta e considerando la quota d’ingresso si presume al contrario essere il resto di una grotta decapitata per il retrocedere della falesia. Quindi non una risorgente, ma bensì una grotta drenante le cui acque defluivano in un collettore più profondo. Sicuramente siamo al cospetto di una delle grotte più antiche di Monte Mauro, dato confermato dalla datazione di una concrezione calcarea, una stalagmite, la cui origine risale a ben 125.000 anni.

 

Zona speleologica:
VDGMV - Gessi Monte Mauro - Monte della Volpe
Area carsica:
ER AER 4 VGR - Vena del Gesso Romagnola
Unità geologica affiorante:
Formazione Gessoso-Solfifera - Membro di Monte La Pieve
Età:
Messiniano
Autori del rilievo:
Gruppo Speleologico Ambientalista
Sviluppo reale:
127 m
Dislivello totale:
15 m
Mappa di inquadramento
Comune:BRISIGHELLA
Località:MONTE MAURO
Coordinate WGS84:
Latitudine:
Longitudine:
 
Coordinate ED50 / UTM Fuso 32N:
X: 0.0 m
Y: 4000000.0 m
Quota: 476.1 m
 
Mappa dell'ingresso della grotta
Mappa

Rilievo

Pianta e sezione in tavola unica

Rilievo: Pianta e sezione in tavola unica

Foto

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