I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. Le cavità naturali e i geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.
I geositi carsici, che si sviluppano in valli cieche, doline, inghiottitoi, grotte, forre ecc., per una visita richiedono ulteriori competenze specifiche, attrezzature adeguate e la presenza di Speleologi esperti. Gran parte di questi ambienti si trova all'interno di Parchi, Riserve naturali e Aree protette e quindi l'accesso è sottoposto a regolamentazione specifica. Le visite, limitate comunque a poche cavità adeguatamente attrezzate, possono essere svolte accompagnati da Guide Speleologiche riconosciute dai Parchi. Per visite che abbiano uno scopo di ricerca e studio ci si pụ avvalere degli Speleologi dei Gruppi affiliati alla Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna (www.fsrer.it).
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Cavità storica esplorata da G.B.Mornig negli anni '30. Dalla caratteristica profonda "Dolina dei Sambuchi", tramite uno stretto passaggio che immette in un pozzeto, è possibile accedere al primo meandro attivo della grotta. Lo si percorre per una cinquantina di metri, con direzione sud-est, fino ad arrivare ad un altro pozzetto che permette di accedere al ramo principale: un meandro alto e fangoso che si sviluppa con andamento nord ovest-sud est. Si può risalire questo meandro in direzione nord-ovest per un centinaio di metri, incontrando vari bivi che immettono in altrettanti rami in risalita, che giungono vicino all'esterno. Scendendo verso valle, direzione sud-est, si incontra un altro pozzetto; da qui la grotta diviene più attiva e fangosa, il meandro motlo alto e sinuoso. I paleolivelli di scorrimento delle acque danno alla sezione al caratteristica forma sinusoidale. Da qui è stato possibile risalire per una decina di metri ed accedere così ai rami alti. Questi non sono altro che la parte alta del meandro su cui è impostata la grotta, sviluppandosi anch'essi con direzione nord ovest-sud est. Verso valle, una risalita in questi rami ha permesso di arrivare ad un decina di metri dalla Rocca di Brisighella. Tornando sul meandro attivo, proseguendo verso sud-est, in concomitanza con alcune frane, gli ambienti si riducono e la volta si abbassa; il rio continua in uno stretto e basso cunicolo con molto fango fino a sbucare nel sistema fognario di Brisighella