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Catasto delle cavità naturali
dell'Emilia-Romagna

Introduzione

Il Catasto delle Cavità Naturali dell'Emilia Romagna raccoglie e conserva i dati di tutte le cavità naturali scoperte ed esplorate dai Gruppi Speleologici operanti sul territorio della regione. Per ogni cavità vengono raccolti il rilievo topografico con la planimetria e le sezioni, ed una scheda che riporta le informazioni legate alla sua localizzazione (coordinate geografiche, comune, località e quota), i dati speleometrici (sviluppo planimetrico, profondità), dati geologici, idrologici, archeologici ecc., la storia delle esplorazioni e una breve descrizione.

RA 121 - ABISSO FANTINI

Ingresso grotta

Ingresso grotta

Classificazione:
Massima importanza, di rilevanza generale
Comune:BRISIGHELLA (RA)
Località:MONTE RONTANA
Aggiornamento dati:
2021-11-14
Descrizione:

Tra le grotte più frequentate della Regione. Viene spesso utilizzato per corsi di speleologia ed esercitazioni di soccorso.
L’ingresso è costituito da una spaccatura profonda circa 5 metri. Alla base si apre una cavernetta dalla quale si prosegue verso sinistra. Al termine, dove la galleria assume un aspetto meandriforme, si scende un saltino di un paio di metri che dà accesso ad un piccolo ambiente; da qui si dipartono due vie: di fronte, in leggera salita prima e con uno scivolo argilloso poi, ha inizio la cosiddetta “Via ignota” (sulla quale si ritornerà successivamente), mentre sulla destra si sviluppa la “Via normale”, descritta di seguito.
“Via normale”
A pochi metri dal centro della saletta inizia una serie di pozzi impostati lungo lineazioni strutturali, fra le quali riveste un ruolo fondamentale un’ampia diaclasi avente direzione sud ovest-nord est, strettamente correlate al locale assetto ed alle caratteristiche dei banchi interessati dal carsismo, che nell’area di Rontana hanno un’immersione nord est con una pendenza di 60°.
Tale serie di pozzi a cascata, scavata dall’acqua, che in passato precipitava fino alla profondità di un’ottantina di metri, permette di raggiungere le gallerie ad andamento sub-orizzontale, coincidenti col locale livello di base, che si sviluppano a partire dal fondo dell’ultimo di essi. Il primo pozzo, è ornato da numerose formazioni stalattitiche e concrezioni calcaree; nella parte inferiore si trova inoltre una lama di alabastro a cristalli fortemente corrosi, quasi completamente staccata dalla parete gessosa.
Superati i tratti verticali della cavità, si giunge ad uno stretto ed alto meandro, sulle cui pareti si possono osservare grossi cristalli di gesso geminati a ferro di lancia. Proseguendo, la volta si abbassa fino a raggiungere un’ultima curva che sulla destra immette nel passaggio significativamente denominato da Giovanni Bertini Mornig “Penitenza”: si tratta di un cunicolo ad andamento sinuoso, a sezione ellittica, Qui di solito si avverte una corrente d’aria, di debole intensità prima che fosse aperto il collegamento con l’Abisso Garibaldi, ma ora talvolta anche piuttosto forte. Superata la strettoia, si avanza in leggera discesa fino all’innesto della “Via ignota”, posto sulla sinistra. Si procede poi percorrendo un nuovo meandro, al quale segue una galleria inizialmente comoda e asciutta, ma interrotta dopo una quarantina di metri da una frana. La si supera risalendola frontalmente e discendendo poi in uno stretto ambiente il quale, dopo pochi metri, immette in una saletta delimitata da grossi massi. Subito dopo si raggiunge il rio canalizzato dalla grotta che sgorga da una fenditura alla base della parete di sinistra: si tratta dell’innesto del cunicolo che collega l’Abisso Garibaldi all’Abisso Fantini. Si segue ora il corso del ruscello, percorrendo una galleria dal fondo cosparso di ciottoli. Si giunge poi ad un punto in cui il rigagnolo defluisce fra blocchi di gesso in frana. Pochi metri più avanti ci si immette nella saletta caratterizzata da spessi riempimenti di argilla e che, per oltre cinquant’anni, ha costituito il terminale dell’Abisso (“Fondo Mornig”).
Da qui il percorso si fa, in genere, più difficile, soprattutto per la presenza di numerose strettoie. Superata una galleria in frana si procede lungo uno scomodo cunicolo percorso dal torrente e reso impegnativo da alcune strettoie. Più oltre si giunge ad una condotta dal fondo cosparso di massi, dove si procede carponi. Lasciato il torrente, che scompare in una stretta fenditura, si supera, dopo qualche metro, una strettoia e si giunge ad una galleria fossile. Procedendo lungo la stessa, si torna sul torrente che esce da una fessura sulla destra. Immediatamente la volta si abbassa, la galleria resta larga alcuni metri, ma si deve procedere strisciando. Da notare la presenza di un esile rivolo d’acqua che subito si immette nel torrente principale; la relativa vicinanza, in pianta, con la Grotta del Parcheggio fa supporre un nesso idrologico con questa piccola cavità.
Superata una strettoia, resa particolarmente sgradevole dalla presenza di acqua, si prosegue fino alla saletta terminale, dove il torrente scompare tra i massi. Da qui è stata effettuata una risalita con l’uso del palo telescopico. Superati due camini ed alcuni brevi salti si giunge ad una condotta con aria (ingresso basso) che progressivamente si restringe fino a che un grosso masso impedisce il passaggio. 
“Via ignota”
Questo ramo, almeno nella parte iniziale, è interessato soltanto da stillicidio; in passato comunque la circolazione idrica doveva essere molto più intensa, essendo responsabile tra l’altro della ablazione delle intercalazioni argillose da cui sembra abbia avuto origine buona parte del fango allo stato colloidale. Ha inizio pochi metri prima della serie di pozzi della “Via normale” con una galleria in leggera salita, cui segue un ripidissimo scivolo che dà accesso ad una sala da dove si prosegue in forte discesa. Dopo un primo salto di pochi metri, si percorre una fenditura il cui pavimento è invaso da fango. Seguono due pozzi, il primo dei quali è diaframmato da uno sperone di roccia; sul fondo si decantano le acque di percolazione e su un lato una stretta fenditura che si apre a foggia di finestra immette al pozzo successivo. Quest’ultimo ha la morfologia di un cilindro perfettamente verticale, dalle pareti levigatissime; alla sua base l’acqua scorre con difficoltà incanalandosi in una frattura. Da questo punto la grotta diviene perfettamente asciutta. Segue una lunga fenditura e, dopo un ripido salto, inizia un meandro molto alto e stretto, le cui pareti sono incrostate da cristalli di selenite e da infiorescenze di gesso botroidale. Il meandro si restringe e si abbassa progressivamente fino a trasformarsi in un budello, in origine assai angusto, ma oggi reso artificialmente più agevole, che, mediante uno strettissimo passaggio, immette in un cunicolo che si collega alla “Via normale”.

Zona speleologica:
VDGRC - Gessi Rontana - Castelnuovo
Area carsica:
ER AER 4 VGR - Vena del Gesso Romagnola
Complesso carsico:
COMPLESSO CARSICO FANTINI - GARIBALDI
Unità geologica affiorante:
Formazione Gessoso-Solfifera - Membro di Rio Sgarba
Età:
Messiniano
Autori del rilievo:
Gruppo Amici della Montagna
Sviluppo reale:
978 m
Dislivello totale:
117 m
Mappa di inquadramento
Comune:BRISIGHELLA
Località:MONTE RONTANA
Coordinate WGS84:
Latitudine:
Longitudine:
 
Coordinate ED50 / UTM Fuso 32N:
X: 0.0 m
Y: 4000000.0 m
Quota: 431.2 m
 
Mappa dell'ingresso della grotta
Mappa

Rilievo

Pianta e sezione in tavola unica

Rilievo: Pianta e sezione in tavola unica

Foto

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