I contenuti informativi presenti in queste pagine non forniscono indicazioni sulla sicurezza dei luoghi descritti o, in generale, sulla loro accessibilità in condizioni di sicurezza. Le cavità naturali e i geositi hanno valore geoscientifico e/o paesaggistico e sono spesso accessibili solo da una utenza esperta, adeguatamente attrezzata. La visita a questi luoghi deve avvenire rivolgendosi a guide escursionistiche abilitate e si consiglia pertanto di informarsi puntualmente prima di accedervi, consapevoli dei rischi cui ci si espone.
I geositi carsici, che si sviluppano in valli cieche, doline, inghiottitoi, grotte, forre ecc., per una visita richiedono ulteriori competenze specifiche, attrezzature adeguate e la presenza di Speleologi esperti. Gran parte di questi ambienti si trova all'interno di Parchi, Riserve naturali e Aree protette e quindi l'accesso è sottoposto a regolamentazione specifica. Le visite, limitate comunque a poche cavità adeguatamente attrezzate, possono essere svolte accompagnati da Guide Speleologiche riconosciute dai Parchi. Per visite che abbiano uno scopo di ricerca e studio ci si pụ avvalere degli Speleologi dei Gruppi affiliati alla Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia-Romagna (www.fsrer.it).
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La Grotta della Lucerna è un inghiottitoio di origine carsica, non dissimile da altri, sparsi un po’ ovunque lungo la Vena del Gesso. È stata esplorata, rilevata e in parte svuotata dagli scarti della lavorazione mineraria, dallo Speleo GAM Mezzano a partire dal novembre 2000, data di scoperta della cavità. Da un punto di vista speleologico la grotta non ha presentato particolari problemi esplorativi, mentre lo svuotamento dei riempimenti, in gran parte di origine antropica, ha richiesto oltre un decennio di intenso lavoro, compiuto con l’assistenza degli archeologi e non ancora terminato. Il riempimento è costituito essenzialmente da scarti di escavazione spostati da un punto all’altro. Diversi ambienti, completamente tamponati da quest’unica unità stratigrafica, sono via via venuti alla luce, evidenziando nuovi aspetti della miniera. Altri vani sono ancora oggi chiusi dagli scarti dell’estrazione. Eccezionalmente non vi è però traccia del bacino esterno di drenaggio delle acque, presumibilmente scomparso assai prima che la grotta fosse adibita a cava. Oggi la cavità è interessata da scorrimento idrico soltanto nella parte interna e in occasione di piogge relativamente intense. L’ingresso della grotta è ubicato alla base della parete sud di Monte Mauro, dove ancor oggi, è possibile constatare il distacco di grossi blocchi di roccia.